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martedì 12 marzo 2013

L'OSCURO LAVORO DEL PD...


come sempre diamo spazio anche a visioni altrenative...oggi pubblichiamo un articolo di Marcello Foa:

Ora si capisce perché il Pd si ostina a rifiutare l’accordo con il PdL. In queste ore sta emergendo, per chi è capace di leggerlo, il piano C alternativo sia all’intesa con il centrodestra che a quella con il Movimento a 5 stelle. Il nuovo scenario prevede l’implosione del Popolo delle Libertà e la formazione di una nuova maggioranza, in Senato, possibile con il sostegno di poche decine di transfughi del centro-destra.

L’offensiva giudiziaria scatenata contro il Cav è davvero impressionante, non tanto per la gravità delle accuse (in passato ha subito attacchi ancor più pesanti), quanto per la loro simultaneità.

Nel giro di poche settimane i giudici potrebbero ottenere diverse sentenze di condanna con richieste di interdizione dai pubblici uffici (già formulate) e la possibilità, tutt’altro che remota, che contro il Cav vengano spiccati uno o più  mandati d’arresto. E’ il cumulo delle condanne – per quanto di lieve entità – il grimaldello escogitato dai magistrati per mettere Ko Berlusconi, il quale naturalmente ha fiutato la trappola e non a caso ieri ha citato Bettino Craxi. Stanno tentando di fargli fare la stessa fine ponendolo, in tempi verosimilmente rapidi, di fronte a un bivio: l’arresto (a cui naturalmente – ed è il secondo grimaldello – un Parlamento dominato da Pd, grillini e montiani non si opporrebbe) o la fuga all’estero. Non è detto che ci riescano, più volte in passato Berlusconi è riuscito a salvarsi quando tutto sembrava perduto, ma questa volta tira davvero una brutta aria, come dimostra l’esito sconcertante della visita fiscale di ieri,  conclusasi con una perizia favorevole al Cav (è davvero malato) ma la negazione del legittimo impedimento.

A breve (ma forse le manovre sono già iniziate), l’establishment, che oggi unisce Pd e gli onnipotenti tecnocrati europeisti, corteggerebbe i senatori del PdL. I conti sono presto fatti. Il centrosinistra ne ha 120, Monti 18, con 20 transfughi del PdL si raggiunge la maggioranza di 158. Oggi nessuno degli oltre 90 senatori PdL sarebbe disposto a tradire il Cav, ma se il Cav fosse messo fuori dai giochi in un partito che si troverebbe improvvisamente senza leader e senza futuro, come si comporterebbero? A questo punta l’establishment e vuole riuscirci ad ogni costo, per scongiurare un ritorno alle urne che oggi teme più di ogni altra cosa.

Una volta sistemato il Cav e creata una maggioranza in grado di reggere se non tutta la legislatura almeno 3-4 anni, ci sarebbe tutto il tempo per sgonfiare Grillo e renderlo a sua volta ininfluente, magari con una legge a doppio turno alla francese, che di fatto sbarra il Parlamento a movimenti alternativi (come accade da anni con Le Pen e altri movimenti di sinistra). 

Come dire: spazzare via o rendere marginale chi non appartiene all’establishment, chi non asseconda il disegno dei tecnocrati europeisti, chi pensa che l’Italia debba rimanere sovrana e che non debba rassegnarsi a un futuro senza speranza, a cui invece viene condannata giorno dopo giorno da quelle istituzioni sovranazionali le quali, con somma ipocrisia, si presentano come “salvatrici” e “liberiste”, mentre in realtà sono ben altro.

Questo è l’obiettivo. Ci riusciranno?

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