Accompgnavo i miei figli scuola, avevo il compitino per casa affibiatomi dalla moglie:
"chiedi alle maestre se c'è sciopero ma non usare il termine sciopero che si inkazzano...."
obnubilato dal sonno non diedi peso alle parole, ma pensai solo alle conseguenze se non avessi svolto il compitino da diligente e maritino.
Giunto a desinazione chiesi alle mastre a che ora avrei dovuto prendere i bimbi, ovvero se vi fossero modifiche all'orario.
Le maestre che, per mia somma fortuna, sono molto scaltre
mi rispondono col sorrisone:
"noi ci siamo sempre, facciamo molte più ore di quelle necessarie, anzi ci chiedono pure di fare volontriato per coprire le supplenze, figuriamoci se facciamo sciopero."
Non è la prima volta - e sono certo sia capitato a tutti - di sentire che le maestre lavorano di fatto per la loro dedizione alla missione di educatrici più che per il giusto compenso.
Non resisto e faccio una domanda che, credo, nessuno fa mai omertosamente sbattendosene gli zebedei dei problem altrui:
"Di grazia, se non sono indiscreto, perchè c'è questa "forma" di protesta?"
Io lo sapevo già, ero ben informato dei molti problemi del corpo docente, tipo che non ha un rinnovo contrattuale dal 2009, straordinari non pagati, docenti assistenti dei bambini con necessità di maggiore assistenza carenti, ma mi pareva giusto far capire loro che mi stavo interessando ....
Io lo sapevo già, ero ben informato dei molti problemi del corpo docente, tipo che non ha un rinnovo contrattuale dal 2009, straordinari non pagati, docenti assistenti dei bambini con necessità di maggiore assistenza carenti, ma mi pareva giusto far capire loro che mi stavo interessando ....
Stasera incappo poi in un post di Giuseppe Brescia (m5s) e penso alle due maestre di mio figlio....sconsolato.
"I TANTO PUBBLICIZZATI SOLDI PER LA SCUOLA SONO SOLDI “PRESI” DALLA SCUOLA!
Adesso che sono arrivate cifre e carte della legge di stabilità, abbiamo scoperto anche la verità sui fantomatici investimenti alla scuola de "LaBuonaScuola" di Renzi: I FONDI PER LA SCUOLA LO SAPETE DA DOVE LI HANNO PRESI!? TAGLIANDO FONDI... ALLA SCUOLA
Ci spiace constatare come gli interventi nel comparto scuola di questa legge di stabilità, siano l’ennesimo esempio di 'cambiamento di nome alle cose lasciando nei fatti tutto com’è', pratica a cui questo Governo della “buona comunicazione” è particolarmente affezionato.
GUARDATE COSA SI SONO INVENTATI: se da un lato nell’articolo 3 si stanzia un miliardo di euro per il fondo “La buona scuola”, dall'altro, nell'articolo 28, ci sono una numerosa serie di tagli al Ministero, portando ad un saldo addirittura negativo. Si investono soldi nella scuola prendendoli da dove? Dalla scuola.”
MA NON SOLO! L'articolo 3 della legge di stabilità 2015, di fatto chiede al Parlamento una delega in bianco per la realizzazione di un mero fascicoletto governativo assolutamente privo di alcun valore normativo. Insomma fatti e cifre alla mano "La buona scuola”, si riduce ad una serie di annunci, molti dei quali discutibili, per il quale in questa legge si vorrebbe addirittura istituire un apposito fondo.
Cose mai viste, cose di cui neanche i peggiori governi degli ultimi 20 anni erano stati capaci, e negli ultimi 20 anni ce ne sono stati di pessimi.
Altro che ASSUNZIONI DI TUTTI I PRECARI! Con i pochi fondi che si stanno investendo nel comparto a malapena si sarà in grado di provvedere alle assunzioni di una parte degli abilitati. Chiediamo: che ne sarà degli altri 150 mila? Il M5S ha realizzato un vero piano di assunzioni scritto e condiviso con i docenti, dopo delle reali consultazioni, che permetterebbe di inserire nel mondo del lavoro tutti i precari in 5 anni ed abbiamo trovato anche tutte le coperture.
Questo piano di reclutamento del Governo è semplicemente “una manovra obbligata” per evitare nuove sanzioni dall’UE, ma problematiche altrettanto critiche come quella della “dispersione scolastica” vengono del tutto ignorate dall’esecutivo.
Ci piacerebbe che questo Governo limitasse i giochi di prestigio (o le prese in giro fate voi) e tenesse maggiormente in considerazione gli studi e le valutazioni della intera VII Commissione che da un anno e mezzo sta studiando e lavorando per migliorare l'Istruzione in questo Paese. Abbiamo proposte concrete, già depositate e tante buone idee per la scuola pubblica italiana. Siamo sicuri che se questa commissione avesse l'opportunità di elaborare una seria riforma di questo fondamentale comparto, al netto di tutte le possibili divergenze di merito, potrebbe produrre delle leggi davvero utili.
La scuola italiana ha bisogno di una riforma vera e non di spot, annunci e “libricini”.
Luca
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