DI MARCO DELLA LUNA
Nei secoli passati, i saccomanni erano i razziatori dei campi di battaglia,
che, dopo la fine dei combattimenti, andavano a spogliare feriti e caduti dei
loro oggetti di valore. Prima, questo vocabolo designava i furieri, gli addetti
alle salmerie; poi però, nel tempo, si trovò ad esso si addiceva maggiormente
il significato di “predatori”.
S.E. il ministro Fabrizio Saccomanni, con tutto il rispetto, absitque iniuria
verbis, è fiduciario dei banchieri nostrani, dato che viene dall’ABI,
Associazione Bancaria Italiana, già presieduta dal noto Mussari, accusato,
assieme ad altri, di aver “svuotato” il MPS dei suoi soldi pagando Antonveneta
un multiplo del suo valore.
In tutto il mondo “democratico”, il contrasto di interessi dei banchieri
rispetto alla popolazione è il dato emergente dai disastri
economici-finanziari degli ultimi anni, causati dagli azzardi, dalle
speculazioni e dalle mega-frodi della grande finanza (quella che socializza le
sue perdite e ultimamente sceglie i capi di governo che la aiutano a fare
questa socializzazione – vedi MES).
Fabrizio Saccomanni preme per proibire i pagamenti in contanti, che sono già
proibiti sopra i 999 euro, ma a Saccomanni non basta, vuole abbassare ancora il
tetto, dicendo che obbligare a pagare con strumenti bancari aiuterebbe a
ridurre l’evasione.
Qualcuno, con spirito pratico, gli obietta che, invece, scoraggiare l’uso del
contante imponendo l’uso della carta di credito (che ha un costo, e che non
tutti possono ottenere) scoraggia i consumi, quindi riduce la domanda aggregata
e produce ulteriore recessione. Peraltro, è palese che, evasione o non
evasione, gli italiani già ora pagano più tasse di tutti, e che se tutte queste
tasse non bastano, è perché quelli che le mettono e le raccolgono – politici,
amministratori, burocrati – sono (salve le poche eccezioni) una masnada di
ladri incapaci, sicché anche se si eliminasse l’evasione senza eliminare loro,
la situazione non migliorerebbe affatto, anzi peggiorerebbe.
Io aggiungo: in Italia e in tutta l’Eurozona, in forza del Trattato di
Maastricht, vi è una sola valuta legale, ossia quella emessa in via esclusiva
dalla BCE e dalla Banca d’Italia: il contante, le banconote. Le altre forme di
moneta – assegni, bonifici, carte di credito/debito – sono moneta
(lecita, convenzionale, ma) non legale, non primaria, creata da soggetti
diversi dalla BCE. Quindi il proibire o limitare l’uso della moneta legale, è
illegale, contraddittorio, antinomico. Idem l’imporre per legge l’uso di monete
non legali.
E osservo: l’imporre l’uso della moneta non-legale, bancaria, è un favore che
si fa ai banchieri, nemici della società, perché essi lucrano le commissioni,
perché essi così incamerano dati commercialmente utili sulla vita della gente,
e perché il cittadino in tal modo è praticamente spinto ad affidare il suo
contante alla banca, la quale quindi acquisisce la proprietà e la disponibilità
delle banconote, cioè della moneta primaria, high power money, dal cittadino, a
costo zero, anziché pagandola alla banca centrale o ad altre banche.
Ma non solo. Le banche italiane, complessivamente, sono in grave pericolo di
crisi di liquidità. Dichiarano circa 140 miliardi di crediti inesigibili, ma i
crediti inesigibili sono molti di più, perché le banche, con vari espedienti,
non dichiarano in bilancio molti ulteriori crediti inesigibili (contenzioso
sommerso),siccome non hanno i soldi liquidi che sarebbero necessari per
costituire i fondi di svalutazione credito implicati da tali registrazioni in
bilancio.
E Draghi ha detto ultimamente che l’anno prossimo la BCE eseguirà sulle banche
stress test severi, e che non sarà indulgente; quindi potrebbero saltar fuori
quelle scomode verità, e le banche italiane allora dovrebbero essere salvate –
anche questo si dice da tempo – con un bail-in, ossia coi soldi non dello Stato
o di altre banche, ma degli azionisti, degli obbligazionisti e dei
risparmiatori-depositanti, come già fatto a Cipro. Quindi i banchieri hanno
interesse a che la “legge” imponga ai cittadini di non usare il denaro contante
nelle loro transazioni, e renda difficile, nonché pericoloso fiscalmente, sia
ritirare che depositare il contante, in modo che, se non altro per ragioni
pratiche e per paura di segnalazioni al fisco, i cittadini siano indotti a
lasciare i loro soldi in banca e a pagare attraverso di essa anziché per
contanti! In tal modo, quando arriverà il bail-in, i banchieri potranno
colmare coi nostri soldi i buchi scavati dalle loro
truffe.
Ma c’è di più: tali misure restrittive anti-contante, che forzano la gente a
usare come moneta solo quella privata, contabile, putativa emessa dai banchieri
in via creditizia, finiscono per imporre questa moneta dei banchieri al posto e
in sostituzione della moneta legale, un tempo pubblica e ora semi pubblica,
e sopprimendo il diritto a usare quest’ultima, realizzano nel tempo un
vero atto di usurpazione e colpo di Stato economico-finanziario.
Marco Della Luna
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