TELEMESTRINO WEB TV

guarda la nostra tv a 5 stelle !!!

martedì 7 giugno 2016

Andrea Danieletto rappresenta quello che è il percorso perfetto del Movimento 5 Stelle..

“La sede del comune sarà aperta a tutti…
metteremo il question time per i cittadini che potranno parlare durante i consigli comunali..
…le mozioni potranno essere presentate anche dai SINGOLI consiglieri..
riprenderemo le sedute del consiglio..
cercheremo di coinvolgere i cittadini nelle decisioni..”
sono le prime 5 sberle che Andrea Danieletto tira a tutte le amministrazioni passate..
Andrea Danieletto rappresenta quello che è il percorso perfetto del Movimento 5 Stelle..
Un cittadino informato..si attiva..diventa consigliere di minoranza..
si trova da solo contro tutti…contro regolamenti assurdi..
fa comunque proposte di buon senso..quasi sempre bocciate con le motivazioni più strane..
..non si arrende…porta a conoscenza della comunità di cui fa parte, tutto ciò che è giusto sapere.
Le persone cominciano ad ascoltare, curiose, cosa fa in consiglio comunale questo ragazzo serio, onesto, preparato.
Qualche dubbio sugli altri comincia a sorgere…
Si arriva a fine mandato. 
“Pazzo se solo pensa di ricandidarsi” penso io, “Eroe..se lo fa davvero”.
Andrea Danieletto è Eroe.
Ora è Sindaco di Vigonovo.
Buon lavoro fratello…
Andrea Danieletto
P.s. 
Qualità video 60% (non importa..fa lo stesso..)
Qualità Sindaco 100% - 5 Stelle D.o.c.





2 commenti:

  1. PROFONDO ROSSO...ALTRO CHE RIPRESA !7 giugno 2016 alle ore 21:22

    Il belpaese del BUGIARDO dei 1000 sindaci eletti e … la REALTA’ !

    http://www.centrostudipromotor.it/comunicati-stampa/pil-pro-capite-2015-aumenta-lo-scarto-negativo-dalla-media-ue/

    PIL PRO CAPITE 2015: AUMENTA LO SCARTO NEGATIVO DALLA MEDIA UE

    Da +18,8% sopra la media UE nel 2001 a -3% sotto nel 2015

    E’ ancora peggiorato nel 2015 il rapporto tra il Pil pro capite italiano e quello medio dell’Unione Europea. Nel 2014 il Pil pro capite italiano era sceso al di sotto di quello medio dell’Unione dell’1,9%. Nel 2015 lo scarto è del 3%. Queste informazioni emergono da un’elaborazione condotta dal Centro Studi Promotor su dati Eurostat. Lo studio mette a confronto la situazione del 2001 con quella del 2015. Nel 2001, che è l’anno che ha preceduto l’adozione dell’euro da parte dell’Italia, il nostro Pil pro capite (in euro 2010) era di 27.800 euro. Nel 2015 il valore corrispondente è stato di 25.500 euro con un calo dell’8,27%. La gravità del dato è evidente in assoluto anche perché nessun altro paese dell’Unione ha avuto una penalizzazione così forte tra il 2001 e il 2015. La situazione dell’Italia risulta però ancora più preoccupante se si confronta il nostro Pil pro capite con quello medio dell’Unione. Nel 2001 il valore dell’Italia superava quello medio del 18,8%, nel 2015, come si accennava in apertura, siamo scesi sotto la media del 3%. Dallo studio del Centro Studi Promotor oltre alla penalizzazione dell’Italia emergono anche altri aspetti tutt’altro che trascurabili. Innanzitutto va segnalato il fatto che un notevole miglioramento in termini di Pil pro capite nei quindici anni considerati lo hanno ottenuto i paesi dell’est che, dopo la caduta del muro di Berlino, hanno gradualmente adottato l’economia di mercato e sono poi entrati nell’Unione.
    Vanno però evidenziati anche i risultati ottenuti da paesi economicamente avanzati come la Germania che ha visto il suo scarto dal reddito medio pro capite dell’Unione passare da +25,6% del 2001 a +29,7% del 2015 o come il Regno Unito il cui scarto dalla media UE è passato da +15% a +17,5%. Per la Francia vi è stato invece un peggioramento in termini relativi in quanto lo scarto del Pil pro capite di questo paese dalla media UE è passato dal +26,1% del 2001 al +19,6% del 2015, ma va segnalato che la Francia è rimasta comunque tra i paesi con Pil pro capite superiore alla media europea, mentre l’Italia, tra tutti i paesi dell’Unione, è l’unico ad essere passato dal gruppo dei paesi sopra la media al gruppo dei paesi sotto la media.
    Al di là del caso clamoroso dell’Italia, dall’elaborazione del Centro Studi Promotor emerge anche la penalizzazione subita dagli altri paesi mediterranei della zona euro. In particolare per la Spagna, tra il 2001 e il 2015, lo scarto dal Pil pro capite dell’Unione è passato da -5,6% a -12,2%, per il Portogallo si è scesi da -29,9% a -36,9%, per Cipro da -10,7% a -21,7% e per la Grecia da -22,2% a -35,4%. Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, “le cause del forte peggioramento del Pil pro capite in termini relativi, oltre che in termini assoluti, dell’area meridionale della zona euro sono indubbiamente molte e complesse, ma dai dati emerge con grande chiarezza l’esigenza di rinegoziare i trattati nell’ambito della UE e della zona euro, in quanto non è certo compatibile con lo spirito dell’Unione, che allo sviluppo dei paesi più ricchi e di quelli dell’Est si associ l’impoverimento e il declino di un’area di grande importanza non solo economica e sociale, ma anche strategica come l’area dei paesi dell’Europa mediterranea”.
    Bologna, 30 maggio 2016

    RispondiElimina
  2. PROFONDO ROSSO...ALTRO CHE RIPRESA !8 giugno 2016 alle ore 13:58

    Il belpaese del BUGIARDO dei 1000 sindaci eletti e … la REALTA’ !

    Sanita': 11 milioni di italiani rinunciano a cure
    Censis-Rbm,si rinvia o si rinuncia per difficolta' economiche
    08 giugno, 12:59

    ROMA - Erano 9 milioni nel 2012 e sono diventati 11 milioni nel 2016 gli italiani che hanno dovuto rinviare o rinunciare a prestazioni sanitarie a causa di difficoltà economiche. È quanto emerge dalla ricerca Censis-Rbm, presentata in occasione del Welfare Day.
    Sempre più persone quindi non riescono a finanziarsi le prestazioni di cui avrebbe bisogno. In particolare a soffrire il problema sono 2,4 milioni di anziani e 2,2 milioni di millennials, ovvero i nati tra gli anni '80 e il 2000.

    "L'universo della sanità negata tende a dilatarsi", tra "nuovi confini nell'accesso al pubblico e obbligo di fatto di comprare prestazioni sanitarie", spiega la ricerca Censis-Rbm Assicurazione Salute. Ma meno sanità vuol dire anche "meno salute per chi ha difficoltà economiche o comunque non riesce a pagare di tasca propria le prestazioni nel privato o in intramoenia".
    http://www.ansa.it/saluteebenessere/notizie/rubriche/salute/2016/06/08/sanita-11-milioni-di-italiani-rinunciano-a-cure_504571b8-168f-42c8-8521-e897b289f572.html

    RispondiElimina

Il tuo commento sarà motivo di riflessione!