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mercoledì 18 marzo 2015

Ecco i veri motivi per cui maggioranza e governo hanno tenuto nel cassetto il ddl Grasso (anti-corruzione), per oltre 2 anni:

Ecco i veri motivi per cui maggioranza e governo hanno tenuto nel cassetto il ddl Grasso (anti-corruzione), per oltre 2 anni:
Perché occorreva avere il tempo per smantellarlo. Basta leggerlo. E scoprirete che:
1. Scambio elettorale politico mafioso: é il primo punto del ddl Grasso. Prevedeva la riforma dell'art. 416 ter con pene che andavano da 7 a 12 anni. Il governo, invece, voleva ridurre le pene per questo gravissimo reato, portate infatti a 4 anni nel minimo 
(riduzione del 42%)


2. Autoriciclaggio: il ddl Grasso prevedeva una equiparazione tra la fattispecie del riciclaggio a quella dell'auto­riciclaggio. Era quindi una proposta molto efficace per contrastare quest'ultimo reato. Il Governo invece, intendeva far approvare una fattispecie di reato molto meno efficace, come quella poi effettivamente approvata, a tutto vantaggio di riciclatori e corrotti.
3. Agente sotto copertura: il ddl Grasso introduceva uno strumento molto efficace per le indagini in relazione ai reati di riciclaggio ed autoriciclaggio, ovverosia la possibilità di effettuare operazioni sotto copertura. Il M5S ha presentato in Commissione Giustizia al Senato un emendamento che prevedeva proprio questa possibilità per le indagini relative a tutti i reati corruttivi. Emendamento bocciato in Commissione da Governo e maggioranza, che ancora una volta ha sconfessato il ddl Grasso.
4. Falso in bilancio: il ddl Grasso abroga la soglie di non punibilità che, tuttavia, il governo ha cercato di reintrodurre (con un proprio emendamento precedente all'attuale). Inoltre l'ultimo emendamento del Governo sul falso in bilancio prevede aspetti non previsti dal ddl Grasso, come le circostanze attenuanti per fatto di lieve entità, definite in base alle dimensioni delle società; ciò si concretizza in un eccesso di discrezionalità in capo al giudice ed una sua possibile applicazione fuori controllo.
5. Concussione per induzione: il ddl Grasso prevede l'abrogazione del co. 2 dell'art 319 quater, cioè la condanna fino a tre anni del concusso. Quindi, si propone di eliminare la punibilità del privato vittima degli abusi del pubblico ufficiale, introducendo un conflitto di interessi tra i due. Cosa che trova la contrarietà di Governo e maggioranza.
6. Corruzione tra privati: il ddl Grasso prevede una trasformazione della natura del reato in reato di pericolo con conseguente anticipazione della tutela ed eliminazione della punibilità a querela. L'emendamento del M5S che sostanzialmente proponeva la stessa cosa, é stato tuttavia bocciato in commissione.
Come se non bastasse, é dal 29 aprile 2014 che questo provvedimento é sospeso in Commissione. Il Governo ne ha ripetutamente sospeso i lavori, presentando emendamenti, poi sconfessati da altri suoi stessi emendamenti, come nel caso delle soglie di non punibilità sul falso in bilancio (poi superato, sul punto, solo nell'ultima versione..). Durante le elezioni europee su richiesta del M5S ­ il provvedimento é giunto in Aula, per poi essere surrettiziamente tolto dall'odg dalla maggioranza, il giorno successivo a quello di chiusura dei seggi elettorali.

In una parola, governo e maggioranza hanno preferito anteporre il proprio interesse, quello della propria stabilità politica, ad una lotta efficace alla corruzione, che avrebbe potuto prendere le mosse proprio da un progetto di legge della maggioranza. Hanno invece preferito smantellarlo un pezzo alla volta. Lasciando arrivare in Aula dunque, solo una parte della proposta originaria.

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