di Andrea Scanzi fonte
Dunque, per l'informazione funziona così. E' più grave un "Boia chi molla" (immagine orrenda che mi fa schifo e che non userei neanche sotto tortura) di 7 miliardi e mezzo pubblici regalati alle banche private con l'avallo di destra, centro e sinistra. E' più grave criticare la Boldrini ("sessismo") che difenderla per la sua faziosità imbarazzante. E' più grave un "siete qui perché fate i pompini" (altro insulto idiota, greve e indifendibile) di uno schiaffone di un "questore" a una deputata (se lo avesse dato un 5 Stelle, quello schiaffo, ci avrebbero frantumato le palle per mesi con la storiella dei nuovi fascisti). E' più grave contestare Napolitano di quello che ha fatto (e non fatto) Napolitano. E' più grave protestare, anche veementemente, contro una ghigliottina oscena, una Presidente della Camera improponibile e una democrazia in agonia, che uccidere giorno dopo giorno la politica (e la speranza).
Si suole ragionar così in Italia, ed è un ben curioso modo di ragionare: la pagliuzza va uccisa, la trave va coltivata. Non mi stupisce che sia questo il pensiero di tanti casi umani (basta guardarli in faccia) del non-giornalismo italiano e della non-politica nostrana (da uno come Speranza, al massimo, ti aspetti una cosa intelligente giusto quando sta zitto). Ma mi mette un po' di malinconia che questa faziosità, e questo tifo becero, siano ormai l'unica coperta di Linus rimasta a tanti (non tutti) elettori che, pur di vincere, si sono affidati a un bischerino ambizioso e si sono fatti pure piacere una legge elettorale che in confronto il Porcellum era quasi un capolavoro.
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