Come dicevo nel precedente post ... non ho seguito fedelmente il testo preparato.
Ecco il testo originale:
Innanzitutto
ringrazio la maggioranza per aver finalmente rotto il ghiaccio e presentato una
mozione. Lo fa dopo due anni e mezzo dall’inizio del mandato, lo fa scrivendo
la mozione su un foglietto bianco senza nemmeno una carta intestata, ma la
forma è poco importante, voi siete uomini e donne, anzi visto il tema che
andiamo a commentare, veri uomini e vere donne di sostanza e non di forma!
Veniamo allora
alla sostanza. Di solito mozioni come queste vengono discusse a marzo ma non
perché sia carnevale! Mi riservo di spiegare tra pochi minuti il perché!
La fantomatica
teoria gender della quale tutti noi dovremmo preoccuparci e starne lontani è
secondo voi richiamata nella legge della cattiva scuola renzina. Ora quella
legge noi come M5S l’abbiamo avversata per altri mille motivi reali e concreti
tanto è vero che grazie a noi e alle ns proposte abbiamo convinto 5 regioni
italiane (compreso il veneto) a portarla al vaglio della corte costituzionale.
Direi quindi che questa legge ha
talmente tanti punti deboli, almeno secondo chi se l’è studiata dei nostri
specialisti, che non c’è bisogno alcuno di inventarne altri.
La teoria
GENDER non è presente in questa legge della cattiva scuola.
Ma nella
stessa legge c’è il tanto contestato comma 16 che assicura
l’attuazione dei principi delle pari opportunità con la promozione
“dell’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di
genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare
gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall’articolo 5,
comma 2, del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93”. Queste tematiche includono,
secondo la legge citata, la prevenzione della violenza sulle donne e della
discriminazione di genere. Fin qui nulla di particolare. Però
per capire che il “genere” di cui si parla non si riferisce alla mera nozione
di “sesso biologico”, basta approfondire il quadro normativo a cui il testo si
richiama. E in particolare due documenti: la Convenzione di Istanbul, che viene di fatto
recepita ed attuata con la legge 119 del 2013 a cui il testo della nuova legge
si riferisce, e il Piano di azione straordinario contro la violenza sessuale e
di genere, cui fa riferimento l’articolo 5 comma 2 della stessa legge. Nella Convenzione di Istanbul,
ad esempio, vediamo infatti come la definizione di “genere” sia messa nero su
bianco, e come non si parli appunto, di “sesso biologico”, ma di “ruoli,
comportamenti, attività e attributi socialmente costruiti”.
Ripeto parliamo
della convenzione di Istambul dal titolo : Convenzione del Consiglio
d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle
donne e la violenza domestica
Ora so benissimo che i firmatari della vs mozione la
conoscono bene questa convenzione ma mi permetto di citarne alcuni passi al
solo uso e consumo di quelli come me che hanno cercato di informarsi prima di
votare la vs mozione.
La Convenzione del Consiglio
d'Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la
violenza domestica (Convenzione di Istanbul) è una convenzione del Consiglio d'Europa contro la violenza sulle donne e la violenza domestica, approvata
dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa il 7 aprile 2011 ed aperta
alla firma l'11 maggio 2011 a Istanbul (Turchia). Il trattato si propone di prevenire la violenza, favorire la
protezione delle vittime ed impedire l'impunità dei colpevoli.
Principali disposizioni
La Convenzione di
Istanbul è "il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante
che crea un quadro giuridico completo per proteggere le donne contro qualsiasi
forma di violenza"[7], ed è incentrata
sulla prevenzione della violenza domestica, proteggere le vittime e perseguire
i trasgressori.
Essa caratterizza
la violenza contro le donne come una violazione dei diritti umani e una forma
di discriminazione (Art. 3 lett. a). I paesi dovrebbero esercitare la dovuta
diligenza nel prevenire la violenza, proteggere le vittime e perseguire i
colpevoli (art. 5).
La Convenzione è il primo trattato internazionale che
contiene una definizione di genere. Infatti l'art. 3, lett. c), il genere è
definito come "ruoli, comportamenti, attività e attributi socialmente
costruiti che una determinata società considera appropriati per donne e uomini".
Ripeto che una
determinata società considera appropriati per donne e uomini.
E quale società. La
nostra! E cosa significa appropriati? Significa in linea con il comune sentire dell’attualità.
Ad esempio la mia
adolescenza l’ho vissuta qui a Mestrino negli anni 70. Se in quel periodo
storico un uomo maturo, diciamo sopra i 40, andava in giro con un orecchino
veniva inevitabilmente catalogato dalla società di allora come di genere
“confuso” diciamo così … ma sono passati 40anni e nella nostra società, quella
odierna, quello stesso uomo con l’orecchino può fare senza essere considerato
confuso il segretario della Lega. E io per le mie posizioni ideologiche sono
ben felice che non venga discriminato per questo e mai vorrei fosse
discriminato e criticato per questo!
Come mai vorrei
fossero discriminati quei bambini, ragazzi e ragazze che hanno una personalità
e desideri diversi da quei desideri e personalità che un manipolo di bigotti legati
al medioevo ritengono GIUSTI, OBBLIGATI.
La convenzione di
Istambul è stata firmata da 32 paesi e il 12 marzo 2012 la Turchia è diventata
il primo paese a ratificare la Convenzione, la Turchia! In seguito l’hanno
firmata altri paesi libertini dove vige il peccato e quasi verrebbe da gridare
loro VADE RETRO con in mano uno dei cento e passa crocifissi che Bitonci ha
comprato o vuole comprare, paesi come: Portogallo, Austria, Andorra, Danimarca,
Francia, Finlandia, Spagna, Svezia…ma hanno firmato anche paesi da prendere
come esempio, almeno secondo voi, tipo: Albania, Montenegro, Moldavia,
Bosnia-Erzegovina, , Serbia, [1].
Il 19 giugno 2013, dopo l'approvazione unanime del
testo alla Camera, il Senato ha votato il documento con 274 voti favorevoli e
un solo astenuto[2].
….
Vedete … la
storia è già colma di episodi come quello che viviamo ora, ce ne sono di più
noti e anche di non descritti nella storiografia.
Cito il più famoso: il falò delle vanità avvenne il 7
febbraio del 1497, ed ecco perché all’inizio del mio intervento parlavo del
mese di febbraio, quando in seguito alla cacciata dei Medici i seguaci del
frate domenicano Girolamo Savonarola sequestrarono e bruciarono pubblicamente
migliaia di oggetti nella città di Firenze, durante la festa di martedì grasso.
Voi vorreste bruciare i libri con le teorie gender…. J L'obiettivo di questa furia
distruttiva era l'eliminazione di qualsiasi oggetto considerato potenzialmente
peccaminoso, oppure inducente allo sviluppo della vanità, includendo articoli
voluttuari come specchi, cosmetici, vestiti lussuosi, ed anche strumenti
musicali. Altri bersagli includevano libri "immorali", manoscritti
contenenti canzoni "secolari" o "profane", e dipinti. Tra i
vari oggetti distrutti in questa campagna vi furono alcuni dipinti originali
che trattavano temi della mitologia classica, eseguiti da Sandro Botticelli,
che egli stesso provvide a portare sul rogo.
Il rogo dei libri e l'assassinio
di accademici nella Cina di Qin Shi Huang nell'anno 212 a.C.; molti
intellettuali che disobbedirono all'ordine furono sepolti vivi.
La distruzione delle opere di
Cremuzio Cordo.
I libri di alchimia
dell'enciclopedia di Alessandria furono bruciati nel 292 dall'imperatore
Diocleziano.
Nell'anno 367, Atanasio, il
vescovo ribelle di Alessandria, edittò una Lettera di Pasqua nella quale
esigeva che i monaci egiziani distruggessero tutti quegli scritti
inaccettabili, ad eccezione di quelli che egli stesso etichettò come canonici
ed accettabili. Questa lista è quella che attualmente costituisce il Nuovo
Testamento.[senza fonte] I testi eretici non apparirono come palinsesto,
cancellati o sovrascritti come i testi pagani; in questo modo molti testi del
principio dell'era cristiana si persero come fossero stati pubblicamente
bruciati.[senza fonte] Il Vangelo di Giuda recentemente ritrovato in Egitto, fu
un libro che si perse mediante questa pratica di distruzione privata
dell'informazione.[senza fonte]
Una delle più famose distruzioni
di libri avvenne nell'anno 642, quando il generale Amr ibn al-As, comandante
delle truppe arabe che avevano appena conquistato l'Egitto, distrusse la
biblioteca di Alessandria e i libri in essa contenuti su ordine del califfo
Omar. Questa fu la motivazione del califfo: «In quei libri o ci sono cose già
presenti nel Corano, o ci sono cose che del Corano non fanno parte: se sono
presenti nel Corano sono inutili, se non sono presenti allora sono dannose e
vanno distrutte».
Il 7 febbraio 1497 ebbe luogo a
Firenze un importante rogo di libri e opere artistiche di considerabile valore,
essendo ritenuto materiale immorale, nel conosciuto come "Falò delle
vanità", promosso da Girolamo Savonarola.
Il rogo dei manoscritti Maya e
Aztechi ad opera dell'Inquisizione[senza fonte] in Messico, per ordine di Diego
de Landa.[senza fonte]
Agli inizi del secolo XVI, gli
Andalusi della penisola iberica avevano l'obbligo di consegnare alle autorità
castigliane i libri scritti in arabo, venendogli poi restituiti quelli
riguardanti medicina, filosofia e storia e bruciati tutti gli altri[1].
Il rogo dei libri di autori ebrei
durante l'epoca nazista, dal 1930 fino al 1945 in Germania. Il regime nazista
divenne molto noto per i roghi delle opere di oppositori politici e scrittori
considerati sconvenienti ed immorali, per il contenuto delle loro opere, le
loro opinioni politiche o le loro origini etniche. Tra i Bücherverbrennungen
più noti svoltosi durante il ed a causa del regime nazista nella Germania di
Hitler si annovera quello avvenuto nella Bebelplatz di Berlino il 10 maggio
1933.
Nel 1958 si consumò in Italia nel
cortile della procura di Varese l'ultimo rogo di libri per disposizione legale;
si trattava della condanna per oscenità dell'opera Storielle, racconti e
raccontini del marchese de Sade, pubblicata dall'editore Luigi Veronelli l'anno
precedente.[senza fonte]
In Cile dopo il colpo di Stato
dell'11 settembre del 1973 i militari cileni sequestrarono e bruciarono
migliaia di libri di politica, anche se nel febbraio del 1987 il Ministero
dell'Interno cileno ammise solo di aver bruciato 15.000 copie di Le avventure
di Miguel Littin clandestino in Chile il 28 di novembre del 1986 in Valparaíso sotto
l'ordine del dittatore Augusto Pinochet.
Il 29 di aprile del 1976, Luciano
Benjamín Menéndez, capo del III Corpo dell'Esercito incaricato della
riorganizzazione Nazionale (Colpo di stato argentino), di stanza a Córdoba,
ordinò un rogo collettivo di libri, tra i quali si trovavano opere di Marcel
Proust, Gabriel García Márquez, Julio Cortázar, Pablo Neruda, Mario Vargas
Llosa, Saint-Exupéry, Eduardo Galeano... Disse che lo faceva "con il fine
che non rimanga nessuna parte di questi libri, opuscoli, riviste... perché con
questo materiale non continui a ingannare i nostri figli". E aggiunse:
"Nello stesso modo in cui distruggemmo con il fuoco la documentazione
perniciosa che influisce sull'intelletto e sulla nostra cristianità, saranno
distrutti i nemici dell'anima argentina". (Diario La Opinion, 30 aprile
1976)
Secondo alcune fonti, il 16
gennaio 2015 sono stati bruciati circa 2000 libri dal gruppo terroristico
islamico ISIS poiché non considerati "islamicamente corretti". Fra di
essi si trovavano testi per bambini, testi di diritto, libri di poesie,
filosofia, salute, scienza e tanto altro prelevati dalla grande biblioteca di
Mossul, dalla biblioteca dell'università, dalla Biblioteca musulmana sunnita,
dalla biblioteca della Chiesa Latina e dal Convento dei Padri Domenicani, tra i
quali vi erano scritti risalenti a migliaia di anni fa.
Concludo dopo
tutte queste citazioni di bassa cultura wikipediana con altre due citazioni.
Una frase rase
di Neruda: Potranno tagliare tutti i fiori, ma non
fermeranno mai la primavera.
La primavera arriverà anche qui a
Mestrino, arriverà culturalmente perché è un processo irrefrenabile e arriverà
anche politicamente perché gente come voi è destinata all’estinzione!
Ma siccome l’estinzione non è
ancora giunta al compimento, chiudo il mio intervento nello stile che più sarà
per voi comprensibile. Camaleonticamente mi immergerò nella vs dialettica, ma
non completamente. Andrò in prestito da un grande attore/scrittore italiano.
Recentemente riapprezzato dal grande pubblico per un restyling delle sue opere
cinematografiche. Il mio pensiero su questa vs deliberazione, lo lascio alla
sua voce, alla voce del grande Paolo Villaggio e dico che secondo me questa
mozione è ….
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