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martedì 25 ottobre 2016

Il tumore di Mestrino

Mio figlio gioca a calcio. La sua è una passione innata sin da piccolo. Io ho cercato di fare in modo che vivesse il calcio come l’ho vissuto io, 35 anni fa: in una società a misura di bambino “a conduzione familiare”. Per questo, pur abitando a Mestrino da sempre ed avendo giocato nel Mestrino, l’ho portato a Lissaro dov'è stato accolto come meglio non avrei sperato, seguito e accudito in un percorso di crescita sportiva e umana che consiglio a ogni genitore il cui figlio ami il gioco del calcio, gioco meraviglioso, rovinato ahimè dagli adulti.
Mi capita di viaggiare per lavoro e dall'oblò dell’aereo si riesce a vedere quanto il mio paese sia lontano dalla educata e razionale civiltà di certi paesi. Quando stai per atterrare ad Amsterdam c’è da restare immagati nel vedere la costruzione urbanistica dei paesi limitrofi la città, in un susseguirsi di maglie regolari composte di strade e quartieri immersi nel verde scorgi la scuola, il campo da gioco, spesso bagnati da un corso d’acqua o un laghetto, circondati da boschi piantumati con riguardo delle funzioni specifiche delle piante, che per noi sono vita. Le zone industriali/artigianali/commerciali sono ben distanti dai centri abitati, le aree attrezzate per lo sport sono ben lontane dalle vie di traffico.

QUARTIERE NEI PRESSI DI AMSTERDAM

Ormai, in Veneto, quasi ogni famiglia ha un caso di tumore. Pare giusto ricordare che il fattore ambientale, ovvero l’acqua che beviamo, il cibo che mangiamo, l’aria che respiriamo rappresenta un fattore molto importante tra le cause scatenanti. Purtroppo spesso nell'affrontare questi argomenti mi sento come il vegetariano che spiega la sua scelta di vita ad una serata tra amici che si abbuffano di costicine di maiale. Il problema di fondo è come vogliamo affrontare il futuro e se ci interessa lasciare a chi verrà, la possibilità di vivere decorosamente.



Ieri, ufficiale la notizia (fonte ONU) che il tasso di Co2 ha superato le 400 ppm (parti per milione), che probabilmente ai più non dirà nulla se non esprimere l’ennesimo numero allarmante privo di senso. Questo numero indica che oggi come non mai nella storia dell’uomo siamo a un passo da un punto di non ritorno verso il cambiamento del clima del nostro pianeta. E nel nostro piccolo dimostriamo quotidianamente di non capire.


Nella foto il nuovo campo da calcetto ad Arlesega, dove si allena 2 volte alla settimana anche mio figlio.
Lo stesso che io ho portato a Lissaro, anche, per non allenarsi nei pressi di una statale percorsa da 50.000 veicoli (fonte Il Sindaco) al giorno, tra cui anche il tir nello sfondo, che probabilmente sarà immatricolato nei paesi dell’Est e con rispetto delle sempre più stringenti norme europee sull'inquinamento pari a quello che i nostri Amministratori locali hanno della nostra intelligenza: Nessuno.
Io credo in fin dei conti che facciano bene a considerarci una massa di cretini. Diamo quotidianamente dimostrazione che lo siamo. C’era una volta un campo, fuori misura per carità, ma un campo di gioco aperto a tutti in terreno vegetale. C’è oggi un campo in sintetico, che aiuta certo “la crescita delle capacità tecniche dei piccoli calciatori” ma chiuso con lucchetto. Quindi indisponibile ai ragazzini del paese che volessero giocarvi.



Ricordo che un giorno accadde la stessa cosa col campo da calcio che c’era dietro al comune. Avevo 8 anni e non la presi molto bene. Lo ritenni un sopruso della mia libertà di giocare in una struttura pubblica. Certamente il problema è degli atti vandalici, facilmente risolvibile con un sistema di video sorveglianza (anche finto…).
Ma ancora mi sfugge, sarò onesto, dove fosse scritto nel programma elettorale che Agostini e Pedron (rispettivamente ricercatore dell’università di Padova sui tumori e Medico condotto di paese) avrebbero fatto un campo da calcetto vicino alla statale più trafficata di Padova.
Mi sfuggiva anche, fino a stamattina, il perché abbiano fatto un campo da calcetto proprio li.

Ci racconteranno mille favole sulla indisponibilità di altri posti, salvo poi dimostrare come si possa facilmente deturpare un intero paese costruendo in modo selvaggio per decenni modificando il PRG come fosse carta straccia ad ogni mandato elettorale. Ma la verità, che candidamente un mio amico stamane mi ha fatto presente è semplicissima.
Perché non puntare a realizzare un campo in sintetico su un terreno lontano dal traffico, immerso nel verde, lontano dai rumori assordanti del traffico pesante? Perché il campo da calcetto dov'è stato realizzato raggiunge l’obiettivo, altrimenti no. Lì dov'è lo vedono migliaia di persone. Ogni giorno.

Un giorno un amico architetto e ingegnere mi fece notare come Mestrino fosse il paese del Far West perché come nell'iconografia classica dei film, si sviluppa lungo la via principale. E in effetti non aveva torto. Siamo ancora troppo legati all'idea che l’urbanizzazione sia figlia di un processo di mediazione politica tra cittadini e amministratori. L’esito è davanti agli occhi di tutti ed è profondamente sbagliato pensare che siamo in ritardo per cambiare le sorti del nostro paese. Ci vuole una scelta coraggiosa e civile di mettere persone responsabili al governo di questo paese, cittadini che comprendano come l’attività politica non sia fondata su un rapporto di mediazione tra le richieste dei singoli cittadini e l’Amministrazione ma tra le necessità oggettive dei cittadini e l’Amministrazione. Non è facile, me ne rendo ben conto, ma se pensiamo che lo possano fare laureati per la tutela della salute umana che approvano campi da calcio a 50 m da una statale, siamo fuori strada.
Finché continueremo a dare credito a chi si affanna nella ricerca di consenso elettorale organizzando feste ed eventi, creando dunque "divertimento" per il popolo (non a caso panem et circenses dicevano ai tempi dei Romani), e ignoreremo, perchè fastidioso, chi cerca di risvegliarci dal torpore quotidiano nel convincerci che siamo noi i protagonisti della storia, e non spettatori, faranno bene nel continuare a considerarci cretini.
PS 
Per informazione del dott. Marco Agostini, così preoccupato che io mi candidi a svolgere funzioni pubbliche in paese, mi sento di rasserenarlo, ci sono persone molto più capaci del sottoscritto che faranno certamente uso del buon senso nella conduzione del paese verso un futuro 2.0.
Per voi purtroppo i fatti parlano di preistoria permanente.

Luca Ing.

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