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giovedì 29 agosto 2013

VISITA AL CARCERE DUE PALAZZI

Nella mattinata di giovedì 29 agosto una nutrita rappresentanza di parlamentari veneti a 5 stelle ha visitato "a sorpresa" il carcere Due Palazzi  di Padova. Erano ben 7 (senatori Endrizzi, Girotto, Cappelletti e deputati Rostellato, Benedetti,  Brugnerotto, Businarolo).
Sono stato invitato a partecipare e ho accettato.
La visita è iniziata alle 9 del mattino, dopo le obbligatorie verifiche siamo stati accolti dal direttore che ha voluto intrattenerci per una mezz'oretta spiegandoci a grandi linee l'organizzazione del carcere, le attività, i problemi, il ben noto sottodimensionamento della forza lavoro, il sovraffollamento della popolazione di detenuti.
Poi la visita nelle varie "braccia" della struttura. 
Cancelli di ferro pesanti che si aprono con chiavi enormi, cancelli che si chiudono alle spalle, corridoi grigi, spogli e per certi versi desolanti. 
Persone, tante persone nelle celle, ognuna delle quali ha una storia da raccontarti.
Giovani, tanti giovani in un campo da calcio che apparentemente si divertono a giocare.
Uomini di ogni età, cultura, religione che passeggiano in una sorta di "corte" asfaltata.
Improvvisati cuochi che nell'angolo lontano dalle sbarre decidono di bollire l'acqua per la pasta.
Sempre accompagnati dal direttore siamo stati accolti in una sala ben arredata dove si stava svolgendo una riunione di redazione del giornale interno autoprodotto. Un titolo significativo "Ristretti orizzonti".
Ci siamo seduti con loro, questi giornalisti "reclusi" ci hanno parlato, ci hanno spiegato la loro realtà.
Sembravano concordi nell'affermare che il problema più grande non è il sovraffollamento, c'è bisogno di avere prospettive, di avere degli impegni, qualcosa da fare. Di guardare avanti, di poter pensare che c'è un domani. Ho parlato con un ragazzo napoletano di trent'anni che delinque da quando ne aveva quattordici. Mi ha raccontato la sua storia, oggi scrive in questo giornale, scrive tantissimo, non so se ha recitato bene o se è stato sincero, so che mi sono commosso e gli ho stretto la mano con forza.
Ho parlato con un uomo genovese di 57anni che ne dimostra molti di meno, si sta laureando in carcere, sta diventando architetto, mi ha fatto vedere i suoi progetti. Una dialettica elegante, educata, cortese. Gli ho chiesto quanto ancora: "10anni, ne già ho fatti 20, so che ho fatto delle gran cazzate, poi a un certo punto ho capito che stavo sbagliando, l'ho capito tardi".
Altri corridoi, altri cancelli, un reparto più "difficile".
A mezzogiorno siamo usciti mentre dei carrelli con fettine di pollo e con della frutta stavano girando tra i detenuti.
Abbiamo incontrato dei giornalisti che avevamo avvisato alle 9, al nostro ingresso.
Ci siamo trasferiti nella vicina casa circondariale dove invece vengono portati i detenuti in attesa di giudizio.
Anche qui accoglienza della direttrice, spiegazioni e visita guidata.
La struttura è molto più vecchia, come nel precedente carcere problemi enormi di sovraffollamento, letti a castello su tre piani, una popolazione soprattutto di extracomunitari (80%), corridoi più stretti, pareti degradate.
Il reato più diffuso è lo spaccio, ci dicono che Padova è diventata negli ultimi anni una piazza importante, tra le più importanti dell'alta Italia.
Alle 15,30 eravamo fuori.
Credo non riuscirò mai a descrivere, nemmeno con le parole o con lo sguardo, cosa ho "sentito".

Flavio Pinton
M5S-MESTRINO



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