Riceviamo e con piacere pubblichiamo un articolo a firma Michele Favaron (già ns ospite in passato) che in questi giorni ha avuto gli onori della cronaca per essere stato l'autore di un dossier sulla "cementificazione" selvaggia del nostro territorio che ha trovato spazio sui quotidiani locali.
“Fermato il cemento nei Pat dei nostri Comuni” giurano il vicesindaco di Veggiano Simone Marzari, l’assessore a Rubano Lorenzo Segato e il sindaco di Mestrino Marco Valerio Pedron (il mattino di Padova 24/04/2015).
Eppure un veloce sopralluogo nei tre comuni racconta una storia diversa.
Infatti, nonostante le parole confortanti dei tre amministratori locali, il fronte del cemento avanza proprio nei loro comuni. Qualche esempio: a Veggiano, in Viale della Memoria e Viale degli Emigranti, ci sono almeno due cantieri edili nuovi di zecca con permessi di costruire del 03/12/2014.
A Mestrino, tra Via Caduti di Nassiriya, Via Salvo D'Acquisto e Via Giovanni Falcone, concessioni del 18/02/2014 e del 06/11/2014.
A Sarmeola di Rubano (dei tre comuni, maglia del campione sì, ma per il cemento...) tra Via Carlo Borromeo, Via E. de Nicola, Via Antonio Segni e Via G. Saragat, permessi di costruire del 01/12/2014, del 04/12/2014 e varianti del 03/12/2014. Sempre a Rubano, in Via Unità d’Italia, nuove case in costruzione affacciate alla campagna, con varianti del 14/04/2015.
Considerato che i sindaci di Veggiano, Mestrino e Rubano, sono stati eletti rispettivamente nel maggio 2012, 2013 e 2014, significa che le nuove concessioni edilizie del 2014 sono state tutte rilasciate dalle attuali amministrazioni in carica.
E mo’?
Non solo, un esempio per tutti: Sabrina Doni, attuale sindaco di Rubano, è stata eletta con la lista civica “Vivere Rubano” che governa ininterrottamente dal 1999, dai tempi di Leonildo Bettio e della Democrazia Cristiana! Lista civica “Vivere Rubano” che quindi ha guidato (sì, ma fuori strada...) la crescita urbanistica di Rubano negli ultimi 15 anni!
Prosegue l’assessore rubanese Lorenzo Segato: “Nel nostro territorio non ci sono case abbandonate al degrado perché invendute”.
Sarà...eppure in tutta la nuova immensa lottizzazione di fronte agli impianti sportivi di Via Carlo Borromeo, a Sarmeola di Rubano, di cartelli “vendesi” se ne contano a decine.
Oppure preferiamo fare la conta delle case, degli appartamenti e degli uffici invenduti o sfitti lungo tutta via Europa e laterali a Rubano centro?
Ma non basta, perché oltre al costruito c’è il costruibile, fatto di innumerevoli terreni edificabili ma non ancora edificati, sparsi in tutti i comuni, come quello in Via Robert Schuman a Rubano.
E se ci piacciono i terreni edificabili possiamo tornare a Mestrino, in Via Caduti di Nassiriya, dove il cartello conficcato nel campo recita “vendesi case a schiera” o “vendesi bi-quadrifamiliari in classe A” eppure di fronte a noi c’è ancora (per poco) un campo.
Mentre se ci piacciono le case a fianco ai supermercati, ci sono delle soluzioni interessanti in Via Salvo D'Acquisto, sempre a Mestrino, proprio dietro l’ “In's Mercato Discount”.
Ma Selvazzano Dentro non si senta da meno!
Siamo tutti scalpitanti di veder finalmente partire la lottizzazione “S. Domenico Nuova” in Via Cristoforo Colombo, nella frazione di San Domenico, che tanto fino alla bretella Boston ci sono ancora tanti campi da “ottimizzare” fino all’ultimo centimetro di terra.
Ma nel frattempo, per chi desideri una mono o bifamiliare, sempre a fianco ad un supermercato, sono disponibili lotti di varie cubature in Via Scapacchiò, sempre a Selvazzano, con una novità, e cioè che sono gestiti da “Alì Immobiliare”: proprio così, il braccio immobiliare di “Alì supermercati”, che offre servizi ed immobili residenziali, commerciali e direzionali anche a Rossano Veneto (VI), Caorle (VE), Bassano del Grappa (VI) e a Maserà di Padova (PD).
Ma fermi tutti! “I supermercati Alì e centri Alìper” - proprio come dice il mega poster - “regalano alle scuole del Veneto orti didattici ed aree verdi rinnovate”. Sì, sempre se ne resta qualcuna...
Il Prof. Tiziano Tempesta, economista agrario e docente di estimo territoriale e ambientale all’Università di Padova, assicura: “Il consumo di suolo continua così come è sempre continuato in passato. Vero è che dopo il picco storico nel rilascio di permessi di costruire nuove case a partire dal 1978, raggiunto in Veneto nel 2004 (15,7 milioni di metri cubi di nuove case) l’edificazione di nuove case nel 2012 (ultimo dato ufficiale disponibile) è scesa a 4,2 milioni di metri cubi. Se ci mettiamo dentro anche gli ampliamenti siamo passati da 17,7 milioni a 5,7 milioni. Riguardo ai capannoni siamo passati dal massimo storico del 2002 (34,2 milioni di metri cubi) ai 5,4 del 2012, il valore più basso di sempre. La compravendita di case è crollata da quasi 80.000 unità all’anno nel 2006 alle 35.000 del 2014. Ovviamente anche i prezzi sono in picchiata se si escludono alcuni segmenti immobiliari. Forse questo potrebbe consolarci ma in realtà la consolazione è abbastanza magra perché nel Veneto in proporzione si continua a costruire di più che nel resto d’Italia e rispetto al Nord (in termini di mc per abitante e mc per kmq); vi sono numerosissime case inutilizzate nuove o vecchie e vi sono moltissimi capannoni abbandonati; i piani urbanistici nel Veneto sono stati irresponsabilmente dimensionati su previsioni di crescita della popolazione e della domanda di case illimitate; in passato era già accaduto qualche cosa di simile negli anni ’70, ma all’epoca l’economia veneta stava crescendo a tassi cinesi, oggi c’è stato un boom edilizio accompagnato ad una stagnazione economica, cose mai viste in passato.”
Cosa si può fare? “ Con coraggio, congelare i piani urbanistici e l’attività edilizia per una decina d’anni. Questo risolleverebbe il mercato immobiliare e consentirebbe di smaltire l’immane quantità di invenduto. In secondo luogo dovrebbero radicalmente cambiare la filosofia dei piani: puntare esclusivamente sul recupero dell’esistente e non sul nuovo.”
Chissà cosa ne pensano il vicesindaco Marzari, i sindaci Pedron e Soranzo, l’assessore Segato, gli altri amministratori locali e tutti i candidati alla Regione Veneto del 2015.
Ma più di quello che dicono, conta ciò che fanno, e di piani urbanistici a crescita zero, tesi unicamente al recupero, alla riqualificazione e all’armonizzazione degli edifici già esistenti senza consumare suolo, non se ne vedono e non se ne sente parlare mai, né tantomeno i politici approvano norme nazionali e regionali per contrastare e interrompere il consumo di suolo, anzi, e ancor meno gli amministratori locali sollecitano i loro partiti di appartenenza a prendere queste decisioni vitali.
E di certo sul comodino di queste persone non c’è il libro del Prof. Paolo Pileri del Politecnico di Milano “Che cosa c'è sotto - Il suolo, i suoi segreti, le ragioni per difenderlo”.
Una sola cosa è certa: il suolo consumato lo è per sempre; la Terra ha una dimensione finita e così le sue risorse, specialmente quando ne viene compromessa la capacità rigenerativa.
Come racconta provocatoriamente e realisticamente il prof. Gianni Tamino, docente di Biologia, i lieviti fatti crescere in laboratorio dentro una piastra di Petri, crescono in modo esponenziale e consumano rapidamente tutto il terreno di coltura a loro disposizione, per poi morire di fame e collassare precipitosamente fino alla morte totale.
Fatte le dovute proporzioni, la Terra è la capsula di Petri, il terreno di coltura i suoli terrestri... e i lieviti chi saranno mai?
Michele Favaron
Dai dai che tra un pò si scopriranno le carte anche a mestrino e spunteranno le nuove "riqualificazioni" commerciali guardacaso di quei benefattori che si sono prodigati per le tre belle rotonde dove il traffico ristagna ogni sera. La carta bianca avuta con la L.R.28.12.2012 N°50 e il regolamento N°1 del 21.6.2013 approvato dai benemeriti (???) che sono incollati alle poltrone della regione è esattamente ciò che serviva a chi del territorio non gli frega proprio un cazzo. Sarà bello vedere come il ramo immobiliare della potente gdo farà girare all'impazzata le betoniere. E quindi ciao ciao vecchio consorzio, ciao ciao campi incolti, ciao ciao vecchie abitazioni. Tutto bello tutto nuovo tutto vetrato e luccicante. Ci manca solo un monumento in solido cemento, posto nella piazza del paese, per celebrare l'immensità di chi agevola e sostiene. Direi che uno in stile Monte Rushmore sarebbe un pò problematico (per l'ingombro) ma uno che pare assomigli ad un cumulo di mazzette di euro con il classico nastrino bianco farebbe la sua porca figura nel contesto. Del resto cosa c'è di più rappresentativo di un bel mucchio di soldi per descrivere un paese proiettato verso il futuro ? Infine se per l'esperimento in narrativa, usiamo una cupola al posto della capsula, vi da fastidio ?
RispondiEliminaAl posto dei capannoni obsoleti aggiungi anche un'outlet o qualcosa di simile vicino al casello dell'autostrada e poi via anche a quella brutta fabbrica nera. Non vorrai mica fare 5000 mq commerciali di fianco a un cesso simile ! E poi adesso che si allargheranno le strade Pelosa e Tevere è giusto che qualcuno realizzi le sue belle colate di cemento. Chissà se i cittadini con le case fronte a queste strade saranno poi così contenti degli espropri e del casino di traffico che si troveranno sotto le finestre e tutto solo per ingrassare gli amici commercianti . Per la piazza avevi ragione visto che tra un pò verrà riqualificata anche quella e chissà se si faranno pure il loro monumento.
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