Negli ultimi anni chi ha governato l’Italia, ovvero il
partito unico che va dalla Lega a Sel, si è specializzato nel favorire con
norme, decreti e regolamenti i grandi potentati economici, l’alta finanza, la grande
distribuzione commerciale ecc…
Il risultato di questa politica è stato, nel campo del
commercio, la progressiva desertificazione commerciale dei centri storici, il
proliferare di centri commerciali, di negozi monomarca tutti uguali e la
uniformità dell’offerta di prodotti con il rischio del famigerato “cartello”.
Nei primi anni 90, quando questo fenomeno era ancora in fase
embrionale, si professava la bontà delle grandi superfici commerciali perché,
in quanto tali, erano in grado di poter acquistare grosse quantità di prodotti,
strappare quindi ottimi prezzi d’acquisto e trasferire conseguentemente il
vantaggio alla clientela, al cittadino comune. Una teoria difficilmente
contestabile che ha ottenuto consensi sia a destra (il successo del capitalismo
“buono”) e sia a sinistra (ottimi vantaggi per le categorie più deboli).
La realtà, come si diceva in premessa, ha prodotto risultati
opposti. I prezzi non sono diminuiti, tutt’altro, e migliaia di piccole
attività commerciali, che spesso corrispondevano ad altrettante semplici
famiglie che vivevano con il profitto del loro “negozio”, sono morte o stanno
morendo.
Il partito unico sostanzialmente se ne frega e nulla può, da
questo, essere fatto per invertire la tendenza.
Troppi sono infatti gli interessi specifici in gioco (pensiamo
alle Coop o alle catene commerciali legate alla grande finanza).
Oggi però in parlamento c’è una forza politica senza alcun
legame lobbistico e grazie a questa indelebile caratteristica il M5S ha
presentato la prima proposta di legge di iniziativa parlamentare.
Il tema è proprio quello di salvare il salvabile e
intervenire per invertire la tendenza distruttrice della politica che ci
governa. Si comincia quindi con il togliere alcuni vantaggi obiettivi dati alla
grande distribuzione … poi si dovrà fare ancora molto!
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