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venerdì 10 ottobre 2014

QUALCOSA DI SINISTRA

Il pres Renzi mette la fiducia sull'art 18, Il tema del lavoro è affrontato dal Governo, con una scelta che sa di ricatto, prendere o andare a casa. Non c'è spazio per emendamenti e correzioni. E anche il colloquio con la Camusso è una finzione.
La decisione è stata già presa contro i lavoratori. Essa prevede che durante il periodo di prova che può durare da tre a sei anni, il licenziamento è sempre possibile,l'NCD prevede che il licenziamento possa avvenire in qualunque momento.La scelta di Renzi è espressione di liberismo, selvaggio ed egoista, la vera causa della crisi del nostro paese. La concentrazione del capitale privato nelle mani di poche persone fa si che queste , perseguendo il profitto come unico obiettivo, hanno prodotto una crescente distruzione del lavoro e dei diritti dei lavoratori e un enorme esercito di disoccupati. E privilegiato in modo abnorme finanzieri, politici e affaristi i cui interessi sono guidati dal più spregevole machiavellismo. Dal momento che i contratti di lavoro sono liberi, i salari sono determinati non dal valore reale dei beni prodotti, ma dalla domanda di forza lavoro dei capitalisti in relazione all'offerta di lavoro da parte dei lavoratori. Domanda sempre inferiore rispetto alla offerta di lavoro. In questa competizione aumenta il numero dei disoccupati e dei pagati con salari di fame. E che da oggi potranno essere licenziati in qualunque momento. Il sistema che equipara il lavoro a una merce va combattuto. Il lavoro è risorsa primaria per lo sviluppo, la ricchezza più grande del nostro popolo la cui tutela interessa lavoratori e non. Compito della Repubblica è non solo promuovere le condizioni per rendere effettivo questo diritto ma di fare in modo che ogni lavoratore abbia una retribuzione che lo liberi dal bisogno e gli consenta di dedicarsi al proprio miglioramento spirituale per esercitare in modo responsabile i propri diritti politici. Il progresso tecnologico, che oggi determina ulteriore disoccupazione, deve produrre al contrario un'attenuazione della fatica e una più larga diffusione del lavoro per tutti, con una maggiore possibilità per i lavoratori di esercitare i loro fondamentali diritti politici. Questo è possibile solo con un'economia orientata verso la riduzione del lavoro e la creazione di nuovi posti di lavoro: meno lavoro per tutti, più lavoro per tutti. Questo già accade in Francia e in Germania da molti anni, con un orario settimanale di 35 ore. Riteniamo che possa accadere anche in Italia, per rendere possibile il perseguimento di obiettivi sociali, tra cui il diritto al lavoro dignitoso per tutti, alla casa e all'istruzione pubblica libera, cardine dello sviluppo, alla informazione dei cittadini. ma per fare questo occorre mandare a casa questo Governo , al più presto.
 Ferdinando Imposimato

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