Attentato alla costituzione. E’ l’accusa che il Movimento 5 Stelle
intende far valere nel caso in cui il presidente Napolitano concedesse la
grazia a Silvio Berlusconi. A dichiararlo è il cittadino Mario Giarrusso,
membro della Giunta per le elezioni: “Se Napolitano”, ha scritto il senatore su
Facebook, “dovesse compiere qualunque atto di clemenza che sottragga il noto
pregiudicato alle sue responsabilità penali, verrebbe con ciò posto in essere
un atto eversivo dell’ordinamento che come tale comporterebbe l’immediata ed ineludibile
responsabilità per
attentato alla costituzione del Presidente della Repubblica”.
Impeachment è la procedura che Giarrusso, come conferma in
un’intervista a L’Espresso, minaccia per il capo dello Stato. La pratica in
Italia si chiama “stato d’accusa” ed è regolata dall’articolo 90 della
Costituzione dove si legge: “Il Presidente della Repubblica non è responsabile
degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto
tradimento o per attentato alla Costituzione.
In tali casi è messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune, a
maggioranza assoluta dei suoi membri”.
Secondo
il gruppo a 5 Stelle, la decisione del Presidente di schierarsi a favore della
cosiddetta “agibilità politica” di Silvio Berlusconi sarebbe un segnale
pericoloso per il Paese. “Sarebbe un atto
di una gravità inaudita“, ha detto il senatore, “di fronte a un
atto sovversivo nei confronti della Costituzione, non potremo che avere una reazione forte.
Il presidente della Repubblica è il garante della Costituzione e non può
strapparla e calpestarla. Una grazia concessa a Berlusconi, che è pregiudicato
e pluricondannato per reati anche gravissimi, ovviamente
violerebbe i principi costituzionali di uguaglianza dei cittadini davanti alla
legge”. Tra il Movimento 5 Stelle e il Presidente Napolitano non si sono mai
viste grandi simpatie, tra i commenti forti del leader Beppe Grillo e le
richieste di prese di posizione da parte degli eletti. Già in passato infatti,
come dice Giarrusso, i grillini non hanno apprezzato le ingerenze del capo
dello Stato. Impeachment sarebbe dunque la soluzione: “Ne abbiamo parlato anche con
Grillo“, ha concluso il senatore, “è d’accordo e ci invita a
tener duro”. La minaccia è concreta, anche se le possibilità che la grazia sia
concessa restano poche: “Io non credo che il presidente possa arrivare a tanto,
anche se ha già operato tanti strappi alla Costituzione, come nel caso degli
F35 e della convocazione del consiglio di difesa contro la decisione del
Parlamento. Ma da lui ci aspettiamo di tutto ormai. Spero e mi auguro non
arrivi alla grazia, sarebbe il gesto di un uomo impaurito dalle minacce e delle
aggressioni di Mediaset, a cui andrebbe posto un limite per il bene della
democrazia”
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