segnaliamo un articolo di ANATOLIO
ANATOLI:
Grillo e Casaleggio prevedono sollevazioni popolari in autunno e qualche
ministro ammette che c'è del vero in ciò che paventano. In una recente
intervista a Nuzzi, Casaleggio ha dichiarato: “Io penso che il Paese avrà nei
prossimi mesi, non so quanti, uno shock economico. Uno shock che potrebbe
portare a una ridefinizione della rappresentanza politica oppure a uno
spostamento della politica da problemi politici a problemi di carattere
sociale: disordini, rivolte. Quindi qualcosa che non può essere dominato dalla
politica”. Previsione non campata in aria, quella di Gianroberto Casaleggio, e
piuttosto facile da fare. Del resto, imponendo al paese il capestro voluto
dall’unione europoide, attraverso l’opera di un governo collaborazionista,
l’esito potrebbe essere proprio quello.
La “profezia” dei capi di m5s, ripetuta più volte, in questi ultimi tempi,
potrebbe trovare riscontro nella realtà. E questo già nell’autunno-inverno
dell’anno in corso. Se ti tolgono il lavoro, la sicurezza, la possibilità di un
minimo di pianificazione dell’esistenza, e persino il cibo, non puoi che
prendere le armi, proprie o improprie che siano, e spaccare tutto, cercando di
fermare i tuoi nemici. In particolare quelli più prossimi a te e più raggiungibili.
Cioè gli assassini collaborazionisti di governo che operano contro di te e i
tuoi cari, in nome e per conto degli euronazisti, dell’atlantismo,
dell’occidente, del libero mercato globale e della liberaldemocrazia.
Il rischio di estesi sociali disordini, in Italia, è quindi un rischio reale,
anche se alcuni politici, come il venduto Letta e l’altrettanto
venduto Napolitano che lo sostiene, continuano a tacere, negando con il loro
silenzio, o le loro dichiarazioni ufficiali vuote, retoriche, talora
provocatorie anche l’evidenza. E tirano dritto per la loro strada, con tutti i
politici collaborazionisti dietro, disposti, pur di poter perpetuare il loro
sottopotere, a camminare sui nostri cadaveri.
Un documento interessante, a riguardo della repressione prossima ventura di
possibili (o molto probabili) riots a sfondo sociale, è la “Direttiva
Ministeriale in merito alla politica militare per l’anno 2013” ( direttiva_ministeriale_2013.pdf
) del ministero della difesa, attualmente affidato a Mario Mauro, ex pidiellino
transfuga nella cosiddetta scelta civica di Monti, e in precedenza retto (fino
al 28 aprile del corrente anno) dall’ammiraglio-politico “indipendente”
Giampaolo Di Paola. In questo documento di una ventina di pagine, diviso in tre
parti – Inquadramento politico-strategico, Il Ruolo della Difesa nel contesto
delle scelte pubbliche, Uno strumento in continua trasformazione – si fa il
quadro della situazione, nazionale e internazionale, e si esplicitano gli
obbiettivi assegnati alla difesa (e di conseguenza alle forze armate tutte) per
l’anno in corso.
Inutile dire che nella citata direttiva ministeriale, che riguarda una materia
tanto delicata quanto quella dei corpi militari, delle armi, del loro impiego,
si proclama diffusamente fedeltà alla nato, all’unione europoide e a tutte le
“alleanze” e i trattati imposti in occidente. Una fedeltà, chiaramente
acritica, assoluta, mai messa in discussione in nome della sovranità nazionale,
che nasconde a malapena la totale subalternità dell’Italia alla ue, alla bce,
agli usa e alla nato. Tanto è vero che basta scegliere una pagina a caso del
documento, ad esempio la pagina n. 10, per imbattersi in passaggi come “la
sempre più stretta cooperazione con gli alleati della NATO e con i partner
europei dovrà costituire un elemento portante delle scelte nazionali”. E’
chiaro che gli aerei F-35 sono irrinunciabili, nonostante i costi e i problemi
che si portano dietro. Oppure ci si imbatte in frasi come “l’Italia dovrà saper
cogliere tali opportunità in chiave europea e atlantica per gestire in maniera
intelligente la trasformazione del proprio apparato militare”. E questo per
quanto riguarda specificamente lo strumento militare nazionale, chiaramente
sottoposto, con la piena complicità del governo Letta e del ministro della
difesa Mario Mauro, alla dittatura europoide e alle “pressioni” americane-nato.
Il documento in parola ci avverte, a pagina 11, che “L’Italia continuerà a
contribuire a quelle operazioni militari, condotte sotto l’egida delle
organizzazioni internazionali o sulla base di accordi bilateri, che favoriscano
il permanere e il ristabilimento della pace e dell’ordine internazionale.” E’
chiaro che continuerà la partecipazione italiana, in posizione del tutto
subalterna, alle guerre “di pace”, “democratiche”, “per i diritti umani”, cioè
quelle americano-globaliste contro i popoli ribelli da sterminare.
Ma c’è qualcosa di preoccupante che ci riguarda direttamente, in quanto popolo
italiano, nella direttiva ministeriale 2013 in materia di difesa. Leggiamo
attentamente a pagina 8 del documento allegato, in cui si parla de “Il ruolo
dell’Italia nel sistema delle relazioni internazionali” (I, Inquadramento
politico-strategico) e scopriamo quanto segue.
“31. Non può essere, infine, ignorata la possibilità, per quanto remota, di un
coinvolgimento del Paese e del sistema di alleanze del quale siamo parte in un
confronto militare su vasta scala e di tipo “ibrido”, ovvero che implichi sia
operazioni convenzionali, sia operazioni nello spettro informativo, sia
operazioni nel dominio cibernetico. […]
“32. Elemento irrinunciabile della politica nazionale è anche il pieno rispetto
degli impegni assunti in sede europea, impegni finalizzati a garantire la
stabilità di lungo periodo della moneta comune e, con essa, dell’intero sistema
economico comunitario. Tale stabilità deve essere considerata come essenziale
per il perseguimento del fine ultimo costituito dalla sicurezza del sistema
internazionale e delle relazioni politiche ed economiche che in questo si
sviluppano.”
“33. L’Italia, pertanto, deve operare con determinazione per azzerare il
deficit di bilancio e ricondurre nei tempi previsti il debito pubblico entro i
limiti stabiliti a livello europeo. Il mantenimento di una consapevole
disciplina di bilancio lungo un arco di tempo pluriennale rappresenterà,
quindi, un vincolo ineludibile nella definizione delle scelte in materia di
difesa che, negli anni, saranno adottate.”
Mettendo insieme questi tre punti e sapendo leggere fra le righe, il quadro che
ne esce è, a dir poco, per noi preoccupante. Obbiettivo primario è il pareggio
di bilancio, il mantenimento e la difesa dell’euro a qualsiasi costo (anche a
costo del sangue della popolazione) e il conseguente mantenimento dell’Italia,
checché ne dica il popolo, nel lager dell’eurozona, fondamentale spazio
globalista in cui rinchiudere i popoli europei adattandoli, con le buone o con
le cattive, al nuovo ordine neocapitalistico. Il vincolo ineludibile della
disciplina di bilancio nel lungo periodo informa anche le scelte in materia di
difesa e in materia di impiego delle forze armate, perché, leggendo fra le
righe, la minaccia risulta chiara. Se il popolo ridotto allo stremo si
ribellerà – a partire dall’autunno-inverno di quest’anno, poniamo – non si
esiterà a impiegare la forza, armata, per ridurlo a più miti consigli, in un
possibile conflitto “ibrido” in cui molte saranno le armi impiegate, accanto a
quelle convenzionali. Ecco che quella “possibilità remota” di coinvolgimento
militare in un conflitto, di cui al punto 31, diverrebbe drammaticamente
concreta e la forza militare nazionale sarebbe impiegata, da uno spregevole
governo collaborazionista degli occupatori del paese, contro lo stesso popolo
italiano, a vantaggio, come si scrive nel testo riportato, della stabilità di
lungo periodo della moneta comune, controllata da entità private
euroglobaliste, nonché del mantenimento di una consapevole disciplina di
bilancio (ormai recepita in costituzione) lungo un arco di tempo pluriennale.
Perciò prepariamoci, perché in presenza di disordini sociali estesi, ai quali
la repressione poliziesca e dei carabinieri non riuscirà a far fronte,
scenderanno in campo le forze armate, autorizzate a impiegare contro il loro
stesso popolo ogni mezzo, in uno strano conflitto “ibrido”. E per difendere
cosa? L’integrità del territorio nazionale? L’indipendenza del paese? La sua
piena sovranità? Certo che no! Unicamente per difendere, passando sui nostri
cadaveri manovrate da un governo collaborazionista di occupazione, i
presupposti della globalizzazione neoliberista, che si serve dell’euro, della
nato, degli organismi sopranazionali e del sistema di alleanze del quale siamo
parte, per rischiavizzarci e schiacciarci senza pietà.
Le precedenti considerazioni, facili da fare se si legge con un po’ di
attenzione la “Direttiva Militare” per l’anno 2013, ci fanno capire che è
proprio questa “democrazia europea e occidentale”, di cui si servono il libero
mercato e il grande capitale, a essere il nostro peggior nemico. Un nemico da
combattere senza esclusione di colpi e senza pietà alcuna. Perché loro, di noi,
non hanno e non avranno alcuna pietà. In fede anticapitalista e anti
liberaldemocratica