"Quando
uno Stato dipende per il denaro dai banchieri, sono questi stessi e non i capi
dello Stato che dirigono le cose. La mano che dà sta sopra a quella che prende.
I finanzieri sono senza patriottismo e senza decoro". Napoleone Bonaparte
In tema di
moneta unica e di uscita dall'euro vi riportò l'opinione della bravissima
Gpg Imperatrice di Scenari Economici.
Articolo Fondamentale – Lettera ad un Amico Immaginario: l’uscita dall’Euro
e’ questione essenziale (a breve sara’ questione di mera sopravvivenza)
(continuo a leggere in rete e
ricevere missive di amici che, pur percependo in qualche modo il problema
dell’Euro per l’Italia, tendono irrimediabilmente a sottovalutarlo, pensando
che questo e’ un problema minore, e ricercando soluzioni salvifiche di altro
genere. In questa missiva proveremo a rispondere. Suggeriamo per chi avesse
tempo di aprire e leggere con attenzione gli articoli linkati)
PARTE 1 – SFORZI INUTILI
Caro mio,
Ho provato in tutti i modi a spiegarti la questione
EURO, ma continui irrimediabilmente a sottovalutarla.
1) Sappiamo
che gia’ 42 anni fa c’era chi sapeva che sarebbe stato un fallimento fare una
valuta unica prima di fare un unione politica, dei mercati del lavoro e fiscali
e senza un sistema di trasferimenti, e spiegava con estrema lucidita’
l’evoluzione con una crisi di sistema legata agli squilibri: L’Economista Kaldor nel 1971 spiegava
con precisione millimetrica il perche’ l’Euro avrebbe fatto collassare il
sistema (clicca sul
titolo per aprirlo)
2) Ti ho
messo graficamente tutti i dati economici degli ultimi 15 anni che spiegano la
crisi: USCIRE DALL’EURO? DATI PER RAGIONARCI
SOPRA (clicca sul
titolo per aprirlo)
3) Ti ho
spiegato graficamente il Ciclo della Crisi dell’Eurozona in 9
semplici slides (clicca sul
titolo per aprirlo) e poi ti ho spiegato nel dettaglio i perche’ della Crisi
attuale: Capire la Crisi
dell’Europa in 80 slides (clicca sul
titolo per aprirlo)
4)
Abbiamo smontato una per una, con tanto di dati e grafici, le argomentazioni
del potere e degli euro-sognatori: Fact Checking alle argomentazioni pro-euro: smontiamole una ad una (clicca sul
titolo per aprirlo)
5)
Abbiamo svolto, unici in Italia, una simulazione numerica di uno scenario
europeo su diversi indicatori economici, con e senza euro: Esclusiva Analisi:
simulazione di cosa accadrebbe con e senza EURO. (clicca sul
titolo per aprirlo)
6) Ti
ho spiegato con grafici e dati storici la ragione per la quale all’Italia
conviene uscire EURO: Analisi di dettaglio del
perche’ all’Italia conviene uscire (clicca sul titolo per aprirlo)
7) Ti ho dato tutti gli elementi per capire perche’
Italia e Germania hanno irrimediabilemnte interessi divergenti, Euro-crisi: Germania, Italia e gli altri, un matrimonio destinato a
finire male…. molto male (clicca sul
titolo per aprirlo)
Detto quanto sopra, ti ho dato a disposizione il
“meglio” degli elementi disponibili in campo economico a livello internazionale:
8) Ti ho
postato TUTTI gli studi relativi al break-up dell’Euro: Nove studi e rapporti a confronto sul
break-up dell’Euro (clicca sul titolo per aprirlo)
9) Ti ho evidenziato cosa dicono gli economisti di
maggior fama mondiale: 4 Premi Nobel (Paul Krugman, Milton
Friedman, Joseph Stigliz, Amartya Sen): “l’Euro e’ una patacca” (clicca sul
titolo per aprirlo)
Le parole di Milton
Friedman, autentico
liberale, gia’ nel 1998 spiegavano che la Moneta Unica e’ un Soviet e
Bruxelles e Francoforte prenderanno il posto del Mercato (clicca sul
Titolo per vedere l’articolo integrale;)
Niente di
sbagliato, in generale, a volere un’unione monetaria. Ma in Europa c’e’ gia’ ed
e’ quella esistente di fatto tra Germania, Austria e Paesi del Benelux. Niente
vieta che, se ci tiene, l’Italia aderisca a quella. Il resto e’ una costruzione
non democratica“.
Piu’ che unire, la moneta unica crea problemi e divide. Sposta in politica
anche quelle che sono questioni economiche. La conseguenza piu’ seria, pero’, e’ che l’euro
costituisce un passo per un sempre maggiore ruolo di regolazione da parte di
Bruxelles. Una centralizzazione burocratica sempre piu’ accentuata. Le
motivazioni profonde di chi guida questo progetto e pensa che lo guidera’ in
futuro vanno in questa direzione dirigista.….
…Ma non vedo la
flessibilita’ dell’economia e dei salari e l’omogeneita’ necessaria tra i
diversi Paesi perche’ sia un successo. Se l’Europa sara’ fortunata e per un lungo periodo
non subira’ shock esterni, se sara’ fortunata e i cittadini si adatteranno alla
nuova realta’, se sara’ fortunata e l’economia diventera’ flessibile e
deregolata, allora tra 15 o 20 anni raccoglieremo i frutti dati dalla
bendizione di un fatto positivo. Altrimenti sara’ una fonte di
guai“.
Cosa prevede
succedera’? Una riduzione della liberta’ di mercato. A Francoforte siedera’ un gruppo
di banchieri centrali che decidera’ i tassi d’interesse centralmente. Finora,
le economie, come quella italiana, avevano una serie di liberta’, fino a quella
di lasciar muovere il tasso di cambio della moneta. Ora, non avranno piu’
quell’opzione. L’unica opzione che resta e’ quella di fare pressione
sulla Ue a Bruxelles perche’ fornisca assistenza di bilancio e sulla Banca
centrale europea a Francoforte perche’ faccia una politica monetaria
favorevole. Aumenta cioe’ il peso dei governi e delle burocrazie e diminuisce
quello del mercato. Sarebbe
meglio fare come alla fine del secolo scorso, quando, col Gold Standard,
l’Europa aveva gia’ una moneta unica, l’oro: col vantaggio che non aveva
bisogno di una banca centrale.
…Quello che c’e’ da dire sul mercato unico, piuttosto,
e’ che e’ reso piu’ complicato proprio dall’Unione monetaria che rende piu’
difficili le reazioni delle economie, toglie loro strumenti e le rende piu’
dipendenti dalle burocrazie”.
La dinamica della crisi attuale e’ figlia dell’Unione
Monetaria:
- Negli
ultimi anni, una nazione s’e’ rafforzata in Europa, la Germania, ed il resto
dell’Eurozona e’ andato a gambe all’aria o quasi. Il motivo l’abbiamo spiegato
mille volte: la Germania ha fatto una politica di compressione
salariale e cio’ ha permesso di guadagnare un 20-25% di competitivita’ sugli
altri paesi (non solo sull’Italia), allargando la sua produzione, il suo PIL,
la sua bilancia commerciale e riducendo la sua disoccupazione. Sostanzialmente
in un sistema a moneta comune e’ come se avesse SVALUTATO. Tutti gli altri
paesi europei hanno ridotto produzione ed ampiato i deficit commerciali, ed
hanno avuto un boom dei Debiti Privati. Allo scoccare della crisi sono andati
gambe all’aria
- Il problema
essenziale non sta nei Deficit Pubblici, nella Burocrazia, nelle Tasse, ma
negli Squilibri di competitivita’ nel sistema Privato. Infatti anche paesi sa
basso Deficit e Debito e bassa Tassazione e Spesa Pubblica, come la Spagna o
l’Irlanda, sono andati a gambe all’aria. La Spagna ha perso 3 milioni e mezzo di posti di
lavoro.
- Sostanzialmente
quasi tutti gli Studi internazionali dicono che in caso di Breakup dell’Euro le
nazioni periferiche avrebbero netti vantaggi e la Germania riceverebbe una
mazzata
- Anche oggi, in pieno 2013, l’Italia sta perdendo
quote di mercato sia sui mercati esteri, che sul mercato interno. La causa
principale e’ semplicemente legata ad una perdita di competitivita’ connessa al
fatto di non poter svalutare
PARTE 2 - ANALISI, CRITICHE
E SOLUZIONI
Scappare all’Estero
Rispetto chi dice che l’Italia e’ una sorta di Titanic
irriformabile, per cui l’unica soluzione per ogni singolo e’ scappare
dall’Italia e cercare fortuna all’estero. Costoro omettono pero’ di dire, che
pure andare all’estero comporta rischi tutt’altro che trascurabili (e lo dice
una persona che 5 anni all’estero per lavoro se li e’ fatti), ed il benessere
non e’ per niente garantito; tra parentesi nel caso di una crisi mondiale,
ipotesi tutt’altro che remota, verrebbero investite in pieno anche altre
nazioni. Tanti Italiani emigrarono nel passato, e non tutti lo fecero in
nazioni che successivamente hanno avuto dinamiche economiche migliori
dell’Italia. Inoltre non e’ pensabile che fuggano 60 milioni di Italiani.
Il nodo competitivita’ del settore
Privato
Sulla
questione rilancio dell’Italia, il discorso e’ di una semplicita’
impressionante: il problema dell’Italia non risiede integralmente nel
“pubblico”, ma e’ un problema di “competitivita’” del sistema paese (sia
pubblico che privato).
Da 15 anni
PIL e Produzione flettono brutalmente rispetto alla media europea. Cio’ e’
semplicemente connesso ad una ponderosa perdita di competitivita’ (in soldoni
perdiamo quote di mercato sia sul mercato interno che su quello estero).
Per
cui non esiste soluzione per rilanciare l’Italia che non
passi dal riprendere competitivita’.
Come
riprendi competitivita’?
Sostanzialmente riducendo il
CLUP (Costo del Lavoro per unita’ di prodotto).
La quota
salari pesa circa il 50% del PIL, mentre, per esempio la quota energia e’
legata ad una bolletta energetica che pesa il 5% del PIL (conta pure questa, ma
certamente molto meno).
Come riduci il CLUP? Hai sostanzialmente 2 strade:
a) Svaluti
b) Riduci i salari (quindi riduci l’occupazione,
paghi meno la gente, e riduci ovviamente anche le entrate fiscali connesse)
Vediamo gli
effetti:
a)
Se svaluto per esempio del 15% rispetto alla media delle valute mondiali,
semplicemente miglioro il CLUP del 15%. La competitivita’ complessiva migliora
ovviamente di meno (per l’energia ed altro). Tradotto significherebbe per
l’Italia passare da Bilancia dei pagamenti nulla ad attivo di 60-80 mld
(esattamente quanto avvenuto nel 1993-95). Cio’ tra l’altro ti migliora i
conti pubblici di 30 mld (che volendo puoi utilizzare per ridurre il cuneo
fiscale e quindi ancora una volt ail CLUP ed avere un ulteriore PIL
aggiuntivo). Esito? PIL crescente, Indebitamento (pubblico e privato) calante.
E cio’ e’ la premessa per far ripartire i consume interni e quindi la nazione
b) Poniamo ora di voler
ridurre i salari. Che accade? Semplicemente crollano consumi ed
investimenti, ed il PIL va malissimo (film visto in molti paesi periferici) ed
il Debito Pubblico esplode. Ovviamente puoi ridurre la componente Tasse e non
quella retribuzioni, ma cio’ avrebbe tempi dell’ordine di 10 anni (se non vuoi
far esplodere il deficit), e nel frattempo sei cotto a puntino.
Il nodo classe dirigente italiana
poco seria
Mi si dice:
uscire dall’Euro e’ irrealistico vista la classe dirigente che abbiamo. Giusto.
Ma e’ realistico pensare che questa massa di idioti persegua la soluzione b) di
cui sopra in modo organico? No.
E’
realistico che costoro riformino la struttura pubblica? No.
E poi,
dettaglio non irrilevante, pensiamo realmente che in un sistema a cambi fissi,
una nazione con una tradizione di industria parcellizzata possa in modo
durevole avere meno inflazione della Germania? No di certo.
E pensiamo che alla fine la Germania accetti di pagare
100-150 miliardi di trasferimenti all’anno a favore del resto d’Europa, per non
far saltare l’Euro? No.
Cosa accadra’ in Italia?
Semplicemente accadra’ che alla prossima grande crisi
mondiale, il sistema EURO verra’ sgretolato. Nel frattempo continueremo beatamente
a declinare come paese. Tutto qui.
La soluzione salvifica del Default
C’e’ chi dice che la soluzione e’ il Default? Ma e’
veramente cosi’? No, se resti in un sistema a cambi fissi. Motivo banale: anche
il default ha effetti evidenti sul saldo pubblico, ma il problema del CLUP ti
rimane (che e’ un problema del settore privato), per cui torni alle soluzioni
a) o b) di cui sopra, con le conseguenze annesse.
La Germania
Contestazione
abituale e’ dire che chi vuole uscire dall’euro fa critiche sterili alla
Germania e non capisce che il problema vero sta a casa nostra. E’ una visione
sostanzialmente “morale” a mio vedere. La Germania negli ultimi anni ha fatto
una politica predatoria, sostanzialmente “rubando un 10% del PIL” ai vicini. Il
tutto in un contesto, quello Europeo, che vede (anche a causa di questa
politica) un andamento economico sostanzialmente disastroso.
Ovviamente,
ci si scorda anche di 2 guerre mondiali, ambedue con la Germania come
protagonista: entrambe le guerre, al di la’ delle ragioni ufficiali, furono
scatenate da forti contrasti economici, tra la potenza tedesca (che aveva
interesse ad ampliare la propria area vitale di scambi, come condizione
essenziale per poter ulteriormente far sviluppare la propria economia) e le
altre grandi nazioni europee. Non sono “dettagliucci”: oggi siamo per certi
versi nella stessa situazione, e la Germania ha attuato una sorta di
svalutazione, approfittando del cambio fisso, esattamente per le stesse ed
identiche ragioni di fondo che causarono qualche decina di milioni di morti in
Europa (l’allargamento del proprio spazio vitale): oggi i “morti” sono alcune
decine di milioni di persone nei periferici (nuovi disoccupati, imprenditori
impiccati, giovani senza accesso al mercato del lavoro o sottoposti ad una estrema
precarizzazione).
Poi e’ del
tutto ovvio che la colpa non e’ solo della Germania, ma e’ anche di tutte le
altre nazioni europee, noi in testa, che hanno lasciato a crucchi fare cio’ che
hanno fatto, senza concertare le politiche, e probabilmente senza capire
veramente cosa stava accadendo.
Ma ogni
causa ha un effetto: se la Germania nell’era euro e’ passata dall’essere il
grande malato d’europa (8 anni fa erano la nazione con piu’ disoccupati
d’europa tra quelle medio-grandi) ad una corazzata invincibile, l’effetto e’
aver raso al suolo due terzi delle altre nazioni europee.
Personalmente
ho visto di tutto nella vita, ma Leader che sostanzialmente prendono a calci i
propri sottoposti, storicamente hanno sempre fatto una brutta fine (magari
avandone vantaggi inizialmente): finira’ cosi’ anche questa volta, credo.
Ulteriore dettaglio: anche nazioni con classi
politiche e dirigenti piu’ che decenti sono state investite in pieno dalla crisi.
Inoltre rammento che anche 10 anni fa, nonche’ 20 anni fa, nonche’ 30 anni fa,
avevamo comunque classi dirigenti penose e burocrazie assurde (ricordo, anzi,
che 20-30 anni fa i sindacati facevano un casino terrificante): stranamente
pero’ l’Italia stava decisamente meglio.
Euro e Libero Mercato
Dal mio
punto di vista non si puo’ essere a favore del LIBERO MERCATO e contestualmente
essere a favore dell’attuale costruzione dell’EURO. Libero Mercato significa
“flessibilita’”. Una valuta nazionale ha una forza che e’ funzione della forza
del paese, e muovendo i cambi il sistema SI AUTOREGOLA. Ovviamente se si
fa l’EURO mettendo in comune mercato del lavoro, debiti e con meccanismi di
trasferimento, si trovano strumenti di flessibilita’.
Le parole di
un autentico liberale come Milton Friedman sopra riportate sono chiarissime, e
perfettamente logiche. Anche il buon Friedrich von Hayek credo si stia
rigirando nella tomba.
Ma l’EURO
attuale e’ un sistema INGESSATO, senza alcuna FLESSIBILITA’, una sorta di
sistema sovietico, il cui esito e’ che la Nazione piu’ forte si rafforza ai
Danni delle piu’ deboli. Tutto qui.
Ci sono persone autenticamente liberali o “austriache”
che provano in ogni modo a negare che la costruzione attuale dell’Euro sia in
totale costrasto proprio con i principi di base del liberalismo e della scuola
austriaca: il punto e’ che sostanzialmente mentono a se’ stessi.
Il problema sono i parassiti, la
burocrazia, lo Stato, le corporazioni, etc. L’euro e’ un problema minore. Sara’
vero?
E’ ovvio che
questi siano tutti problemi fondamentali. Si sa, che a differenza di tanti che
amano criticare, pontificare e basta, ho fatto un grosso lavoro per fare
proposte costruttive e puntuali:Manovra shock da 150 miliardi di
Riduzione delle Tasse (e Spese) per far Rinascere l’Italia
Il punto e’
che una serie di nazioni europee, entrate nell’euro, che avevano bassissimo
Debito Pubblico e Deficit, sistemi con Spesa Pubblica e
Tassazione contenuta, Stato efficente, buone infrastrutture, costi minori
dell’energia, e burocrazia tollerabile, sono semplicemente finiti a gambe
all’aria. Film visto sistematicamente in ogni dollarizzazione. Un esempio e’ la
Spagna (ma ve ne sono anche altri di esempi). La ragione e’ banale: il sistema
privato di e’ ultra-indebitato e la bilancia dei pagamenti e’ sprofondata, in
perfetto parallelismo con la perdita di competitivita’ con la Germania. La
Spagna e’ ancora i piena crisi, nonostante 3 milioni e mezzo di disoccupati
aggiuntivi.
E qualcuno realmente crede che se l’Italia iniziasse un percorso (che
durerebbe molti e molti anni) di riduzione della spesa pubblica, riduzione
delle burocrazia, etc il problema della Competitivita’ del sistema privato
verrebbe risolto? No, di certo. Perlomeno no di certo in tempi brevi e
medi. Ovviamente sono tutte cose da fare, ma farle restando in un sistema
ingessato e partendo da un 20-25% di gap nel Costo del Lavoro per Unita’ di
Prodotto, non cambia la musica, e la tendenza all’impoverimento progressivo
continuera’.
L’Euro non e’ un problema come i tanti altri che ha
l’Italia. Non e’ neanche un problemuccio minore, o come una questione in cui
non si puo’ aver un opinione. L’euro e’ un problema fondamentale per l’Italia e
per l’intero continente. L’attuale costruzione provoca (inevitabilmente) un
impoverimento complessivo continentale, con effetti maggiori nelle nazioni piu’
deboli. La non risoluzione di questa questione, semplicemente portera’ al
proseguimento di tale impoverimento. La costruzione saltera’ inevitabilmente
prima o poi, e questo non lo dico io, ma l’hanno previsto menti eccezionali
gia’ decenni fa. Uscire dall’euro e’ la premessa per poter agire su tutti
gli storici mali di cui soffre la nazione, e non un alibi per non affrontarli.
Uscire dall’euro e’ interesse ben preciso delle classi popolari e borghesi
lavoratrici, nonche’ della sterminata massa di piccoli e medi imprenditori, e
non delle categorie parassitarie, dirigenti, sindacali, bancarie e corporative
(non casualmente schierate al 100% in difesa del feticcio).
Pubblicato da Paolo Cardenà
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