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lunedì 7 ottobre 2013

FIGLIO MIO, IO ME NE SBATTO DELLA POLITICA

C'é una sensazione che in nessun libro ho mai trovato descritta così bene da prendere forma umanamente percepibile. Solitamente arriva in un momento immerso nel silenzio, soli, monta come un cavallone e quando stai per toccarla finalmente con mano svanisce. Il problema é la serie di emozioni che seguono il suo passaggio. Niente di piacevole. A tutto ciò mette fine solo un forte desiderio di agire per non pensare oltre,  quasi per scusarmi con il me stesso del fino a dieci minuti prima che non ha impegnato ogni istante utile disponibile.
Mi chiedo in fondo se quelle sagome che vedo nella scatola elettronica si rendano conto che c'é una fine. Tutto onestamente perde senso e con mostruosa difficoltà riaggancio il contatto con la realtà, ma qual'é questa realtà con la quale mettersi in contatto? Le vedo di cartone, le sagome, immutabili, insignificanti, inutili per il mio destino, immerse in quella finta apparenza di messaggi vuoti, autoprodotta per dare un senso alla propria esistenza. Ma come fanno? Come riescono a trovare un senso così potente da annebbiare quella sensazione nell'essere così? Credono in quel che fanno penserà qualcuno...ma va laaaaaa (Ghedini's copyright). Si illudono penso io. Siamo alla continua ricerca di un motivo che ci permetta di affrontare la giornata, qualcosa che ci stimoli oltre il quotidiano. Per molti quello stimolo sta in pezzi di carta con stampati dei ponti a colori. Anche per me  i ponti sono il motivo quotidiano per trovare egoisticamente interessante la giornata. Ringrazio i miei genitori, molto, non glielo dico mai abbastanza, forse troppo poco, se ho questa fortuna. Come molti nella mia terra é grazie alla generazione che mi ha preceduto che vivo nell'era indiscutibilmente più felice della intera storia della razza umana. Ed io ad un certo punto mi sono reso conto che così non va per un semplice motivo. Abbiamo la grande possibilità di contribuire a fare un passo molto importante e ci perdiamo in quisquiglie per dei pezzi di carta con dei ponti colorati. Possiamo cambiare la prospettiva intera della visione della vita politica, nella quale ciascuno di noi dia il suo punto di vista e partecipi ad una sintesi comune. Io vorrei non essere ricordato per essermi occupato di ponti, io vorrei non essere ricordato per non aver fatto nulla di fronte a questa situazione, io vorrei non essere ricordato per aver partecipato ad una regressione dell'uomo, io semplicemente vorrei non essere ricordato, non mi interessa. Vorrei che il ricordo semplicemente non ci fosse vorrei che chi verrà possa guardare solo al futuro ringraziando il passato come ho fatto io con chi mi ha preceduto. Perché questo é quello che ritengo mio dovere, questo é che sento di fare dopo quella terrificante sensazione del non essere più.

Papà.

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