IO CE L'HO CON LA SINISTRA.
Siamo arrivati fin
qui perché in Italia il Conflitto d'Interessi non è mai stato affrontato
seriamente. La sinistra non l'ha mai neanche sfiorato, a tal punto che la Legge
se la fece Berlusconi da solo nel 2004 (operazione possibile solo in un Paese
senza opposizione).
Il Conflitto
d'interessi è un tema serio (di cui il Movimento 5 Stelle ha la sua proposta di
Legge già depositata alla Camera da due mesi). Può una persona titolare diretta
o indiretta di concessioni pubbliche, di televisioni, di assicurazioni, gruppi
editoriali essere eleggibile? Secondo il concetto comune di conflitto
d'interessi, no. Al di là delle possibili azioni illecite che potrebbe compiere
l'eletto, il punto fondamentale è che la potenza di fuoco dei media che
possiede (lui o i suoi figli) potrebbe essere utilizzata per favorire la
propria rielezione. E non si può dire che non sia stato così.
Ma siccome quando
nel 1994 Berlusconi sbarcò in politica, il già cavaliere "era solo
l’ultimo erede di un sistema consolidato" - diceva il giornalista Sergio
Rizzo - tutti si sentirono in imbarazzo a contestargli l'eleggibilità. A tal
punto che Luciano Violante e i DS decisero di garantirlohttp://www.youtube.com/watch?v=bXaCEeU8zQ4
OGGI SIAMO AL
PARADOSSO. Berlusconi dopo 20 anni di carriera politica (certamente favorita
anche dalle sue televisioni ma soprattutto da un'opposizione inesistente o
connivente) viene condannato a 4 anni in via definitiva proprio per gli
illeciti delle sue aziende, che secondo la Corte continuava a controllare anche
se intestate ai figli. ED UTILIZZA proprio le sue TV (il suo conflitto
d'interessi) per divulgare un messaggio perverso: <<Chi ha ragione? I
giudici che mi condannano o il popolo che mi vota?>>
Se avessimo avuto
una seria Legge sul Conflitto d'Interessi, che di certo non poteva fare
Berlusconi (per ovvie ragioni), oggi non saremmo a questo punto. Sarebbe stato
ineleggibile. Oppure avrebbe dovuto affidare i suoi patrimoni ad un "blind
trust" per tutta la durata della sua permanenza in politica.
L'ineleggibilità serviva proprio ad evitare un tale paradosso: SPOSTARE I
PROCESSI DALLE AULE DI TRIBUNALE AGLI STUDI TELEVISIVI E QUINDI NELLE URNE
ELETTORALI.
MA ADESSO BERLUSCONI HA UN BEL PROBLEMA.
Le sue aziende
crollano a picco, insieme alla borsa italiana. E' chiaro che MEDIASET vive di
luce riflessa di BERLUSCONI e del suo potere politico, che attualmente esiste
grazie al GOVERNO LETTA. Nell'ultimo anno ha perso il 30% di utili. E in due
giorni ha perso il 6% in borsa. Lui vorrebbe far saltare il banco e andare alle
elezioni, giocarsi l'ultima partita con il coltello tra i denti, ma i suoi
amministratori delegati, i suoi grandi azionisti e il suo entourage non sono
d'accordo. Lo proveranno a fermare fino alla fine. E dovrà scegliere: o la sua
morte politica o quella delle sue aziende. Tra l'altro qualunque cosa sceglierà
ho l'impressione che danneggerà l'altra. Restare nel Governo Letta farà
galleggiare Mediaset, ma ucciderà il PDL, far cadere il governo letta farà
galleggiare i consensi del PDL (o Forza Italia) ma stroncherà le aziende.
Almeno fino all'esito delle prossime elezioni alle quali però questa volta non
potrà essere candidato per la Legge Severino, inoltre con un partito spaccato
in due tra falchi e colombe.
Non oso immaginare questa legislatura (la 17esima) senza Movimento 5 Stelle. La 18esima però sarà davvero la NOSTRA!
Nessun commento:
Posta un commento
Il tuo commento sarà motivo di riflessione!