Vi racconto una piccola storia
personale.
Alle ultime elezioni politiche,
quelle dello scorso febbraio, ho fatto il delegato di lista. La mia prima
esperienza di questo tipo, mai in passato avevo fatto politica attiva. L’ho
fatto in un seggio di Rubano (PD).
Sono stato presente
saltuariamente alle operazione di voto, un po’ la domenica mattina, un po’ il
pomeriggio, la sera ho assistito alla chiusura del seggio. Il lunedì ho
scambiato quattro chiacchiere con il presidente di seggio, qualche battuta, ho
capito che la sua storia era certamente piddina.
Finalmente poco prima della 14,00
(ora di chiusura delle votazioni) ho conosciuto gli altri rappresentanti dei
partiti … che fino a quel momento non si erano visti, uno della Lega, uno del
PD, una signora del PDL e uno di Monti.
Chiuse le operazioni di
voto, il presidente del seggio ci ha spiegato come intendeva organizzare lo spoglio
delle schede. Più o meno disse che intendeva aprire l’urna relativa ai voti per
il Senato (e poi della Camera), prendere una scheda alla volta, leggerne il
voto e quindi posizionarla sul tavolo in un apposito spazio dedicato al singolo
partito. Avremmo avuto così anche visivamente (il mucchietto che cresceva) la
sensazione di come stava andando l’esito della consultazione elettorale. Per fare
questo a disposizione c’era solo un tavolo (immagino fosse una cattedra) e
quindi non avendo spazio sufficiente per tutti i partiti (tantissimi si erano
presentati al voto), il presidente propose di individuare, tutti insieme, le
forze politiche diciamo così “importanti” … insomma quelle che in teoria
avrebbero avuto tanti voti. In poche parole il messaggio era, abbiamo posto per
sei massimo sette “mucchi” di schede e poi ne facciamo uno che chiameremo “altri
partiti” e la divisione di questi la facciamo alla fine.
Ci fu un sostanziale accordo su
questa proposta … si trattava quindi solo di decidere quali partiti sistemare “da
soli” e quali mettere nel posto denominato “altri”. Il presidente cominciò
dicendo … beh certamente PD, poi PDL, poi Lega, poi Monti, poi Sel, Fini, poi … che dite mettiamo il 5 stelle? Mi sa che
prende più voti di Giannino…
Ricordo che a questa battuta
risposi deciso … mi sa che prendiamo più voti di tutti voi!
Ci fu una risatina generale ma lo
spazio per il 5 stelle fu individuato.
La prima scheda elettorale uscita
dall’urna aveva quasi un incisione, una croce impressa sul simbolo pentastellato.
Anche la seconda, poi qualcuna del PDL, poi qualcuna del PD, ma sempre di più
le nostre. Provai un emozione forte, ricordo che cominciai a sudare. Il nostro mucchietto
era sempre il più alto, cresceva, vedevo negli occhi dei presenti sorpresa,
amarezza, disgusto, rassegnazione, rabbia! Alla fine, in quel seggio, più di un
terzo dei votanti aveva espresso la preferenza per il 5 stelle, il secondo
classificato (PDL) aveva una decina di punti percentuali in meno. Il presidente
del seggio era sconvolto, mi guardava stranito e, con uno scatto di sincerità,
mi disse “l’aveva detto Lei!”.
Feci una battuta infelice … “ecco
cosa succede leggendo Repubblica e guardando il TG3”.
Perché vi racconto questo oggi?
Perché chi non conosce le
dinamiche di un movimento come il 5 stelle, chi fa politica da una vita, chi la
fa nei vecchi partiti, ha una dimensione, un metodo di giudizio che li porta a
non capire, a esprimere pareri che non corrispondono alla realtà.
Come più volte ho detto io penso
che il 5 stelle sia una sorta di CLN 2.0.
Come nel più nobile “originale”
quindi, tra di noi ci sono sensibilità, ideologie, posizioni diverse su temi
importanti che trattano di sociale, di diritti umani, di sessualità, di
economia. Il nostro collante è il disprezzo per l’attuale classe politica, per
i distruttori del nostro paese, la nostra calamita è la voglia e quasi l’obbligo
di “mandarli tutti a casa”.
Una volta che ci saremo riusciti,
fatti i primi fondamentali passi per invertire la tendenza suicida degli
attuali governanti, risolti con un governo a 5 stelle i problemi della
insostenibile spesa pubblica, creato regole nuove per la gestione del paese …
il movimento non avrà più motivo d’esistere.
Ci sarà allora spazio per il
ritorno delle ideologie, delle marcate sensibilità per certi temi o per
interessi specifici.
Oggi però vige una regola
fondamentale condivisa da tutti, sappiamo di essere diversi e quindi: sui temi
non già trattati e decisi ci consultiamo, ci confrontiamo, gli strumenti per
farlo ci sono e danno risultati immediati e pure a costo zero. La posizione, l’idea,
la decisione che ottiene la maggioranza è quella che poi va bene a tutti.
E se non va bene, va bene lo
stesso.
Quel giorno che non mi andrà più
bene … non sarò più un penta stellato … grillino lo dite a vs fratello J
Flavio Pinton
Ciao Flavio, non posso che essere d'accordo con te. David
RispondiEliminagrazie...e un saluto cordiale
EliminaFalvio
Flavio hai colto nel segno!!!!!
RispondiEliminaEcco appunto. Quel giorno che non non ti andrà più bene opterai per qualcos'altro. Al pari di tutti quelli che fanno politica, nessuno è mai disposto a rimetterci del proprio per un'ideale. L'italia è messa così perchè non c'è più gente con le palle come una volta. Solo fancazzisti, ciarlatani e improvvisatori per convenienza. Ha da venire il peggio e poi vedremo se basterà dissociarsi al momento opportuno.
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