articolo suggerito da Emanuele M5S MESTRINO:
Sembra
notizia di oggi la proposta di un piano di privatizzazioni parziali per la
generazione di nuove risorse da destinare all'abbattimento del debito e al contenimento
del deficit di bilancio: si parla di cessioni di quote non rilevanti in
aziende strategiche, quel tanto che basta per non perdere il controllo sulle
rispettive società. Abbiamo nomi eccellenti: Sace, Enav, Fincantieri,
Grandi Stazioni e per finire ENI. Il Governo Letta si appresta a svendere
per battere cassa nella speranza di realizzare almeno 10 miliardi. Ormai ci
siamo: si tratta a farla grande di aspettare ancora 18 mesi, dopo il destino di
contribuenti, pensionati, e risparmiatori italiani sarà presto delineato.
Questa volta non ci saranno mezze misure o mezze interpretazioni, il declino
del paese si trasformerà nella dipartita della nazione.
Quelli che sospirano confidando nell'avvento del Regno di Renzi tra qualche
mese sono dei poveri illusi: il Sindaco di Firenze ha come punti chiave
all'interno del suo programma una massiva ed imponente opere di alienazioni
e dismissioni di patrimonio pubblico e partecipazioni strategiche. La
svendita del paese ricordate che è sempre stata una prerogative dei governi di
sinistra (Amato, D'Alema e Prodi): si vende come si suol dire l'argenteria per pagare
i debiti contratti per giocare alle slot machine.
Continuo a
dirvelo da più di un anno, dopo il fallimento anche di Monti, fatevi il Piano B
o la vostra exit strategy, perchè questa volta non vi aiuterà o salverà
nessuno (pensate non solo ai vostri risparmi ma anche ai vostri cari).
Purtroppo non ci saranno scialuppe per tutti, molti faranno la fine di tante
povere pecore: scannati vivi. Non servirà a nulla a quel punto il pianto in
diretta presso il talk show di turno, l'appello di qualche autorità rinsavita o
le esternazioni prosaiche formulate dagli ambienti cattolici, la strada
per il paese e per la popolazione sarà dettata da una lettera, anzi dai
punti di una lettera che già due anni fa ci era stata consegnata con
l'indicazione di attuare quanto prima misure atte a mettere il paese in
sicurezza economica e finanziaria. La lettera ci è pervenuta ancora nell'Agosto
nel 2011 a firma di Jean Claude Trichet e Mario Draghi con l'elenco degli
interventi che si dovevano quanto prima mettere in moto. Quando sentite parlare
delle famose riforme strutturali per l'Italia a che cosa pensate si faccia
riferimento ? Quella missiva inviata durante quella calda estate già disegnava
le tappe che a breve con il buon senso politico di chi governa o con il
ricatto sovranazionale sarebbero state necessarie.
Andatevela a
rileggere e studiare. Nei minimi dettagli. Perchè sarà quanto accadrà nei
prossimi mesi in Italia nel momento in cui dopo aver messo mano a pensioni e
risparmi sarà obbligatorio intervenire su quei gangli vitali che nessuno ha
il coraggio di modificare. Quelli della lettera a quel punto vi sembreranno
capisaldi di buon senso e necessari per sgravare il peso della attuale
fiscalità diffusa. Almeno quanto necessario per provare a rimettere in moto un
paese che tra otto anni sarà scalzato dal Messico e dal Brasile. Chi per
anni mi ha deriso o insultato sottolineando il mio pessimismo (li correggo:
realismo) allora come è già accaduto farà marcia indietro e verrà a chiedere come
e dove investire o come fare per salvarsi. Solo che sarà ormai tardi anche
per loro, diversamente rinsaviti. Quelli che pagheranno il conto più amaro
saranno proprio tutti quei soggetti che hanno vissuto per decenni dentro una
cupola intoccabile, protetti da tutto e da tutti. Mi riferisco ai dipendenti
pubblici ed ai parastatali, finalmente capiranno che cosa significa
semanticamente il termine di equità sociale quando calerà la scure del
Memorandum of Undestanding affiancato dalle OMT (Outright Monetary
Transactions).
Pur tuttavia, finalmente il paese in qualche modo
cambierà: come ho spesso menzionato, alle volte per fare il bene devi iniziare
facendo del male. Vi anticipo alcuni dei punti che saranno a breve
oggetto di imposizione sovranazionale, che arriveranno quando la nazione non
avrà più risorse a cui attingere: aumento della concorrenza nei servizi
pubblici (si traduce in fine delle baronie e feudi di famiglia), nuova
fiscalità per rendere le imprese italiane più competitive (si traduce in fine
dell'IRAP e diminuzione dell'IRE), razionalizzazione dell'assistenza
sanitaria (si traduce in assicurazioni private ove non sussista più
l'intervento generico dello stato sociale), mercato del lavoro dinamico ed
efficiente (si traduce in libertà di licenziamento senza obblighi di
reintegro), liberalizzazione dei servizi professionali (si traduce in
fine degli ordini professionali), riforma della contrattazione sindacale (si
traduce nella fine dello strapotere dei sindacati), miglioramento
dell'efficienza amministrativa (si traduce nell'inserimento di indicatori
di performance per i dipendenti pubblici per la valutazione del loro operato), snellimento
dei centri di responsabilità (si traduce in abolizione del senato, delle
province e accorpamento degli enti comunali).
Eugenio Benetazzo
Fonte: www.eugeniobenetazzo.com
Nessun commento:
Posta un commento
Il tuo commento sarà motivo di riflessione!