So che non
mi leggono allegramente i beoti elettori, e meno male.
E neppure
gli imbecilli di cui pullula la penisola da lampedusa al brennero. E meno male.
Ma se per
caso qualcuno di questi insignificanti imbecilli e beoti elettori, filo renzi,
antiberlusconiani, prodalema, antisvendola, dalle scelte ciniche, o del
con-larussa-o-morte, o del tutti-per-la-gnocca-della-santanchè, del governo dei
professori, del sostegno dei saggi,
di quelli
che “prima il pene comune”,
di quelli
che “dobbiamo favci cavico della solidavietà”,
di quelli
che “un paese civile deve partire dagli ultimi”,
di quelli
che “la magislatula non si tocca”,
di quelli
che “lispetto per il monito del plesidente della lepubblica”
di quelli
che “le tasse è giusto pagavle”,
di quelli
che “ci vuole un governo per gestire l’emergenza”,
di quelli
che “sono a rischio le istituzioni”,
di quelli
che “occorre salvaguardare l’unita nazionale”,
di quelli
che “adesso occorre dare fiducia alla gente”,
di quelli
che “adesso dobbiamo dare risposte ai problemi dell’italia”,
di quelli
che “ognuno si assuma la propria responsabilità”,
di quelli
che “vengono prima gli interessi del paese”
di quelli
che “il paese ha bisogno di essere governato”,
di quelli
che “l’euvopa ci guavda”
ecco, se uno
solo di questi imbecilli e beoti elettori si ferma qui a leggere, gli rinfresco
la memoria, e gli ricordo quanto è imbecille e che il tempo per lui e i suoi
compagni di merenda, è scaduto per sempre. Da qui in avanti farai l’imbecille e
il beota elettore con le tasche tue. Noi si è smesso o si sta per smettere di
finanziare te e le cose che ti piacciono cosi tanto, imbecille che non sei
altro.
Allora
andiamo al dunque, dopo i complimenti di servizio, contenuti nella premessa
Ve lo
ricordate nel 2006, il mortadella di bologna ?
la sciagura
e la sfiga cosmica peggiore che l’italia abbia mai conosciuto ? ve lo ricordate
?
sfottuto
dagli amici d’osteria “romolo & fremo”, al secolo romano prodi ? ve lo
ricordate quando accompagnato dai suoi compagni di merende : rutelli, letta,
d’alema, la bindi, di pietro, e tutta l’accozzaglia kattokomunista
all’amatriciana, si presentò con il famoso programma di governo per l’italia ?
bene.
282 pagine
totali. Una sorta di treccani per il popolo beota del consenso elettorale. Già
scorrendo l’indice t’accorgi che il mortadella e i suoi compagni di merende,
hanno pensato a tutto in quel proclama da fannulloni di professione.
Voglio
tuttavia ricordare qui solo una delle tante illusioni ottiche, architettate
magistralmente dal mortadella, e da tutti quelli che per vincere le elezioni,
come lui promettono qualcosa. Letta laqualunque, attuale parassita del
consiglio, segue l’esempio di prodi. A distanza di anni, è vero, non passando
neppure per il fastidio delle elezioni. E’ così tanto garbato da non disturbare
le decine di milioni di imbecilli beoti elettori, che alla sola parola “voto,
elezioni” rischiano la commozione cerebrale e di rimanere fulminati.
Ecco in quel
programma, che a suo tempo ribatezzai “il proclama dei fannulloni”
l’espressione “costo del lavoro” appare 7 volte (di cui 2 agli indici o ai
titoli dei paragrafi) in 282 pagine.
Riporto
testualmente dal suddetto proclama dei farabutti :
pag. 119 –
Le cause del declino che investe il sistema paese sono molteplici:
- l’arretratezza, la protezione e l’alto costo dei servizi acquistati dalle
imprese (energia, trasporti, servizi bancari e assicurativi) e dai lavoratori
(distribuzione commerciale) che tengono alto il costo del lavoro e basso il
salario reale;
pag. 127 –
il peggioramento della posizione competitiva (a causa della peggior dinamica della
produttività italiana il costo del lavoro per unità di prodotto negli anni 2000
è cresciuto dell’1% in Germania, del 10% in Francia del 20% in Italia);
pag. 170 –
Una soluzione di respiro più ampio al problema della adeguatezza delle pensioni
dei lavoratori con carriere intermittenti potrebbe prevedere l’erogazione di
una “quota fissa di pensione”, finanziata per via fiscale, da aggiungere alla
parte funzionante con il sistema contributivo. Si tratta tuttavia di un’ipotesi
che presenta diversi aspetti problematici, che riguardano l’onerosità
dell’intervento, gli effetti più o meno incentivanti sull’emersione del lavoro
e la possibilità di accompagnare gli strumenti con un percorso di convergenza
delle aliquote contributive tra autonomi e lavoro dipendente, con i relativi
effetti sul cuneo fiscale e sul costo del lavoro sostenuto dalle imprese.
pag. 204 –
La nostra azione dovrà poi svolgersi in altre tre direzioni: Ridurre il costo
del lavoro e fiscalizzare gli oneri sociali.
pag. 216 –
L’aumento del tasso di occupazione nel Mezzogiorno, complessivo, ma in
particolare giovanile e femminile, è la strada maestra per ridurne la
disgregazione sociale, per dare nuove chances di vita ai suoi cittadini, per
ridurre il peso dei necessari trasferimenti a carico della collettività
nazionale. Per questo si punterà sulla qualità dell’offerta di lavoro; sul
rendere più conveniente per le imprese investire sulle professionalità dei
giovani. Le risorse finanziarie disponibili indirizzate, a scala nazionale, a
ridurre la differenza fra il costo del lavoro e il salario, saranno orientate –
attraverso una decontribuzione più intensa per i lavoratori a salario più basso
– per favorire lo sviluppo dell’occupazione al Sud, anche contribuendo a
ridurre la vastissima area del lavoro irregolare.
Era il 2006, “romolo & fremo”
vinse le elezioni per qualche centinaio di migliaia di voti contro lo storico
nemico berlusconi.
Sappiamo
tutti come è andata. Il primo provvedimento fu l’indulto per svuotare le
carceri. Perchè si sa che l’italia ha sempre avuto come emergenza nazionale, le
carceri e i suoi inquilini. Lo sanno pure le pietre. Di Pietro, ministro del
governo del mortadella, manifestava davanti a palazzo chigi, con i suoi
confratelli di partito, contro i cugini del governo. Unico caso al mondo di un
ministro che, invece di dimettersi, fa cagnara contro i soci di palazzo.
Dopo poco
più di un’anno di chiacchiere e minchiate, il governo andò in frantumi,
sincronicamente con la durata media degli ormai 64 governi italioti (11 mesi).
Ricordo agli
eventuali imbecilli di passaggio da questo blog, e a coloro che “sono di quelli
che”, che il loro beniamino, Letta Laqualunque, sebbene all’epoca
rassomigliasse ancora a una capinera e non all’odierno barbagianni, noto rapace
notturno porta-jella, Letta Laqualunque era al seguito dell’allegro carrozzone
del mortadella. E promettevano allegramente tutti insieme giulivi, quanto sopra
vi ho riportato, a proposito del costo del lavoro e della sua programma
riduzione.
Dal giorno
in cui il dinosauro del mesozoico primario, cercando il solito barbagianni di
turno lo ha impallinato facendolo planare sulla poltrona di parassita del
consiglio, Letta Laqualunque proclama ai quattro venti : adesso il lavoro !
Priorità : ridurre il costo del lavoro !!
Ecco, io
chiudo qui. Dirmi nauseato è solo un garbato eufemismo.
Ma se
qualche imbecille ancora vota e ancora inneggia alle elezioni, alla demokrazia,
alla sovranità popolare, ebbene sappia costui che se lo incrocio per strada, lo
ficco sotto le ruote dell’auto. Indi lo raccolgo in apposito contenitore per
rifiuti tossici, e ne consegno il contenuto alla prima discarica non
autorizzata più vicina.
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