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giovedì 17 novembre 2016

Subire intimidazioni per aver espresso un parere diverso sulla gestione rifiuti sembrava strano allora ... oggi invece ...

Oggi invece, pur continuando a pensare che intimidire chi ha opinioni diverse dalle proprie e soprattutto dal potere, appartenga alla cultura antidemocratica, oscurantista e fascista ... quanto accaduto l'anno scorso assume giorno dopo giorno contorni più nitidi e pone riflessioni allarmanti !!!

Ecco la differenza tra amministrazioni diverse:




Dal Mattino di Padova
CITTADELLA. È ben collaudato, e da tempo, in Etra il sistema per l’affidamento dei servizi, garantito dalla figura del potente e indiscusso direttore generale Marco Bacchin che ha nelle sue mani la gestione della multiutility. Un sistema scandito da ripetute proroghe dei contratti già scaduti, in aperto contrasto con le indicazioni di Anac (l’Autorità anti-corruzione presieduta dal magistrato Raffaele Cantone), in attesa del perfezionamento di procedure che non rispettano mai i tempi.
Etra, inchiesta sugli appalti e sulla gestione
La lente della Procura dell Repubblica di Padova da un anno puntata sui partiti che esprimono gli amministratori
E della pubblicazione dei bandi che, di fatto, centrano sempre (o quasi) un obiettivo: garantire lo status quo tra imprese e coop del “giro”. È quanto risulta dai verbali d’interrogatorio di persone informate sui fatti nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione di Etra avviata dalla Squadra mobile di Padova e coordinata dal procuratore Matteo Stuccilli con il pm Sergio Dini. C’è un nominativo iscritto da molti mesi nel registro degli indagati per l’ipotesi di reato di turbativa d’asta, quello del direttore generale Marco Bacchin.
Gli accertamenti. Le gara d’appalto è un momento cruciale per selezionare il gestore di un servizio pubblico. E delicato. Importante è la fissazione delle regole del gioco tramite il bando (i requisiti richiesti per partecipare alla gara d’appalto e le norme da rispettare) in quanto possono essere confezionate come un abito sartoriale per favorire questa impresa o coop, escludendo le altre.
La super-gara milionaria. È proprio l’interminabile gestazione del bando per l’affidamento della raccolta dei rifiuti nel territorio di vari Comuni del bacino Etra – una gara dal valore di valore 42.908.181,24 euro – al centro delle complesse verifiche investigative. Un bando nelle mani del direttore generale Bacchin che il 20 luglio 2015 formula una proposta nella riunione del comitato di gestione Etra (il “governo” presieduto dall’avvocato Andrea Levorato) quando, a 5 mesi dalla scadenza del servizio, si avviano le procedure per la nuova gara d’appalto. Dietro l’angolo, l’imprevisto: il governo di Etra non è soddisfatto e, almeno in parte, riscrive le regole del gioco per rendere la procedura più aperta: viene espunta una riserva alle cooperative sociali per due lotti per non calpestare il principio della libera concorrenza ma resta la clausola sociale dell’eventuale riassorbimento del personale impiegato nel precedente affidamento da parte della nuova ditta vincitrice (in pratica si obbliga chi vince l’appalto all’assunzione del vecchio personale). Non solo: si allungano i tempi della gestione del servizio da due a 4 anni, prorogabili di ulteriori due per consentire anche investimenti. Se un’impresa agguanta l’appalto di un servizio limitato a due anni, o già lo gestisce oppure è difficile che appronti un’organizzazione di uomini e mezzi adeguati per fornire la prestazione richiesta. La delibera che disegna il nuovo bando passa all’unanimità.
Il Parlamentino interviene. Ma dura poco. Il 5 ottobre 2015 il nuovo bando è stoppato dal Parlamentino di Etra (il consiglio di Sorveglianza presieduto dal sindaco di Mussolente Cristiano Montagner, Nuovo Centrodestra-Area popolare) che modifica la bozza, già riveduta e corretta dall’esecutivo. E ritorna alla proposta Bacchin che prevede un percorso privilegiato per le cooperative di fronte ai rilievi del presidente Montagner che precisa come «le coop che hanno finora lavorato per Etra hanno un capitale umano da salvaguardare». Al “governo” di Etra (il consiglio di gestione) non resta che una presa d’atto: emerge dal verbale della riunione del 16 novembre 2015 che «invita il direttore Bacchin ad assumere i provvedimenti conseguenti e a compiere gli atti per garantire la continuità del servizio». I vecchi appalti, però, sono ormai in scadenza: i servizi sono gestiti da cooperative e, in parte residuale, da una impresa (De Vizia Transfer) che ne aveva acquisito uno per cessione. Eppure l’atteso bando non è pronto per fine anno e nemmeno per i mesi successivi, mentre nella primavera 2016 entra in vigore il nuovo Codice degli appalti. Codice che introduce poche novità rispetto al bando in formazione. Ancora ritocchi al bando fino all’1 luglio 2016 quando, finalmente, è pubblicato. Tutto a posto? Neanche per idea: il 29 luglio il direttore Bacchin firma la determinazione 208 che revoca il bando. La giustificazione? Le tante istanze di chiarimento da parte della imprese interessate per cui «... sussitono fondati motivi per ritenere che il bando potrebbe produrre effetti indesiderati e illogici... sconta alcune incertezze» si legge.
Domanda: dopo quasi un anno di gestazione, un supertecnico si accorge che il bando di una gara milionaria è carente? È così distratto proprio lui, che dovrebbe mettere in condizione gli organi amministrativi di una società pubblica di provvedere, per tempo, a garantire la continuità dei servizi con lo svolgimento degli appalti entro le scadenze? Naturalmente, salvo eccezioni.
L’eccezione, la regola. Regole poche, eccezioni tante negli appalti targati Etra. Come l’abusato meccanismo della proroga che, di fatto, allunga la gestione di un servizio in mano a un’impresa o a una coop per molti mesi dopo la scadenza dell’appalto. E, di fatto, mantiene lo status quo. Eppure le indicazioni di Anac (Autorità nazionale anticorruzione) sono chiare: non è buon segno l’artificioso utilizzo delle proroghe. Anac ha stigmatizzato «l’utilizzo improprio delle proroghe... istituto assolutamente eccezionale» si legge in una nota del 2015, «e, in quanto tale, è possibile ricorrervi solo per cause determinate da fattori che comunque non coinvolgono la responsabilità dell'amministrazione aggiudicatrice». Solo il bando per la maxi-gara ha prodotto ben tre proroghe: il 31 dicembre del 2015, il 30 giugno 2016 e la prossima sarà il 31 dicembre 2016 visto che il bando è ancora in attesa di pubblicazione e il perfezionamento della gara implicherà almeno un semestre. Si contano a decine le sistematiche proroghe in altre gare. Con un’altra giustificazione: ultimare la procedura per l’affidamento del servizio.


1 commento:

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