suggerito da Emanuele M5S MESTRINO
Dio li fa e poi li accoppia. Naturalmente mi riferisco al Dio mercato, che ha unito nel santo vincolo dello spread il Pd e Pdl. Una ulteriore recente conferma è data dalla partecipazione di due "illustri" esponenti delle suddette congreghe a Servizio Pubblico, l'On. Meloni e on Carbone. Due persone che costano molto a noi cittadini che riusciamo a malapena a pagare le tasse, e che, in totale sprezzo del popolo, sfoggiano con maestria ed arroganza la propria inettitudine ed incompetenza. I due esponenti notav, mostrando la propria preparazione come ogni notav sa fare, naturalmente sono interrotti continuamente in maniera maleducata che poco si addice ad "onorevoli". La Meloni, che pensa al 2070 e ritiene che i notav ci vogliano trascinare nella preistoria, non si è accorta che la prima economia dell'Europa, la Germania, non ha alcuna tratta TAV, nemmeno in progetto. Intanto noi siamo appena stati buttati fuori dal G8. L'on. Carbone, in ossequio alla divinità di cui sopra, trova addirittura assurdo che le Poste siano ancora in mano pubblica, e perché non svendere tale servizio per finanziare il TAV Torino-Lione?
Dio li fa e poi li accoppia. Naturalmente mi riferisco al Dio mercato, che ha unito nel santo vincolo dello spread il Pd e Pdl. Una ulteriore recente conferma è data dalla partecipazione di due "illustri" esponenti delle suddette congreghe a Servizio Pubblico, l'On. Meloni e on Carbone. Due persone che costano molto a noi cittadini che riusciamo a malapena a pagare le tasse, e che, in totale sprezzo del popolo, sfoggiano con maestria ed arroganza la propria inettitudine ed incompetenza. I due esponenti notav, mostrando la propria preparazione come ogni notav sa fare, naturalmente sono interrotti continuamente in maniera maleducata che poco si addice ad "onorevoli". La Meloni, che pensa al 2070 e ritiene che i notav ci vogliano trascinare nella preistoria, non si è accorta che la prima economia dell'Europa, la Germania, non ha alcuna tratta TAV, nemmeno in progetto. Intanto noi siamo appena stati buttati fuori dal G8. L'on. Carbone, in ossequio alla divinità di cui sopra, trova addirittura assurdo che le Poste siano ancora in mano pubblica, e perché non svendere tale servizio per finanziare il TAV Torino-Lione?
Barbara
Caro Letta, il dio della sinistra è lo stesso di Berlusconi
Scritto il 24/10/13
Si è chiuso un ventennio, come dice Enrico Letta? Il
premier si sbaglia, replica Diego Fusaro, «perché lui stesso e il suo partito
sono pienamente organici – in senso gramsciano – alla stessa visione del mondo
di Berlusconi e del suo schieramento». Portatrici della stessa visione
ultra-capitalistica del mondo, «destra e sinistra accettano oggi in maniera
ugualmente remissiva la sovranità irresponsabile di organismi economici
sistemici», dal Fmi alla Bce, «che svuotano interamente la decisione politica,
costretta a una funzione meramente ancillare». Ridotte
a pura gestione dell’esistente, politica e democrazia «non fanno altro che
ratificare quanto viene autonomamente deciso dalla sapienza infallibile degli
economisti, dalle multinazionali e dal mercato divinizzato». Quale ventennio,
dunque, sarebbe finito? Forse quello del politico Berlusconi, ma «non certo lo
spirito del tempo neoliberale, giacché di esso si sostanziano in
egual misura Berlusconi e il partito di Letta».Fusaro lo chiama, «il tragicomico
serpentone metamorfico Pci-Pds-Ds-Pd». Un ibrido politico che, «dalla lotta per
l’emancipazione di tutti è oggi passato armi e bagagli a difendere le ragioni
del capitale finanziario globalizzato». La cultura della sinistra? E’ da tempo
«il luogo di riproduzione simbolica del capitale: nichilismo, relativismo,
distruzione dei retaggi borghesi». Da Marx alla Dandini, da Gramsci a D’Alema:
«La parabola sta tutta qui: farebbe ridere se non facesse piangere», scrive
Fusaro su “Lo Spiffero” in un intervento ripreso da “Megachip”. L’eclissi della sinistra, quella vera? «Una tragedia
politica e sociale di tipo epocale». Ridotta a «protesi di manipolazione
simbolica del consenso e di addomesticamento organizzato del dissenso»,
la falsa dicotomia tra destra e sinistra – con buona pace di Letta – oggi
«occulta il totalitarismo del mercato». La propaganda delle due fazioni non lo
nomina neppure più, avendolo ormai metabolizzato «come dato
naturale-eterno».Siamo in una gabbia di finzioni: «Si è liberi di scegliere tra
gruppi, schieramenti, partiti e fazioni», sapendo però che hanno tutte aderito
al dogma, alla «supina adesione all’integralismo economico presentato come
destino», come futuro senza alternative al dominio del capitale. «Oggi il
monoteismo del mercato risulta letteralmente invisibile nel proliferare
ipertrofico delle dicotomie ingannatorie», e può persino spacciarsi come “male
minore”, rispetto agli estremismi che hanno popolato il drammatico ‘900.
Perversioni politiche: «Essere antifascisti in assenza completa del fascismo o
anticomunisti a vent’anni dall’estinzione del comunismo storico novecentesco
costituisce un alibi per non essere anticapitalisti, facendo slittare la
passione della critica dalla contraddizione reale a quella irreale perché non
più sussistente».Destra e sinistra? Sono entrambe colpevoli di una «adesione
cadaverica al nomos dell’economia e all’ordine neoliberale». Letta e
Berlusconi? Sono soltanto “maschere di carattere”, per dirla con Marx.
«Può darsi che sia finito il ventennio di Berlusconi, ma il suo spirito
continua a vivere negli “eroi” del centrosinistra, che di Berlusconi sono da
anni i più preziosi alleati». L’unica differenza? Sta nel fatto che i
“sinistri” «fanno finta di non essere berlusconiani, disapprovando sempre e
solo gli aspetti folkloristici del Cavaliere (Arcore, Olgettina, Ruby)». Di
fatto, però, condividono in toto «l’idea perversa della politica come
continuazione dell’economia con altri mezzi», nonché «il disinteresse totale e
conclamato per la questione sociale e per i diritti degli esclusi dal sistema».
Se la sinistra smette di interessarsi a questi temi, conclude Fusaro, allora è
meglio «smettere di interessarsi alla sinistra».
Pubblicato da barbaranotav
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