Le cosiddette leggi ad personam varate dal 1994 ad oggi dai governi Berlusconi sono parecchie ma, quando ha governato la sinistra, sono state quasi tutte cancellate ! Ne sono rimaste quindi pochissime: avete due minuti per leggerle??
Eccole ! Naturalmente era una battuta, la sinistra non ha mai fatto nulla e la lettura è lunga .. ma assicuriamo non noiosa!
Ecco i più significati provvedimenti ad
personam varati dal 1994, cioè dall’entrata in politica di Silvio Berlusconi,
contando soltanto quelli di cui si sono giovati personalmente il premier o una
delle sue aziende.
1. Decreto Biondi (1994). Approvato il 13 luglio 1994 dal governo Berlusconi
I, vieta la custodia cautelare in carcere (trasformata al massimo in arresti
domiciliari) per i reati contro la Pubblica amministrazione e quelli
finanziari, comprese la corruzione e la concussione, proprio mentre alcuni
ufficiali della Guardia di Finanza confessano di essere stati corrotti da
quattro società del gruppo Fininvest (Mediolanum, Videotime, Mondadori e Tele+)
e sono pronte le richieste di arresto per i manager che hanno pagato le
tangenti. Il decreto impedisce cioè di arrestare i responsabili e provoca la
scarcerazione immediata di 2764 detenuti, dei quali 350 sono colletti bianchi
coinvolti in Tangentopoli (compresi la signora Pierr Poggiolini, l’ex ministro
Francesco De Lorenzo e Antonino Cinà, il medico di Totò Riina). Il pool di
Milano si autoscioglie. Le proteste di piazza contro il “Salvaladri” inducono
la Lega e An a ritirare il consenso al decreto e a costringere Berlusconi a
lasciarlo decadere in Parlamento per manifesta incostituzionalità. Subito dopo
vengono arrestati Paolo Berlusconi, il capo dei servizi fiscali della Fininvest
Salvatore Sciascia e il consulente del gruppo Massimo Maria Berruti, accusato
di aver depistato le indagini subito dopo un colloquio con Berlusconi.
2. Legge Tremonti (1994). Il decreto n.357 approvato dal Berlusconi I il 10
giugno 1994 detassa del 50% gli utili reinvestiti dalle imprese, purchè
riguardino l’acquisto di “beni strumentali nuovi”.La neonata società Mediaset
(che contiene le tv Fininvest scorporate dal resto del gruppo in vista della
quotazione in Borsa) utilizza la legge per risparmiare 243 miliardi di lire di
imposte sull’acquisto di diritti cinematografici per film d’annata: che non
sono beni strumentali, ma immateriali, e non sono nuovi, ma vecchi. A sanare
l’illegalità interviene il 27 ottobre 1994 una circolare “interpretativa”
Tremonti che fa dire alla legge Tremonti il contrario di ciò che diceva,
estendendo il concetto di beni strumentali a quelli immateriali e il concetto
di beni nuovi a quelli vecchi già usati all’estero.
3. Legge Maccanico (1997). In base alla sentenza della Consulta del 7 dicembre
1994, la legge Mammì che consente alla Fininvest di possedere tre reti tv
sull’analogico terrestre è incostituzionale: la terza, presumibilmente Rete4,
dev’essere spenta ed eventualmente passare sul satellite, entro il 28 agosto
1996. Ma il ministro delle Poste e telecomunicazioni del governo Prodi I,
Antonio Maccanico, concede una proroga fino al 31 dicembre 1996 in attesa della
legge “di sistema”. A fine anno, nulla di fatto per la riforma e nuova proroga
di altri sei mesi. Il 24 luglio 1997, ecco finalmente la legge Maccanico: gli
editori di tv, come stabilito dalla Consulta, non potranno detenere più del 20%
delle frequenze nazionali disponibili, dunque una rete Mediaset è di troppo. Ma
a far rispettare il tetto dovrà provvedere la nuova Authority per le
comunicazioni (Agcom), che potrà entrare in azione solo quando esisterà in
Italia “un congruo sviluppo dell’utenza dei programmi televisivi via satellite
o via cavo”. Che significhi “congruo sviluppo” nessuno lo sa, così Rete4 potrà
seguitare a trasmettere sine die in barba alla Consulta.
4. D’Alema salva-Rete4 (1999). La neonata Agcom si mette all’opera
solo nel 1998, presenta il nuovo piano per le frequenze tv e bandisce la gara
per rilasciare le 8 concessioni televisive nazionali. Rete4, essendo
“eccedente” rispetto alla Maccanico, perde la concessione; al suo posto la
vince Europa7 di Francesco Di Stefano. Ma il governo D’Alema, nel 1999, concede
a Rete4 una “abilitazione provvisoria” a seguitare a trasmettere senza
concessione, così per dieci anni Europa7 si vedrà negare le frequenze a cui ha
diritto per legge.
5. Gip-Gup (1999). Berlusconi e Previti, imputati per corruzione di giudici romani (processi
Mondadori, Sme-Ariosto e Imi-Sir), vogliono liberarsi del gip milanese
Alessandro Rossa-to, che ha firmato gli arresti dei magistrati corrotti e degli
avvocati Fininvest Pacifico e Acampora, ma ha pure disposto l’arresto di
Previti (arresto bloccato dalla Camera, a maggioranza Ulivo). Ora spetta a
Rossato, in veste di Gup, condurre le udienze preliminari dei tre processi e
decidere sulle richieste di rinvio a giudizio avanzate dalla procura di Milano.
Udienze che iniziano nel 1999. Su proposta dell’on. avv. Guido Calvi, legale di
Massimo D’Alema, il centrosinistra approva una legge che rende incompatibile la
figura del gip con quella del gup: il giudice che ha seguito le indagini
preliminari non potrà più seguire l’udienza preliminare e dovrà passarla a un collega,
che ovviamente non conosce la carte e perderà un sacco di tempo. Così le
udienze preliminari Imi-Sir e Sme, già iniziate dinanzi a Rossato, proseguono
sotto la sua gestione e si chiuderanno a fine anno con i rinvii a giudizio
degli imputati. Invece quella per Mondadori, non ancora iniziata, passa subito
a un altro giudice, Rosario Lupo, che proscioglie tutti gli imputati per
insufficienza di prove (poi, su ricorso della Procura, la Corte d’appello li
rinvierà a giudizio tutti, tranne uno: Silvio Berlusconi, dichiarato prescritto
grazie alle attenuanti generiche).
6. Rogatorie (2001). Nel 2001 Berlusconi torna a Palazzo Chigi e fa subito approvare una legge
che cancella le prove giunte dall’estero per rogatoria ai magistrati italiani,
comprese ovviamente quelle che dimostrano le corruzioni dei giudici romani da
parte di Previti & C. Da mesi i legali suoi e di Previti chiedono al
tribunale di Milano di cestinare quei bonifici bancari svizzeri perché mancano
i numeri di pagina, o perché si tratta di fotocopie senza timbro di
conformità,o perchè sono stati inoltrati direttamente dai giudici elvetici a
quelli italiani senza passare per il ministero della Giustizia. Il Tribunale ha
sempre respinto quelle istanze. Che ora diventano legge dello Stato. Con la scusa
di ratificare la convenzione italo-svizzera del 1998 per la reciproca
assistenza giudiziaria (dimenticata dal centrosinistra per tre anni), il 3
ottobre 2001 la Cdl vara la legge 367 che stabilisce l’inutilizzabilità di
tutti gli atti trasmessi da giudici stranieri che non siano “in originale” o
“autenticati” con apposito timbro, che siano giunti via fax, o via mail o brevi
manu o in fotocopia o con qualche vizio di forma. Anche se l’imputato non ha
mai eccepito sulla loro autenticità, vanno cestinati. Poi, per fortuna, i
tribunali scoprono che la legge contraddice tutte le convenzioni internazionali
ratificate dall’Italia e tutte le prassi seguite da decenni in tutta Europa. E,
siccome quelle prevalgono sulle leggi nazionali, disapplicano la legge sulle rogatorie,
che resterà lettera morta.
7. Falso in bilancio (2002). Siccome Berlusconi ha cinque processi in corso per
falso in bilancio, il 28 settembre 2001 la sua maggioranza approva la
legge-delega numero 61 che incarica il governo di riformare i reati societari.
Il che avverrà all’inizio del 2002 con i decreti delegati che: abbassano le
pene da 5 a 4 anni per le società quotate e addirittura a 3 per le non quotate
(prescrizione più breve, massimo 7 anni e mezzo per le quotate e 4 e mezzo per
le non quotate; e niente più custodia cautelare né intercettazioni); rendono il
falso per le non quotate perseguibile solo a querela del socio o del creditore;
depenalizzano alcune fattispecie di reato (come il falso nel bilancio
presentato alle banche); fissano amplissime soglie di non punibilità (per
essere reato, il falso in bilancio dovrà superare il 5% del risultato
d’esercizio, l’1% del patrimonio netto, il 10% delle valutazioni. Così tutti i
processi al Cavaliere per falso in bilancio vengono cancellati: o perché manca
la querela dell’azionista (B. non ha denunciato B.), o perché i falsi non
superano le soglie (“il fatto non è più previsto dalla legge come reato), o
perché il reato è ormai estinto grazie alla nuova prescrizione-lampo.
8. Mandato di cattura europeo (2001). Unico fra quelli dell’Unione europea,
il governo Berlusconi II rifiuta di ratificare il “mandato di cattura europeo”,
ma solo relativamente ai reati finanziari e contro la Pubblica amministrazione
. Secondo “Newsweek”, Berlusconi “teme di essere arrestato dai giudici
spagnoli” per l’inchiesta su Telecinco. L’Italia otterrà di poter recepire la
norma comunitaria soltanto dal 2004.
9. Il governo sposta il giudice (2001). Il 31 dicembre, mentre gli italiani
festeggiano il Capodanno, il ministro della Giustizia Roberto Castelli, su
richiesta dei difensori di Previti, nega contro ogni prassi la proroga in
Tribunale al giudice Guido Brambilla, membro del collegio che conduce il
processo Sme-Ariosto, e dispone la sua “immediata presa di possesso” presso il
Tribunale di sorveglianza dov’è stato trasferito da qualche mese, senza poter
completare i dibattimenti già avviati. Così il processo Sme dovrebbe ripartire
da zero dinanzi a un nuovo collegio. Ma poi interviene il presidente della
Corte d’appello con una nuova “applicazione” di Brambilla in Tribunale fino a
fine anno.
10. Cirami (2002). I difensori di Previti e Berlusconi chiedono alla Cassazione di spostare
i loro processi a Brescia perché, sostengono, a Milano l’intero Tribunale è
viziato da inguaribile prevenzione contro di loro. E, per oliare meglio il
meccanismo, reintroducono il vecchio concetto di “legittima suspicione” per
motivi di ordine pubblico , vigente un tempo, quando i processi scomodi
traslocavano nei “porti delle nebbie” per riposarvi in pace. E’ la legge
Ci-rami n. 248, approvata definitivamente il 5 novembre 2002. Ma nemmeno questa
funziona: la Cassazione, nel gennaio 2003, respinge la richiesta di trasloco:
il Tribunale di Milano è sereno e imparziale.
11. Lodo Maccanico-Schifani (2003). Le sentenze Sme e
Mondadori si avvicinano. Su proposta del senatore della Margherita Antonio
Maccanico, il 18 giugno 2003 la Cdl approva la legge 140, primo firmatario
Renato Schifani, che sospende sine die i processi ai presidenti della
Repubblica, della Camera, del senato, del Consiglio e della Corte
costituzionale. I processi a Berlusconi si bloccano in attesa che la Consulta
esamini le eccezioni di incostituzionalità sollevate dal Tribunale di Milano. E
ripartono nel gennaio 2004, quando la Corte boccia il “lodo”.
12. Ex Cirielli (2005). Il 29 novembre 2005 la Cdl vara la legge ex Cirielli (misconosciuta dal
suo stesso proponente), che riduce la prescrizione per gli in-censurati e
trasforma in arresti domiciliari la detenzione per gli ultrasettantenni
(Previti ha appena compiuto 70 anni, Berlusconi sta per compierli). La legge
porta i reati prescritti da 100 a 150 mila all’anno, decima i capi di
imputazione del processo Mediaset (la frode fiscale passa da 15 a 7 anni e
mezzo) e annienta il processo Mills (la corruzione anche giudiziaria si
prescrive non più in 15, ma in 10 anni).
13. Condono fiscale (2002). La legge finanziaria 2003 varata nel dicembre 2002
contiene il condono tombale. Berlusconi giura che non ne faranno uso né lui né
le sue aziende. Invece Mediaset ne approfitta subito per sanare le evasioni di
197 milioni di euro contestate dall’Agenzia delle entrate pagandone appena 35.
Anche Berlusconi usa il condono per cancellare con appena 1800 euro un’evasione
di 301 miliardi di lire contestata dai pm di Milano.
14. Condono per i coimputati (2003). Col decreto 143 del 24 giugno 2003,
presunta “interpretazione autentica” del condono, il governo ci infila anche
coloro che hanno “concorso a commettere i reati”, anche se non hanno firmato la
dichiarazione fraudolenta. Cioè il governo Berlusconi salva anche i 9
coimputati del premier, accusati nel processo Mediaset di averlo aiutato a
evadere con fatture false o gonfiate.
15. Pecorella (2006). Salvato dalla prescrizione nel processo Sme, grazie alle attenuanti
generiche, Berlusconi teme che in appello gli vengano revocate, con conseguente
condanna. Così il suo avvocato Gaetano Pecorella, presidente della commissione
Giustizia della Camera, fa approvare nel dicembre 2005 la legge che abolisce
l’appello, ma solo quando lo interpone il pm contro assoluzioni o prescrizioni.
In caso di condanna in primo grado, invece, l’imputato potrà ancora appellare.
Il presidente Ciampi respinge la Pecorella in quanto incostituzionale.
Berlusconi allunga di un mese la scadenza della legislatura per ripresentarla
uguale e la fa riapprovare (legge n.46) nel gennaio 2006. Ciampi stavolta è
costretto a firmarla. Ma poi la Consulta la boccia in quanto incostituzionale.
16. Frattini (2002). Il 28 febbraio 2002 la Cdl approva la legge Frattini sul conflitto
d’interessi: chi possiede aziende e va al governo, ma di quelle aziende è
soltanto il “mero proprietario”, non è in conflitto d’interessi e non è
costretto a cederle. Unica conseguenza per il premier:deve lasciare la
presidenza del Milan
17. Gasparri-1(2003). In base alla nuova sentenza della Consulta del 2002, entro il 31 dicembre
2003 Rete4 deve essere spenta e passare sul satellite. Il 5 dicembre la Cdl
approva la legge Gasparri sulle tv: Rete4 può seguitare a trasmettere “ancorchè
priva di titolo abilitativo”, cioè anche se non ha più la concessione dal 1999;
il tetto antitrust del 20% sul totale delle reti non va più calcolato sulle 10
emittenti nazionali, ma su 15 (compresa Telemarket). Dunque Mediaset può
tenersi le sue tre tv. Quanto al tetto pubblicitario del 20%, viene addirittura
alzato grazie al trucco del “Sic”, che include un panel talmente ampio di
situazioni da sfiorare l’infinito. Confalonieri calcola che Mediaset potrà
espandere i ricavi di 1-2 miliardi di euro l’anno. Ma il 16 dicembre Ciampi
rispedisce la legge al mittente: è incostituzionale.
18. Berlusconi salva-Rete4 (2003). Mancano due settimane allo spegnimento
di Rete4. Alla vigilia di Natale, Berlusconi firma un decreto salva-Rete4
(n.352) che concede alla sua tv l’ennesima proroga semestrale, in attesa della
nuova Gasparri.
19. Gasparri-2 (2004). La nuova legge approvata il 29 aprile 2004, molto simile a quella
bocciata dal Quirinale, assicura che Rete4 non sfora il tetto antitrust perché
entro il 30 aprile il 50% degli italiani capteranno il segnale del digitale
terrestre, che garantirà loro centinaia di nuovi canali. Poi però si scopre
che, a quella data, solo il 18% della popolazione riceve il segnale digitale.
Ma poi l’Agcom dà un’interpretazione estensiva della norma: basta che in un
certo luogo arrivi il segnale digitale di una sola emittente, per considerare
quel luogo totalmente digitalizzato. Rete4 è salva, Europa 7 è ancora senza
frequenze.
20. Decoder di Stato (2004). Per gonfiare l’area del digitale, la finnaziaria per
il 2005 varata nel dicembre 2004 prevede un contributo pubblico di 150 euro nel
2004 e di 70 nel 2005 per chi acquista il decoder per la nuova tecnologia
televisiva. Fra i principali distributori di decoder c’è Paolo Berlusconi,
fratello di Silvio,titolare di Solaris (che commercializza decoder Amstrad).
21. Salva-decoder (2003). Il digitale terrestre è un affarone per Mediaset,
che vi trasmette partite di calcio a pagamento, ma teme il mercato nero delle
tassere taroccate: prontamente, il 15 gennaio 2003, il governo che ha
depenalizzato il falso in bilancio porta fino a 3 anni con 30 milioni di multa
la pena massima per smart card fasulle per le pay tv.
22. Salva-Milan (2002). Col decreto 282/2002, convertito in
legge il 18 febbraio, il governo Berlusconi consente alle società di calcio,
quasi tutte indebitatissime, diammortizzare sui bilanci 2002 e spalmare nei
dieci anni successivi la svalutazione dei cartellini dei giocatori. Il Milan
risparmia 242 milioni di euro.
23. Salva-diritti tv (2006). Forza Italia blocca il ddl, appoggiato da tutti gli
altri partiti di destra e di sinistra, per modificare il sistema di vendita dei
diritti tv del calcio in senso “collettivo” per non penalizzare le società
minori privilegiando le maggiori. Il sistema resta dunque “soggettivo” , a
tutto vantaggio dei maggiori club: Juventus, Inter e naturalmente Milan.
24. Tassa di successione (2001). Il 28 giugno 2001 il governo
Berlusconi abolisce la tassa di successione per i patrimoni superiori ai 350
milioni di lire (fino a quella cifra l’imposta era già stata abrogata dall’Ulivo).
Per combinazione, il premier ha cinque figli e beni stimati in 25mila miliardi
di lire.
25. Autoriduzione fiscale (2004). Nel 2003, secondo “Forbes”, Berlusconi
è il 45° uomo più ricco del mondo con un patrimonio personale di 5,9 miliardi
di dollari. Nel 2005 balza al 25° posto con 12 miliardi. Così, quando a fine
2004 il suo governo abbassa le aliquote fiscali per i redditi dei più abbienti,
“L’espresso” calcola che Berlusconi risparmierà 764.154 euro all’anno.
26. Plusvalenze esentasse (2003). Nel 2003 Tremonti vara una riforma
fiscale che detassa le plusvalenze da partecipazione. La riforma viene subito
utilizzata dal premier nell’aprile 2005 quando cede il 16,88% di Mediaset
detenuto da Fininvest per 2,2 miliardi di euro, risparmiando 340 milioni di
tasse.
27. Villa abusiva con condono (2004). Il 6 maggio 2004, mentre «La Nuova
Sardegna» svela gli abusi edilizi a Villa Certosa, Berlusconi fa approvare due
decreti. Il primo stabilisce l’approvazione del piano nazionale anti-terrorismo
e contiene anche un piano (segretato) per la sicurezza di Villa La Certosa. Il
secondo individua la residenza di Berlusconi in Sardegna come «sede alternativa
di massima sicurezza per l’incolumità del presidente del Consiglio e per la
continuità dell’azione di governo». Ed estende il beneficio anche a tutte le
altre residenze del premier e famiglia sparse per l’Italia. Così si bloccano le
indagini sugli abusi edilizi nella sua villa in Costa Smeralda. Poi nel 2005 il
ministro dell’Interno Pisanu toglie il segreto. Ma ormai è tardi. La legge n.
208 del 2004, varata in tutta fretta dal governo Berlusconi, estende il condono
edilizio del 2003 anche alle zone pro-tette: come quella in cui sorge la sua
villa. Prontamente la Idra Immobiliare, proprietaria delle residenze private
del Cavaliere, presenta dieci diverse richieste di condono edilizio. E riesce a
sanare tutto per la modica cifra di 300mila euro. Nel 2008 il Tribunale di
Tempio Pausania chiude il procedimento per gli abusi edilizi perchè in gran
parte condonati grazie a un decreto voluto dal mero proprietario della villa.
28. Ad Mediolanum (2005). Nonostante le resistenze del ministro del Welfare,
Roberto Maroni, Forza Italia impone una serie di norme favorevoli alle
compagnie assicurative nella riforma della previdenza integrativa e
complementare (dl 252/2005), fra cui lo spostamento di 14 miliardi di euro
verso le assicurazioni, alcune norme che forniscono fiscalmente la previdenza
integrativa individuale (a beneficio anche di Mediolanum, di proprietà di
Berlusconi e Doris) e soprattutto lo slittamento della normativa al 2008 per
assecondare gli interessi della potente lobby degli assicuratori (di cui Mediolanum
è una delle capofila). Intanto, nel gennaio del 2004, le Poste Italiane con un
appalto senza gara hanno concesso a Mediolanum l’utilizzo dei 16mila sportelli
postali sparsi in tutta Italia.
29. Ad Mondadori-1 (2005). Il 9 giugno 2005 il ministro dell’Istruzione
Letizia Moratti stipula un accordo con le Poste Spa per il servizio
«Postescuola»: consegna e ordinazione – per telefono e on line – dei libri di
testo destinati agli alunni della scuola secondaria. Le case editrici non
consegneranno i loro volumi direttamente, ma tramite la Mondolibri Bol, una
società posseduta al 50 per cento da Arnoldo Mondadori Editore Spa, di cui è
mero proprietario Berlusconi. L’Antitrust esamina il caso, ma pur accertando
l’indubbio vantaggio per le casse Mondadori, non può censurare l’iniziativa
perché a firmare l’accordo non è stato il premier, ma la Moratti.
30. Ad Mondadori-2 (2005). L’8 febbraio 2005 scatta l’operazione “E-book”, per
il cui avvio il governo stanzia 3 milioni. E a chi affidano la sperimentazione
i ministri Moratti (Istruzione) e Stanca (Innovazione)? A Monda-dori e Ibm: la
prima è di Berlusconi, la seconda ha avuto come vicepresidente Stanca fino al
2001.
31. Indulto (2006). Nel luglio 2006 centrosinistra e centrodestra approvano l’indulto
Mastella (contrari Idv, An, Lega, astenuto il Pdci): 3 anni di sconto di pena a
chi ha commesso reati prima del 2 maggio di quell’anno. Lo sconto vale anche
per i reati contro la Pubblica amministrazione (che sul sovraffollamento della
carceri non incidono per nulla), compresa la corruzione giudiziaria, altrimenti
Previti resterebbe agli arresti domiciliari. Una nuova legge ad personam che
regala anche al Cavaliere un “bonus” di tre anni da spendere nel caso in cui
fosse condannato in via definitiva.
32. Lodo Alfano (2008). Nel luglio 2008, alla vigilia della sentenza nel processo
Berlusconi-Mills, il Pdl tornato al governo approva il lodo Alfano che sospende
sine die i processi ai presidenti della Repubblica, della Camera, del Senato e
del Consiglio. Soprattutto del Consiglio. Nell’ottobre 2009 la Consulta boccerà
anche quello in quanto incostituzionale.
33. Più Iva per Sky (2008). Il 28 novembre 2008 il governo raddoppia l’Iva a
Sky, la pay-tv di Rupert Murdoch, principale concorrente di Mediaset,
portandola dal 10 al 20%.
34. Meno spot per Sky (2009). Il 17 dicembre 2009 il governo Berlusconi vara il
decreto Romani che obbliga Sky a scendere entro il 2013 dal 18 al 12% di
affollamento orario di spot.
35. Più azioni proprie (2009). La maggioranza aumento dal 10 al 20%
la quota di azioni proprie che ogni società può acquistare e detenere in
portafoglio. La norma viene subito utilizzata dalla Fininvest per aumentare il
controllo su Mediaset.
36. Ad listam (2010). Visto che le liste del Pdl sono state presentate fuori tempo massimo nel
Lazio e senza timbri di autenticazione a Milano, il governo vara un decreto
“interpretativo” che stravolge la legge elettorale, sanando ex post le
illegalità commesse per costringere il Tar a riammetterle. Ma non si accorge
che, nel Lazio, la legge elettorale è regionale e non può essere modificata da
un decreto del governo centrale. Così il Tar ribadisce che la lista è
fuorilegge, dunque esclusa.
37. Illegittimo impedimento (2010). Non sapendo più come bloccare i
processi Mediaset e Mills, Berlusconi fa approvare il 10 marzo 2010 una legge
che rende automatico il “legittimo impedimento” a comparire nelle udienze per
sé stesso e per i suoi ministri, il tutto per una durata di 6 mesi, prorogabili
fino a 18. Basterà una certificazione della Presidenza del Consiglio e i
giudici dovranno fermarsi, senza poter controllare se l’impedimento sia
effettivo e legittimo. Il tutto in attesa della soluzione finale, cioè delle
nuove leggi ad personam che porteranno il totale a quota 40: “processo breve”,
anti-intercettazioni e lodo Alfano-bis costituzionale. Cioè incostituzionale.
38. La legge contro Veronica (2011). Si tratta della modifica della norma
sulla quota legittima che regola la gestione delle eredità, inserita nel
decreto sviluppo. La misura voluta da Berlusconi, e non ancora approvata,
prevede, che la metà della quota di 2/3 destinata ai figli dovrà essere divisa
in parti uguali e l’altra metà potrà invece essere destinata dal genitore a uno
o più figli a scelta. L’obiettivo del Cavaliere è quello di evitare che,
ripartendo in quote uguali le azioni Fininvest tra Barbara, Eleonora e Luigi,
pargoli di Veronica, questi possano unirsi e mettere in minoranza Marina e
Piersilvio.
Fonte: Libertàgiustizia
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