Pubblichiamo un articolo di Scalfari.
Come mai?? ... domanda sicuramente spontanea da parte di molti dei nostri lettori.
Lo pubblichiamo perchè serve alla causa del M5S, chi leggerà questo articolo, anche elettori convinti di sinistra e magari simpatizzanti repubblichini, non potrà che pensare: "ma quante cazzate spara ormai questo anziano ex giornalista?". Non potrà che affermare: "ma dove vive Scalfari? "
E ora buona lettura e ... la risposta è SI !!! ... siamo qui a braccia aperte, il M5S è pronto ad accogliere tutti i cittadini che, ragionamento e coscienza alla mano, hanno capito che non si può più stare da quella parte!
"Non
siete colpevoli perché ignorate; siete colpevoli perché vi rassegnate a
ignorare.
MAZZINI
GRILLO e l’Europa. Mi sembra questo il tema di maggiore attualità: la
campagna elettorale che il proprietario e leader del Movimento 5 Stelle ha già
aperto in vista delle elezioni europee del maggio 2014 e di quelle italiane che
egli si augura e fa di tutto per provocare il più presto possibile.
Si tratta di una campagna di destra, una destra xenofoba contro gli immigrati,
qualunquista contro i partiti (tutti i partiti, nessuno escluso) e contro le
istituzioni, dal capo dello Stato al presidente del Consiglio ai ministri
(tutti i ministri) e contro la magistratura e la Corte costituzionale.
Non è più anti-politico il Movimento 5 Stelle poiché ora una politica ce l’ha,
l’ha scelta. È a suo modo una politica rivoluzionaria perché vuole abbattere
tutta l’architettura esistente ma con un obiettivo reazionario perché vagheggia
una dittatura, la sua. Il movimento di popolo che le sue parole d’ordine
indicano con chiarezza fa leva sui sacrifici, le speranze frustrate e la rabbia
che ne deriva, ormai molto diffusa, che gli italiani sentono con sempre
maggiore acutezza.
Di chi è la colpa, chi ne sono i responsabili, stando alle indicazioni di
Grillo? I partiti che governano il Paese da oltre mezzo secolo, l’establishment
economico, i sindacati, l’Europa. Questi sono i nemici da sconfiggere, mettere
in fuga e sostituire. Con chi? Col popolo finalmente svegliato da Grillo, che
sarà naturalmente lui a guidare, a istruire e ad educare.
Quando questa opera di lunga lena sarà compiuta lui si ritirerà.
Ovviamente sarà celebrato nei libri di storia come quello che...
Da qualche settimana l’Europa così come è fatta oggi e l’euro che la Banca
europea stampa sono diventati i nemici principali e rappresentano i bersagli
sui quali sparare per primi. La stessa strategia è quella usata dal Fronte
nazionale francese della Le Pen, dal movimento anti-europeo di Germania (dove
però non hanno neppure superato la soglia per entrare in Parlamento), in
Grecia, in Danimarca, in Olanda.
Grillo ha anche in mente una sua politica economica. Non è mai andato a scuola
di economia e conosce per sentito dire le scuole di Cambridge, di Vienna e del
Mit degli Usa; ma sa interpretare e semplificare quello che molta gente pensa:
ridurre le tasse, combattere evasione e corruzione, infischiarsene del debito
pubblico, spendere per creare posti di lavoro senza preoccuparsi delle
coperture, rispondere a pernacchie alle direttive europee e mandare per aria
l’euro. Chi se ne frega dell’euro. Meglio una moneta nazionale stampata in
Italia in quantità capaci a fare star meglio la gente, i giovani, gli anziani,
tutti.
L’Europa non reggerà il colpo. Anche la sua architettura attuale crollerà e i
movimenti che l’hanno distrutta la ricostruiranno a modo loro. E poiché il
movimento principale sarà il 5 Stelle, che guiderà il Paese con il debito più
alto di tutti gli altri, sarà dunque il 5 Stelle — cioè lui — a guidare la
ricostruzione.
Questo pensa Grillo, lo dice e lo diffonde. Ormai è un Verbo, naturalmente
incarnato. Ma non è il solo poiché anche a destra c’è qualcuno che — in modi
appena più sfumati nella forma ma identici nella sostanza — dice cose analoghe.
Finora erano due populismi di segno contrario, adesso sono due nazionalismi
entrambi di estrema destra, entrambi demagogici, entrambi irresponsabili ed entrambi
visti con favore da alcuni milioni di elettori.
Mi direte che questa è una visione pessimistica. Me lo auguro, naturalmente. Di
solito tendo all’ottimismo della volontà e della ragione, che unifica la
dicotomia di Gramsci. Ma ora, avendo alquanto approfondito il problema, molti
dubbi mi hanno assalito. Alcuni li ho già manifestati due domeniche fa
discutendo le caratteristiche del circuito mediatico. Oggi torno su questo tema
e su quello delle tecnologie che da vent’anni hanno preso il governo del mondo.
Molti amici che illustrano la filosofia italiana, tra i quali nomino qui
Severino e Galimberti, hanno già affrontato questo tema; ma a me pare che sia
venuto il momento di trarne alcune conclusioni che influenzano direttamente
l’assetto della società globale nel quale vive ormai l’intero pianeta.
***
Il cosiddetto “Datagate” rappresenta il centro di questo discorso. Ha agitato e
continua ad agitare ormai da molti giorni le Cancellerie e i media di tutto il
mondo, ma mi sembra che un punto sia stato trascurato: non esiste un Datagate
semplicemente nordamericano che si estende e spia l’intero pianeta.
La raccolta, la registrazione e l’eventuale ascolto delle conversazioni
telefoniche esiste in ogni società telefonica locale e — ecco il punto di fondo
— ciascuna di esse è interconnessa con tutte le altre. Le conversazioni tra
telefoni cinesi, sono registrate, classificate e ascoltabili in Cina ma sono
interconnesse con quelle Usa e così le conversazioni che si svolgono in India,
in Australia, in Brasile, in Gran Bretagna, in Canada, in Germania, in Russia,
in Iran, in Siria, in Egitto. Insomma nel mondo intero, ovunque ci sia
l’industria telefonica e gli strumenti che consentono le conversazioni.
Il Datagate mondiale non è stato che l’insieme di queste interconnessioni, alle
quali si aggiunge un’altra rete che è quella di Internet.
Queste due tecnostrutture ci portano ad una conclusione che non ci piace
affatto perché coinvolge un diritto fondamentale: la «privacy»; che è stata
infranta e insieme con essa quel tanto di libertà che ne deriva.
La «privacy» e la libertà che da essa discende fanno ormai parte di un’altra
epoca, non più della nostra. Sociologi e tecno-operatori di tutto il mondo sono
perfettamente consapevoli di questa situazione e si domandano se esista la
possibilità tecnica e la volontà politica di resuscitare la privatezza e quel
tanto di libertà che vi è comunque connessa. Esiste ma comporta l’uso di regole
e strumenti molto sofisticati. Oltre alla volontà politica di applicarli.
Naturalmente le due reti planetarie, quella dell’interconnesione e delle
conversazioni telefoniche e quella di Internet, hanno effetti travolgenti sul
circuito mediatico e quindi sulla formazione delle pubbliche opinioni. Ho già
esaminato questo tema due domeniche fa mettendo in luce l’enorme potenza che le
nuove tecnologie hanno conferito al sistema mediatico. Sono forze ambivalenti:
cercano e possono scoprire la verità sull’andamento dei fatti e possono al
tempo stesso manipolarla per meglio catturare l’interesse del pubblico.
In Italia sperimentammo il rischio che questi circuiti possono esercitare su
singole persone quali per esempio il capo di un’agenzia di informazioni che
aveva ottenuto un contratto operativo dalla Telecom di Tronchetti Provera e se
ne valse per ascoltare alcune utenze private che potevano interessare uno dei
dirigenti dei Servizi segreti italiani. Il quale ultimo usò in parte quelle
intercettazioni per ragioni di sicurezza pubblica ma in parte per propri
tornaconti personali. Ci fu un processo che durò alcuni anni arrivando ad una
sentenza di condanna per Tavaroli (titolare dell’agenzia) e la sua squadra.
Tronchetti fu condannato per la ricettazione di un dossier.
Ricordo questo fatto per dire che per un qualsiasi cittadino può essere molto più
pericoloso per la sua privacy la rete locale che lo registra non quella
americana o cinese o indiana che dispongono anch’esse di quella conversazione.
Che cosa volete che me ne importi se la National Security Agency può accedere
alle mie conversazioni? Non le ascolterà mai, non sa neppure chi sono. Se non
ho fatto alcuna azione contro la sicurezza pubblica.
Potrò essere invece ascoltato da un Pollari di turno che sa benissimo qual è la
mia professione e che può avere sotto gli occhi le mie conversazioni per
sessant’anni con capi di partito, capi di imprese, di associazioni, di governi.
Questo avviene in ciascun Paese e i mediatori di queste compravendite di
conversazioni non fanno altro mestiere che quello di raccogliere materiali
potenzialmente ricattatori sulla vita privata di persone che abbiano avuto un
peso nella vita pubblica del Paese.
Conclusione: il Datagate abolisce la privacy, le reti locali sono le più
temibili per i cittadini comuni, quella generale può esercitare interventi di
difesa antiterroristica e/o spiare capi di Stato, di governo, di
multinazionali.
Il tutto è integrato con i circuiti mediatici i quali influenzano nel bene e
nel male la formazione e l’evoluzione dell’opinione pubblica mondiale. Un
esempio: sia Assange sia Snowden disponevano di un enorme fondo di
intercettazioni ma per rivelarlo e rivelarsi hanno dovuto ricorrere a due
giornali, il Guardian e il New York Times, alla loro carta stampata e ai siti
di cui dispongono.
Questo è ormai il mondo in cui viviamo con accresciuta fatica.
***
Se per concludere andiamo dal più grande al meno grande, deriva da questa
analisi la vitale importanza che l’Europa divenga al più presto uno Stato
federale, l’euro non sia in nessun caso messo a rischio, gli strumenti politici
europei si trasformino in strutture federali alle quali i governi, i
Parlamenti, le Corti costituzionali, la Difesa, la politica estera dei singoli
Stati trasferiscano i loro poteri.
Contro l’irrilevanza degli Stati europei, considerati ciascuno per proprio
conto, non esiste altra alternativa.
L’Italia e il suo governo debbono battersi per questo obiettivo. La destra
naziona-lista,xenofoba anti-euro, è una catastrofe di fronte alla quale i
sacrifici di oggi diventerebbero caramelle.
La ripresa sarà lenta ma comincerà certamente nel 2014, tutti i sintomi ci sono
già e tutte le fonti lo confermano.
Nessun commento:
Posta un commento
Il tuo commento sarà motivo di riflessione!