Europee a parte, peraltro le elezioni che agli italiani non sono mai fregate nulla tranne (chissà perché) nel 2014, Renzi ha perso tutto. Sempre. Comunque. Con costanza invidiabile, vorace, totalizzante. Ora l'ultimo (?) tassello: un disastro totale, a parte Padova (menomale: Bitonci al massimo potrebbe essere sindaco di Stocazzoland) e non molto altro. Una slavina epica. Oserei dire imperitura. D'Alema, nel 2000, si dimise per molto meno. È ancora torcida inesausta, come il 4 dicembre: però per gli altri. Eppure - vedrete - da domani ripartiranno con la storia che questa variante del Pokemon tontolone è una lince ineffabile. "L'unica alternativa al populismo". Un talento. Il nuovo Antognoni. "Un vincente". Nel frattempo lui, con la peggiore "classe dirigente" mai vista dai tempi di Topo Gigio e Scaramacai, le perde tutte. Devasta il centrosinistra. Spolpa quel che resta del Pd (acronimo di Partito Derelitto). E si consegna con sicumera stolida all'abisso. Fenomeno assoluto. È meraviglioso: subito poster in camera e creazione della pagina "Renzi mi gasa a bestia come neanche i singoli di Don Backy remixati dal Poro Schifoso". Renzi è addirittura riuscito in un'impresa metafisica: ha resuscitato l'idea migliore che ha di se stesso, cioè Berlusconi. Non era facile: idolo delle galassie. Pallone d'oro, campione del mondo e recordman nei 3000 siepi. Agile.
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