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giovedì 29 giugno 2017
mercoledì 28 giugno 2017
Il cazzaro ormai è ai titoli di coda
di Alessandro Di Battista
SOLO FATTI, LASCIO A VOI I COMMENTI!
1. «Vi chiedo di allacciarvi le cinture, perché qui stiamo decollando davvero. Vola l'Italia, vola Alitalia» (Matteo Renzi, 4 giugno 2015).
Lo scorso maggio, dopo l'ennesima crisi di Alitalia (colpa dei vertici, non dei lavoratori), il Governo Gentiloni stanzia 600 milioni di euro e li dà alla compagnia. Ad oggi il Governo non ha ancora trovato un acquirente e non c'è un piano industriale.
2. «Il nostro sistema bancario è solido, non lo cambierei con quello tedesco» (Matteo Renzi, 21 dicembre 2015).
Domenica scorsa (25 giugno) il Governo Gentiloni vara un decreto per salvare Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. Il Governo mette a disposizione 17 miliardi di euro. Ad Intesa San Paolo, subito, regala 5,5 miliardi di euro. Sapete in quanto tempo li hanno trovati? In 12 minuti di Consiglio dei Ministri!
3. «MPS è risanata, ora investire è un affare» (Matteo Renzi, 22 gennaio 2015).
Il 22 dicembre 2016 il Governo Gentiloni, tramite decreto, e dopo l'ennesima crisi di MPS, istituisce un fondo di 20 miliardi di euro per salvare le banche. Di questi 6,5 sono per MPS.
Sono 4 anni che lottiamo per il reddito di cittadinanza (costa 17 miliardi all'anno e serve per alzare le pensioni minime italiane). Ci hanno detto che non ci sono soldi. Per coprire i loro fallimenti ci mettono il tempo di un prelievo al bancomat. E il bancomat siamo tutti noi!
martedì 27 giugno 2017
lunedì 26 giugno 2017
Renzi ha resuscitato l'idea migliore che ha di se stesso, cioè Berlusconi.
Europee a parte, peraltro le elezioni che agli italiani non sono mai fregate nulla tranne (chissà perché) nel 2014, Renzi ha perso tutto. Sempre. Comunque. Con costanza invidiabile, vorace, totalizzante. Ora l'ultimo (?) tassello: un disastro totale, a parte Padova (menomale: Bitonci al massimo potrebbe essere sindaco di Stocazzoland) e non molto altro. Una slavina epica. Oserei dire imperitura. D'Alema, nel 2000, si dimise per molto meno. È ancora torcida inesausta, come il 4 dicembre: però per gli altri. Eppure - vedrete - da domani ripartiranno con la storia che questa variante del Pokemon tontolone è una lince ineffabile. "L'unica alternativa al populismo". Un talento. Il nuovo Antognoni. "Un vincente". Nel frattempo lui, con la peggiore "classe dirigente" mai vista dai tempi di Topo Gigio e Scaramacai, le perde tutte. Devasta il centrosinistra. Spolpa quel che resta del Pd (acronimo di Partito Derelitto). E si consegna con sicumera stolida all'abisso. Fenomeno assoluto. È meraviglioso: subito poster in camera e creazione della pagina "Renzi mi gasa a bestia come neanche i singoli di Don Backy remixati dal Poro Schifoso". Renzi è addirittura riuscito in un'impresa metafisica: ha resuscitato l'idea migliore che ha di se stesso, cioè Berlusconi. Non era facile: idolo delle galassie. Pallone d'oro, campione del mondo e recordman nei 3000 siepi. Agile.
domenica 25 giugno 2017
Lecca,lecca renzino
di Nicola Morra:
Tutti ad indignarsi per il nuovo contratto di Fabio Fazio.
Ma questo contratto per la parte pubblica chi l'ha firmato?
Il nuovo CdA condotto da Sua Renzianità Mario Orfeo.
E perché allora non farglielo pagare a questi signori devotamente proni nei confronti del potere rignanese per la parte eccedente quanto consentito dalla Legge?
Se semplicemente si applicasse la regola della responsabilità patrimoniale ed economica nell'amministrazione della cosa pubblica, quante schifezze scomparirebbero!
sabato 24 giugno 2017
Basta menzogne renzine
Di Angelo Tofalo
Durante la mia esperienza in Parlamento ho conosciuto Uomini di Stato e uomini di partito. Ci sono quelli che ti vedono come un Deputato della Repubblica e in nome della stessa ti tutelano e quelli che tessono fitte trame con l’unica finalità di conservare il controllo, continuando a tenere pezzi di Stato in mano a mini-club di carrieristi...
Siamo ormai entrati nella carne viva del Paese, vi prego di condividere questo video per aiutarmi a contrastare questa ennesima menzogna di Matto Renzi!
Ricordo a tutti che la somma di denaro che riceverò come risarcimento per i danni che ho subito sarà utilizzata per garantire la formazione a giovani studenti nelle materie della Sicurezza.
Renzi, a sua insaputa, per la prima volta nella vita finanzierà la crescita delle nuove menti che domani difenderanno la democrazia nel nostro Paese.
Ho dato mandato ai miei avvocati di procedere nei confronti del signor Matteo Renzi, segretario del Partito Democratico. Vi chiedo di condividere questo filmato per contrastare l'ennesima menzogna contro me e il MoVimento 5 Stelle > https://goo.gl/cnNhAj
giovedì 22 giugno 2017
mercoledì 21 giugno 2017
Ecco perchè hanno paura di noi
A volte anche i più fedeli sostenitori della lista Pedron/Agostini sono colti da piccoli ed estemporanei dubbi nell'osservare l'azione politica di chi "comanda" Mestrino.
I messaggi che ho ricevuto e le attestazioni di solidarietà dopo quanto accaduto l'altra sera in consiglio comunale, anche da parte di persone davvero vicine (molto vicine 😊😊) alla maggioranza, ne sono una dimostrazione lampante!
A tutti coloro che si chiedono "perchè?" ... perchè hanno rifiutato di collaborare su un tema di interesse così grande e condiviso come quello riguardante la sicurezza stradale, rispondo postando qui sotto un articolo di giornale che apparentemente non c'entra nulla.
Leggete il riquadro in rosso!
Viene riportata un'intercettazione telefonica tra personaggi di dubbia onestà (uso un eufemismo) che discutono sul fatto che da poco Chioggia è governata dai "grillini".
Traspare la preoccupazione che i soliti intrallazzi non si possono più fare !!!
Ora ... tocca a voi trarre le opportune riflessioni e conclusioni sul motivo per cui... secondo taluni, è meglio tapparci la bocca (e non solo!)
Flavio Pinton
*Con questo post informiamo che la simpatica polemica con un pentastellofobo razzista de noaltri si chiude per sempre oggi.
Eravamo convinti di avere a che fare con una persona dotata (così ce l'avevano descritta) di medie capacità cognitive, ma ci siamo sbagliati. Egli è solo intriso d'odio e cataloga le persone per appartenenza partitica e non per le idee espresse (ecco perchè razzista). A volte la sua manifesta ignoranza sui temi è così palese da apparire anche finta e quindi maliziosa.
Buon viaggio razzista, a mai più!
martedì 20 giugno 2017
Rabbia? ... ora non più, ora solo pena...per "loro"
La rabbia provata ieri sera si è trasformata in pena.
Mi fanno pena!
Negli ultimi tre anni hanno sempre negato l'evidenza, il problema sicurezza stradale per loro non esisteva.
"va tuto ben, e regoe xe rispetae"...e quindi mozioni, interrogazioni presentate in questo periodo di tempo sono state regolarmente o bocciate o derise.
Poi sono arrivati una sequela di incidenti gravi, luttuosi.
E alla proposta delle liste di minoranza di costituire una commissione apposita che lavorasse d'intesa e proponesse soluzioni... hanno risposto come bambini immaturi e invidiosi: ne facciamo una noi di commissione!
Siamo andati avanti, noi abbiamo lavorato, ci siamo impegnati, abbiamo incontrato cittadini, associazioni, tecnici, serate a discutere, serate a scrivere, pomeriggi a girare per le vie del paese, per le vie delle frazioni, fotografare, realizzare video esplicativi.
Loro? ... boh!
Abbiamo terminato il lavoro, abbiamo elaborato un dossier, abbiamo preparato una bella presentazione con slide, abbiamo chiesto di discuterlo in consiglio comunale.
Loro? ... non hanno prodotto nulla e non l'hanno nemmeno letto.
E così sono ritornati bambini immaturi e invidiosi, si sono chiusi a riccio e non hanno voluto parlarne.
Hanno chiesto a chi di dovere di trovare un appiglio burocratico per bloccare il consiglio, chi di dovere gliel'ha preparato e ... soddisfatti, questo appiglio se lo sono votato.
Pagina brutta, pagina volgare, pagina povera che rappresenta la "loro" politica!
Di questo verrà informato il prefetto, non finisce qui!
Di questo verrà informato il prefetto, non finisce qui!
Chiedo a tutti coloro che hanno una coscienza di condividere questa informazione.
A volte sapere come vanno davvero le cose può contribuire a cambiarle ... IN MEGLIO !
lunedì 19 giugno 2017
Dossier "sicurezza stradale a Mestrino"
Verrà presentato questa sera in consiglio comunale ore 19:00
DOSSIER
“SICUREZZA STRADALE A MESTRINO”
PREMESSA
Siamo a presentare questo documento Dossier denominato
“Sicurezza stradale a Mestrino” redatto dai Consiglieri Comunali dei gruppi
consiliari di minoranza Vivi Mestrino e M5S, in collaborazione con associazioni
culturali del nostro comune di Mestrino e molti privati cittadini che con
competenza e costante partecipazione hanno dato vita ad una commissione.
L’idea di creare un confronto e una discussione sul tema
sicurezza nasce dall’esigenza, analizzando con molta attenzione il nostro
territorio, di cercare le criticità, e/o inefficienze della nostra viabilità,
indicando quali potrebbero essere le soluzioni da adottare nel territorio del
comune di Mestrino nell’immediato dove possibile e/o attraverso una
programmazione sostenibile pluriennale.
Il principale obiettivo va ricercato nell’urgenza di trovare
soluzioni per evitare o quantomeno ridurre e limitare la probabilità ed il
rischio di incidenti stradali e creare la Valenza culturale di una rete di
percorsi ciclabili, un maggior contatto tra cittadini e natura.
Il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS), esiste
anche nel nostro comune di Mestrino, è datato 2007 e ad oggi nessun rapporto
e/o aggiornamento è stato inserito e/o
predisposto.
I gruppi Consiliari di minoranza Vivi Mestrino e M5S,
consapevoli di questa assenza di programmazione sul tema sicurezza stradale a
Mestrino hanno proposto all’attuale Amministrazione Comunale, in sede di
Consiglio Comunale a gennaio 2017, di istituire una Commissione Consigliare
allargata avente questa finalità. La proposta dei gruppi consiliari di
minoranza Vivi Mestrino e M5S non è stata approvata dal Consiglio Comunale in
quanto tale Commissione Consigliare allargare non trova sostenibilità tra le
forme e contenuti del regolamento comunale del Comune di Mestrino. Ci si è
chiaramente nascosti tra le formalità, per evitare o meglio nascondere la
verità che emerge chiaramente, una verità drammatica che amplifica
l’inefficienza dell’attuale Amministrazione Comunale nelle soluzioni adottate a
Mestrino e frazioni in questi ultimi anni.
I gruppi consiliari di minoranza Vivi Mestrino e M5S decidono
ugualmente di istituire questa commissione sicurezza, invitando a questo lavoro
vari enti, aventi competenze e responsabilità sul territorio di Mestrino quali:
•Presidente Consiglio di Amministrazione di Veneto Strade
•Presidente Regione Veneto
•Assessore alla viabilità e alle infrastrutture della Regione
Veneto
•Presidente provincia di Padova
•Consorzio di polizia locale Padova Ovest
•Presidente Consiglio di Istituti di Mestrino
•Presidente Comitato genitori di Mestrino
•Presidente associazione culturale “Il rompighiaccio “
•Presidente Croce Rossa Padova
•Presidente Croce Verde Padova
•Sindaco dei Comuni di Rubano,Mestrino, Veggiano, Saccolongo,
Grisignano di Zocco
In quanto commissione “non istituzionale “, non abbiamo avuto
l’onore della loro partecipazione ma è riconosciuto ed elogiato all’interno di
questo documento il lavoro, le competenze e le presenze di:
•Associazione Culturale “Elios”
•Associazione culturale “La Torre”
•Privati cittadini
Questa Commissione “Sicurezza a Mestrino“ ha seguito, nel
corso dei vari appuntamenti, uno schema e argomenti da trattare ben definiti,
grazie anche al contributo e al supporto di documenti fotografici, filmati
video documenti pubblici ufficiali registrati, decreti legislativi dei
Ministeri dei Lavori Pubblici e dei Trasporti, documentazione della Provincia
di Padova, rilevazioni e osservazioni Arpav Veneto, Asl Padova.
La documentazione fotografica e i filmati sono a Vs.
disposizione qualora, in qualsiasi momento, vogliate prenderne visione.
Per maggior
chiarezza abbiamo suddiviso il presente dossier in più capitoli d’interesse e
sviluppo.
GRAP - Grande Raccordo Anulare di Padova
Ci sono scenari alternativi per risolvere le criticità del
traffico nella R11?
Per introdurre l’argomento del G.R.A.P. (Grande Raccordo
Anulare di Padova), è stato esposto uno studio sui FLUSSI DI TRAFFICO (presente
sul sito della Provincia di Padova) sull’intero tratto della sr11 che va da
Grisignano di Zocco a Padova. I dati sono relativi al 2012, quindi sono passati molti anni, eppure si evidenziava un aumento
del 5% del traffico pesante meno significativo durante l’arco dell’intera
giornata, con picchi registrati nelle fasce orarie 8.00-9.00 e 18.00-19.00
nell’area di Mestrino da e per Padova.
Il progetto del GRAP, detto anche Orbitale, nasce oltre un
decennio fa per bypassare esternamente l’area urbana più prossima. L’opera vede
la partecipazione di privati (project financing) e che ha avuto inizio nel
2000, come dimostrato da una relazione redatta dalla società Net Engineer (2012),
incaricata di fare sull’opera lo studio di fattibilità.
GRAP (Progetto originale)
Il suo valore si aggira intorno ai 37 mln di euro (alla
nascita) e prevede la realizzazione del tratto che va da Ronchi a Selvazzano
Dentro, l’“allargamento” di via PELOSA (che inizierà tra non molto), più il
tratto della complanare (strada parallela al tratto autostradale da Grisignano
a Ronchi lungo circa 20 km). Quest’opera ha però trovato ostacolo da parte di
comitati di cittadini del comune di Limena e Ponterotto vista la necessità di
espropriare i terreni adiacenti all’opera per un valore di circa 2 mln di euro;
ciò permetterebbe di incanalare il traffico pesante (e non solo) nelle zone
industriali evitando i centri abitati (in particolare di Mestrino: unico comune
nel padovano ad essere tagliato a metà da un così importante tratto stradale).
Nel corso del 2016 sono stati fatti una serie di incontri a
cui sono stati invitati i comuni interessati dall’opera (SELVAZZANO DENTRO,
RUBANO, MESTRINO, LIMENA E VILLAFRANCA), durante i quali “molti comuni avevano
espresso la necessità di ragionare in maniera comune su mobilità e viabilità”.
Nel corso di questi incontri è emerso che la realizzazione del progetto non
avrebbe visto inizio prima del 2050 a causa di mancanza di fondi, i comuni
coinvolti avrebbero partecipato in “quota-parte”.
Ad oggi non si hanno notizie certe circa la realizzazione del
tratto di GRAP che interessa la nostra comunità, se non che ancora molti anni
probabilmente passeranno prima di vederne il compimento, se lo vedremo.
Le osservazioni dei gruppi Vivi Mestrino e M5S sono le
seguenti:
-
Mestrino ha partecipato agli incontri
con i comuni interessati, nel corso del 2016?
-
E’ stato prodotto un documento di
tali incontri?
-
Quali passaggi ha compiuto l’attuale
amministrazione, con la Regione e la Provincia, per aggiornarsi sull’argomento?
-
Ci sono nuovi studi di fattibilità in
corso? È in fase di aggiornamento lo studio precedente?
REGIONALE
11
PREMESSO
La commissione ha analizzato le proposte e i progetti che nel
passato sono stati elaborati, nelle sedi istituzionali, con l’intento di
ridurre il grande flusso di auto e mezzi pesanti transitanti la regionale 11.
Si è osservata l’evoluzione nel tempo del progetto G.R.A.P. e
gli ostacoli incontrati sia dal punto di vista delle opposizioni all’opera da
parte dei cittadini residenti il territorio interessato e sia dal punto di
vista dei finanziamenti necessari per l’esecuzione.
In particolare da tempo si parla dell’allargamento di via
Pelosa che, secondo molti pareri tecnici, potrebbe risolvere la congestione di
traffico soprattutto nel tratto di regionale 11 che “interessa” il nostro
paese.
Ad oggi comunque le informazioni raccolte testimoniano che
tutto “è fermo”.
Secondo il giudizio della commissione, a fronte soprattutto
dei recenti incidenti stradali molto gravi che dimostrano l’insicurezza della
grande via di comunicazione, si rende quindi necessario intervenire
immediatamente sulla regionale 11 con delle modifiche anche strutturali.
La stessa commissione è infatti giunta alla conclusione che,
anche se fosse dimostrato che le attuali norme vigenti sono tutte rispettate (e
ad oggi non abbiamo motivo di dubitare su questo) la drammaticità degli eventi
dimostra che alcuni interventi sono improcrastinabili.
In particolare la commissione ha individuato delle opere di
risistemazione della regionale nel tratto mestrinese che di seguito in sintesi
specifichiamo:
-nuove rotonde nella zona “interspar”: modifica
soprattutto di quella oggi disegnata a “fagiolo” poiché i mezzi pesanti e
articolati, nonché pure i mezzi pubblici, sono costretti a percorrerla non
seguendo l’attuale segnalazione delle corsie stradali. Inoltre si rende
necessario l’allargamento delle corsie laterali oggi riservate solo ai pedoni
(troppe persone in bicicletta percorrono normalmente quelle rotonde ed è
pericolosissimo come dimostrano alcuni video che abbiamo realizzato e che sono
già pubblicati in rete). Ci si chiede a questo proposito il motivo
dell’interruzione della via parallela alla regionale (via Marco Polo) che da
molti anni consentiva il raggiungimento in sicurezza del centro di Mestrino da
parte degli abitanti residenti nella zona sud/est del nostro comune;
- zona via Buonarroti/via Milano: la zona è stata teatro di un
grave lutto l’anno scorso. L’allargamento della regionale realizzato diversi
anni fa in quella zona ha creato una forte criticità e pericolo per i residenti
nelle vie sopracitate (vedi video). A nostro giudizio si rendono necessari
interventi sulla regionale (es: spartitraffico centrale) e soprattutto
modifiche della viabilità interna (divieti di svolta e limitazione del traffico
ai soli residenti);
- altre zone con criticità sono elencate nella tabella
allegata;
ZONA
|
PROBLEMA
|
PROPOSTA SOLUZIONE
|
ARLESEGA
VIA NIEVO
|
USCITA SULLA REGIONALE 11
|
OBBLIGATORIETA’ SVOLTA A DESTRA
|
ARLESEGA
VIA FUSINATO
|
VIABILITA’ INTERNA / COLLEGAMENTO
CON NUOVA PIAZZA
|
REALIZZAZIONE PISTA CICLABILE
|
ARLESEGA VIA SACCHETTI/VIA
MATTEOTTI
|
PASSAGGIO TRA LE VIE IMPEDITO
|
REALIZZARE CONGIUNZIONE
|
ARLESEGA VIA KENNEDY
|
ASSENZA PROTEZIONE ZONA “ARENA” –
PRECARIETA’ MANTO STRADALE
|
REALIZZAZIONE PROTEZIONE –
SISTEMAZIONE MANTO STRADALE
|
ARLESEGA ZONA CAMPO DÌ CALCETTO
|
NESSUNA PROTEZIONE NEL TRATTO
“CERESONE”
|
REALIZZAZIONE DELLA STESSA
|
LISSARO VIA RIZZO/VIA S.ANTONIO
|
INCROCIO PERICOLOSO / PISTA
CICLABILE INTERROTTA DA POSTI AUTO
|
SISTEMAZIONE PRECARIETA’
|
ZONA “ASPIAG”
|
CORRIDOIO MANOVRA MEZZI PESANTI
|
CONCORSO SOLUZIONE CON ASPIAG PER
VIABILITA’ PIU’ SICURA
|
ZONA “ASPIAG”
|
USCITA DA C.C. “FORNACE”
|
OBBLIGO DI SVOLTA A DESTRA
|
ZONA IMPIANTI SPORTIVI
|
USCITA “CAMPO DA CALCIO”
|
OBBLIGO DI SVOLTA A DESTRA
|
ZONA BONOLLO
|
ATTRAVESAMENTO PEDONALE “BONOLLO”
FERMATA BUS
|
SEGNALATORE LUMINOSO SU STRISCE
PEDONALI
|
ZONA CHIESA/ASILO/POLIVALENTE
|
ATTRAVESAMENTO PEDONALE
|
SEGNALATORE LUMINOSO STRISCE
PEDONALI
|
ZONA CHIESA/ASILO/POLIVALENTE
|
USCITA AUTO DA PARCHEGGIO SALA
POLIVALENTE
|
OBBLIGO SVOLTA A DESTRA
|
VIA MONTEGRAPPA
|
VIABILITA’ PERICOLOSA
|
SENSO UNICO oppure ELIMINAZIONE
PARCHEGGIO AUTO LATERALE;
da concordare con i residenti
|
ROTONDA VIA DANTE
|
ATTRAVERSAMENTO PEDONALE POCO
VISIBILE DIREZIONE PADOVA (ALBERO)
|
ABBATTIMENTO ALBERO A FAVORE DI
PIANTUMAZIONE MENO IMPONENTE
|
VIA LEOPARDI
|
VIABILITA’
|
RIPRISTINO CONTINUITA’ DELLA VIA
LATERALE INTERNA (via Marco Polo)
|
VIA GIOTTO
|
VIABILITA’
|
RIPRISTINO CONTINUITA’ DELLA VIA
LATERALE INTERNA (via Marco Polo)
|
VIA BUONARROTI
|
VIABILITA’ E NUMERO AUTO CHE
PASSANO SPROPORZIONATO RISPETTO ALLA CONFORMITA’ DELLA VIA
|
OBBLIGO DÌ SVOLTA A DESTRA UN
USCITA SULLA REGIONALE E LIMITAZIONI ALLA VIABILITA
|
ZONA VIA MILANO/VIA BUONARROTI
|
ATTRAVERSAMENTO PEDONALE
SULLA REGIONALE
|
MAGGIORE VISIBILITÀ E SEGNALATORI
LUMINOSI
|
VIA MILANO
|
SVOLTA A DESTRA
SEGNALATORI DI VELOCITA’
|
OBBLIGO DÌ SVOLTA A DESTRA IN
USCITA SULLA REGIONALE;
|
PISTE CICLABILI
Prima
di sottoscrivere il presente dossier sulla sicurezza nelle piste ciclabili del
nostro comune, abbiamo voluto vedere, perlustrare e analizzare la situazione
“piste ciclabili” nel capoluogo e nelle frazioni con i nostri occhi. Ci siamo
perciò recati personalmente, muniti di fotocamere e cineprese, in quasi tutte
le strade del territorio per documentare la situazione e renderci conto di
quali fossero le criticità, di che entità e di quali potessero essere i margini
di miglioramento.
Dai
sopralluoghi da noi effettuati abbiamo riscontrato
·
Una grave
mancanza di progettualità: le piste
ciclabili sorgono “a macchia” nel territorio senza una conseguenzialità, una
logica, una continuità. Le piste sono segnate a tratti nelle vie e non portano
il ciclista per esempio al centro del comune o alla periferia, non portano i
bambini ed i ragazzi alle scuole, non portano gli anziani al loro centro o in
chiesa dando loro la possibilità di percorrere in sicurezza le ciclabili per
raggiungere i luoghi di interesse e ritrovo.
Tratti di ciclabile interrotti e fini a sé stessi sono segnalati in via
Pordenone e in via Aquileia, in via Terribile e in via Mazzini e in molti altri
tratti.
·
Un’ elevata
carenza di sicurezza: molte delle
piste, tra le poche costruite, oltre a non essere adeguatamente segnalate con
cartelli verticali, con segnaletica orizzontale (via Pordenone, via Isonzo, via Mazzini ecc.) o con specchi
per l’immissione delle autovetture (via Martignon) non sono nemmeno protette
con le apposite barriere cosicché i ciclisti sono costretti a transitare
contromano (es. viale Mazzini, via De Gasperi pista ciclabile questa che porta
alle scuole e che dovrebbe essere la più sicura perché percorsa quasi
esclusivamente da bambini in molte fasce orarie). I ciclisti infatti pedalano contromano
e senza nessun divisorio tra la strada e la pista, che li protegga dalle
macchine. Senza parlare poi delle piste ciclabili che coincidono con i
marciapiedi come in via Martignon o in via Isonzo.
·
Una
insufficiente manutenzione: asfalto
divelto, buche, avvallamenti, arbusti che nascono direttamente dalla
pavimentazione o che invadono la pista da terreni incolti e tratti fortemente
compromessi rischiano di far cadere i ciclisti che percorrono queste piste.
CRITICITA’ RETE CICLABILE MESTRINO in
dettaglio
VIA
|
CRITICITA’
|
Pordenone
|
Assenza segnaletica in fine pista.
Stato di deterioramento del manto
ciclabile. In corrispondenza del primo attraversamento pedonale (in direzione
Mestrino centro) assenza del cartello di attraversamento in bicicletta e segnaletica
orizzontale.
|
Pordenone - Aquileia - zona
industriale
|
Tratti ciclabili da 50/100mt. circa
non continuativi
|
Isonzo
|
(verso via Milano) Termina con uno
scivolo: assenza di segnaletica di fine pista.
(verso via Pordenone) Manca
segnaletica inizio pista pur essendo presente a 100mt. l’indicatore di fine
pista (da notare: la pista ciclabile si sostituisce al marciapiede o entrambi
coincidono!)
|
G. Falcone
|
Pista ciclabile per tutta la
lunghezza della strada non congiunta con nessun’altra pista e finisce con la
strada in un campo percorrendo la stessa verso Rubano. Invece dalla parte
opposta, verso via Dante termina con uno stop e non si congiunge con
nessun’altra pista. Presenza di arbusti
|
Terribile
|
La pista ciclabile è lunga tutta la
strada stessa, ma non è contigua a nessun’altra pista.
|
Toscanini – SR11
|
Assenza di specchi stradali
|
Mazzini
|
Pista segnata per tutta la lunghezza
del tratto stradale: assenza di segnaletica in ingresso ed uscita, nessuna
presenza di barriere protettive per i ciclisti, per coloro che entrano da via
Negri auto contromano come chi entra da via Dante.
|
Ortigara - Montegrappa
|
Assenza di specchi per gli abitanti
delle vie che devono immettersi nelle vie, parcheggi vicino al dosso di
attraversamento pedonale, che rende poco visibile l’attraversamento stesso.
|
Calatafimi
|
Presenza di un tratto di pista
ciclabile di 50mt. circa fine a sé stesso.
|
De Gasperi
|
Tratto di pista fine a sé stesso non
collegato con nessun’altra pista, non protetto, molto frequentato dai bambini
per andare a scuola. Le auto parcheggiano spesso in pista poiché la stessa
non è separata dalla strada in nessun modo (cordonata, pilastri).
|
Martignon
|
Ciclabile a singhiozzo in direzione
Lissaro coincidente con il marciapiedi.
|
Kennedy
|
Presenta un manto stradale
deteriorato.
Pista di 100mt. ancora non presenti
arredi stradali.
Il dosso realizzato è
incredibilmente alto.
|
Lissaro
|
La pista ciclabile, in direzione
Lissaro da Campodoro, termina in prossimità del ponte autostradale: bici e
auto si trovano “faccia a faccia”.
La visibilità delle auto provenienti
da Lissaro è fortemente compromessa. Chi procede in bici ha l’ausilio di uno
specchio da cui vedere l’auto che sopraggiunge, ma si trova contro mano nel
senso di marcia stradale.
|
SR 11
|
Da rotatoria a via Tevere: termina
con uno stop impossibile proseguire.
Da via Candeo: termina con stop sul
marciapiede e non c’è attraversamento pedonale.
|
Tutte
queste riscontrate difficoltà alla mobilità leggera portano il ciclista, sia
esso adulto o bambino, a transitare per le strade di Mestrino in mezzo al
pericolo costante causato dalla grande e massiccia presenza di autoveicoli.
Suggeriamo pertanto:
·
di progettare
attentamente le piste ciclabili rispettando le norme e garantendo continuità e
fluidità delle stesse e non costruendole a “singhiozzo” come è stato fatto fino
ad ora;
·
di aumentare la
loro sicurezza dividendo la careggiata per le auto da quella delle biciclette
con barriere e divisori almeno nei tratti più pericolosi e a rischio eliminando
anche la promiscuità tra piste ciclabili e pedonali;
·
di monitorare
sempre la qualità del manto ciclabile e degli arbusti che invadono le piste
stesse;
·
di completare la
messa in posa, sulle piste già in essere, di specchi, cartellonistica,
segnaletica e attrezzature utili per la sicurezza delle stesse.
Tutto
questo al fine di favorire e promuovere un elevato grado di mobilità ciclistica alternativa all’uso dei veicoli a motore nelle
aree urbane del nostro comune e nei collegamenti con i territori limitrofi, con
particolare riferimento alla mobilità lavorativa e scolastica.
INQUINAMENTO DELL' ARIA E
SALUTE : facciamo il punto.
Tra gli
obiettivi primari di questo documento vi è anche un approfondimento sui
risvolti sanitari verso la cittadinanza, risvolti connessi all’inquinamento
derivante dal flusso di mezzi e non solo lungo la SR 11. Mestrino è un comune
che fa parte della prima cintura ovest di Padova e si trova tra le due città più
inquinate del Veneto, Padova e Vicenza, parliamo infatti oltre che della SR 11
anche della autostrada A4 Serenissima che vi scorre vicino, vi è inoltre la
linea ferroviaria Milano-Venezia a nord (principali assi di comunicazione con
cui Mestrino si confronta ogni giorno). Legambiente Padova riferisce come già
in questo primo scorcio di 2017 Padova sia stata la 4° città più inquinata
d’Italia da Pm 10, con 48 gg di superamento dei limiti di legge; siamo dietro
solo a Torino, con 54 gg, Frosinone e Cremona con 52 gg e alla pari con
Vicenza, facendo peggio delle altre città venete. Quando si parla di inquinamento atmosferico
si parla anche di “polveri sottili”; queste sono costituite da una miscela che
include carbonio, piombo, nichel, cadmio, arsenico, nitrati, solfati e miscele
complesse come particelle provenienti dagli scarichi dei veicoli diesel. Nei
centri urbani la fonte principale di polveri sottili è il traffico. Per
legge vengono prese in considerazione quelle dal diametro di 10 micron, le
PM10, e quelle più sottili, le PM2,5. Per quanto riguarda il Pm10 gli
sforamenti del limite di legge giornaliero, che è di 50 microgrammi per metro
cubo da non superarsi per più di 35 giorni in un anno, nel 2016 sono stati 68
(di cui 24 solo nel mese di dicembre). Meno degli 87 del 2015 ma di più dei 58
del 2014. E’ il sedicesimo anno in cui Padova è consecutivamente fuorilegge per
il Pm10. Ricordiamo come “secondo l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità,
non esiste una soglia sotto la quale l’esposizione al PM10 non produca danni
alla salute, ma in ogni caso da anni l’OMS chiede agli Stati di posizionare la
soglia a 20 microgrammi. Per il Pm2,5 nel 2016 (dati al 20 dicembre) la media
annuale del Pm2,5 ha registrato 28 microgrammi, (contro i 25 previsti dal
limite di legge annuale): meno dei 31 registrati nel 2015 ma decisamente più
dei 24 del 2014. Se le polveri sottili dal diametro di 10 micron sono inalabili
e si accumulano nei polmoni, quelle dal diametro di 2,5 micron sono addirittura
respirabili, ciò significa che possono penetrare nei nostri polmoni fino ad
accumularsi nel sangue e raggiungere varie parti del nostro organismo. Così,
se i danni legati alle PM10 sono circoscritti al sistema respiratorio, quelli
legati alle PM2,5 si estendono anche ad altri tessuti. L’esposizione
al PM2,5 contribuisce al rischio di sviluppare patologie non solo respiratorie
ma anche cardiovascolari, aumentano il rischio di tumori e di morti premature.
Anche per l’Ozono, e’ stato un brutto anno visto che il valore per la
protezione della salute umana è stato superato per 40 giorni, meno dei 53 del
2015 ma più dei 31 del 2014: per legge non possono essere più di 25 all’anno i
giorni di superamento del limite”. Va sottolineato che dal 2004 Padova ha
sempre superato il limite annuale: sono ben 13 anni. Anche l’esposizione
all’ozono può provocare una compromissione della funzionalità polmonare fino ad
alterazioni anatomiche dell’epitelio e dell’interstizio polmonare. La sinergia
tra Ozono e PM10 aggrava i danni prodotti dai singoli inquinanti. Recentemente,
diversi ricercatori hanno posto l’attenzione su quelle categorie di persone,
tra cui i bambini, il cui organismo può essere maggiormente suscettibile agli
effetti dannosi dell’inquinamento. Questi dati forniti da Legambiente di Padova
sono impressionanti , tenuto conto che Mestrino è assimilabile per livello di
inquinamento atmosferico alla nostra città –provincia di Padova per le note
caratteristiche geografiche e per l’intenso traffico veicolare che ci
attraversa per le tre importanti sedi produttive e commerciali del territorio
che serve tramite la SR11 ( assimilazione di Mestrino con Padova per i livelli di inquinamento,
accertata anche dalla Commissione
regionale VAS già nel 2012).
Al 1° gennaio
2016 la distribuzione della popolazione più debole (pediatrica/geriatrica) di Mestrino
evidenziava , per fasce di età questo andamento: 0-4 aa (5,8%, valore assoluto
666 bambini); 5-9 aa ( 5,9% , valore assoluto 672 bambini); 10-14 aa ( 5,3% ,
valore assoluto 611 ragazzi); 70-74 aa (3,8% con valore assoluto 437 anziani);
75-79 aa ( 3,4% con valore assoluto 392); 80-84aa ( 2,3% con valore assoluto 261); 85-89 aa (
1,1%, valore assoluto 126 anziani); 90-94 aa ( 0,3%, valore assoluto 37) ;
95-99aa ( 0,1 %con valore assoluto 7);
100+ ( 0,0% , 1 anziano) . Totale popolazione di 11.431 persone (dati ISTAT).
Questi ultimi numeri dei residenti a Mestrino ci servono per capire le fasce di
popolazione potenzialmente più sensibili a questo inquinamento, bambini e
anziani.
Principali inquinanti presenti nell’aria
urbana
Nelle aree
urbane sono concentrate alcune delle più importanti fonti di inquinamento
atmosferico, tra i cui componenti vi sono sostanze in grado si esercitare
effetti tossici sull’uomo, quali il monossido di carbonio (CO), gli ossidi di
zolfo e d’azoto, il materiale particolato, l’ozono, e diversi composti organici
come ad esempio il benzene e gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA). Tra gli inquinanti più rappresentati
nell’aria urbana vi è il CO la cui produzione è fondamentalmente dovuta ai
trasporti, oltre che ai vari processi di combustione (riscaldamento,
inceneritori, processi industriali). Nel settore dei trasporti, l’aumentata
efficienza dei motori ha però portato una riduzione delle emissioni di CO negli
ultimi vent’anni. Gli ossidi di zolfo (SOx) derivano soprattutto dall’uso di
combustibili fossili per la produzione di energia (centrali termoelettriche) e
per il riscaldamento, e da processi industriali, mentre i trasporti
contribuiscono in modo marginale alla loro produzione; tuttavia nelle aree
urbane i trasporti producono una frazione considerevole delle emissioni di SOx,
visto che le centrali elettriche e le grandi industrie sono spesso al di fuori
delle grandi città. Nei Paesi più sviluppati l’emissione di SOx da processi di
combustione si è però ridotta negli ultimi decenni per un notevole ricorso al
metano e al gasolio a basso contenuto di zolfo, e per i sistemi di
desulfurazione dei fumi introdotti nelle centrali elettriche e nei grandi
impianti industriali. Gli ossidi di azoto si formano per reazione dell’azoto
dell’aria con l’ossigeno nei motori a scoppio o nelle caldaie per il
riscaldamento o per la produzione di energia, quindi i trasporti e l’uso di combustibili
fossili ne sono la principale sorgente. Per quanto riguarda invece il
particolato, mentre le emissioni derivanti da processi industriali hanno subito
una progressiva riduzione per l’introduzione di sistemi di abbattimento, quelle
derivanti dal settore dei trasporti sono rimaste di entità pressoché invariata.
In inverno in genere i suoi livelli sono più alti anche per gli effetti
concomitanti della circolazione degli autoveicoli e del riscaldamento
domestico. I motori diesel, in particolare quelli degli autocarri, producono
una quantità di particolato maggiore rispetto a quelli a benzina. L’ emissione di piombo (Pb) si è invece
drasticamente ridotta a partire dagli anni ’80, nei paesi sviluppati, come conseguenza
della sua eliminazione dalle benzine “verdi”. E’ da notare però che
l’introduzione di tali benzine ha portato un aumento dell’emissione di benzene
e idrocarburi policiclici aromatici (IPA). L’ ozono non è un inquinante
primario, ma si forma per effetto dell’irraggiamento solare su vari inquinanti
organici e inorganici, che reagiscono tra loro o con l’ossigeno. I livelli di
ozono sono quindi strettamente legati, oltre che ai livelli dei vari
inquinanti, anche alle condizioni di irraggiamento. I dati relativi ai livelli
di inquinamento variano da città a città, da una stagione all’altra e anche da
un giorno all’altro. Questo perché, oltre ai livelli di emissione, altri
fattori (climatici, meteorologici, ecc.) concorrono a determinare i livelli di
inquinamento urbano. In generale però le condizioni che generano inquinamento
sono legate in tutte le città alla persistenza di un eccessivo sviluppo di
fonti inquinanti, in particolare nel settore dei trasporti. In Italia il
traffico veicolare risulta la più importante sorgente di inquinamento nelle
aree urbane, in conseguenza dell’affollamento del territorio e dell’alta
densità di circolazione dei veicoli a motore. I trasporti sono la principale
fonte soprattutto di particolato e di sostanze organiche volatili, come ad
esempio il benzene e gli IPA. Per quanto riguarda la distribuzione
spazio-temporale degli inquinanti delle città, si verificano in genere
situazioni tipiche per i diversi inquinanti: per esempio, i livelli di
particelle sospese totali variano spesso di un ordine di grandezza da una zona
all’altra della città, come pure le concentrazioni di CO, che aumentano nelle
zone a traffico intenso rispetto a quelle con poco traffico. Le concentrazioni
di CO e di NOx hanno dei picchi massimi nelle ore ad alto traffico veicolare e
dei minimi nelle ore notturne.
Effetti sulla
salute dell’inquinamento atmosferico
Tali effetti
possono essere di tipo acuto (aggravamento di sintomi respiratori e cardiaci in
soggetti predisposti, infezioni respiratorie acute, crisi di asma bronchiale,
disturbi circolatori ed ischemici, morte), quando si manifestano nella
popolazione in seguito a variazioni a breve termine (nell’arco di ore o di una
o alcune giornate) nella concentrazione degli inquinanti; oppure di tipo cronico
(sintomi respiratori cronici quali tosse e catarro, diminuzione della capacità
polmonare, bronchite cronica, tumore polmonare) associati ad un’esposizione di
lunga durata a basse concentrazioni di inquinanti o ad esposizioni ripetute. Il
contributo dei diversi inquinanti presenti nell’aria urbana a determinare gli
effetti dannosi per la salute dipende dalle loro caratteristiche tossicologiche
e dalle modalità di interazione con l’organismo umano, oltre che dalla dose di
inquinanti assunta da ciascun individuo. L’azione tossica del CO è
legata principalmente alle sue interazioni con l’emoglobina del sangue.
L’affinità del CO per il ferro emoglobinico è circa 240 volte più alta di
quella dell’ossigeno. Il legame del CO con l’emoglobina comporta una diminuzione
della capacità del sangue di trasportare ossigeno e inoltre una diminuzione
della capacità di rilascio dell’ossigeno nei tessuti. Questi due fenomeni
concorrono a determinare ipossia tissutale. Esposizioni acute a concentrazioni
nel range 50-100 mg/m3 causano alterazioni visive e dei riflessi, riduzione di
tolleranza alla fatica e dispnea
fino ad
alterazioni cardiovascolari e polmonari. Gli ossidi di zolfo esplicano
effetti tossici a concentrazioni molto più elevate di quelle stabilite come
limite di legge. Tali effetti, che si manifestano al di sopra di 0,5 mg/m3,
comprendono irritazione delle mucose respiratorie e degli occhi,
broncocostrizione e, nelle esposizioni a lungo termine, riduzione della clearance
mucociliare, con conseguente aumento delle infezioni
respiratorie.
Anche gli ossidi d’azoto sono tossici a concentrazioni elevate, sopra i
200 g/m3, e hanno effetti analoghi a quelli degli ossidi di zolfo.
Sono inoltre altamente reattivi e partecipano alla formazione
dello smog
fotochimico e di derivati nitrati degli IPA. Il benzene deriva
soprattutto dalle benzine “verdi”, dove contribuisce ad aumentare il numero di
ottano delle benzine. Deriva dalle emissioni del traffico veicolare e
dall’evaporazione della benzina. E’ riconosciuto cancerogeno per l’uomo e
l’esposizione cronica può provocare leucemia mieloide acuta. Gli idrocarburi
policiclici aromatici, di cui il più noto è il benzo(a)pirene, sono
prodotti della combustione incompleta o dell’evaporazione dei carburanti e
vengono emessi principalmente dagli autoveicoli. Sono mutageni e cancerogeni
nell’animale e nell’uomo. Il particolato è il vettore meccanico di una
serie di sostanze con effetti tossicologici importanti.
Inoltre
alcune delle sostanze adsorbite sulle particelle possono reagire tra loro dando
origine ad altre specie chimiche con effetti tossici maggiori di quelle di
partenza. Gli effetti sono legati inoltre alle dimensioni delle particelle, da
cui dipende il tipo di interazione con le varie parti dell’apparato
respiratorio. Concentrazioni molto elevate di particelle (oltre i 500 g/m3) possono provocare un aumento della resistenza meccanica
delle vie aeree al transito dell’aria, una diminuzione dell’elasticità
respiratoria e una riduzione della clearance batterica e della motilità ciliare.
Concentrazioni
di particolato così elevate sono attualmente infrequenti nelle città
occidentali. Gli effetti tossici acuti del particolato, e in particolare delle
particelle di dimensioni inferiori a 10 m (PM10), si sommano però a quelli
degli altri inquinanti contribuendo ad aumentare la morbosità e mortalità
associate all’inquinamento atmosferico. Secondo l’OMS non esiste una
concentrazione al di sotto della quale il PM10 possa considerarsi totalmente
innocuo.
Inquinamento
da polveri ( in particolare da traffico veicolare) ed effetti sulla salute
Caratteristiche
chimico fisiche del PM10
Negli ultimi
decenni la composizione dell’inquinamento nell’aria urbana ha visto aumentare i
livelli di polveri sottili, e perciò più facilmente respirabili, la cui
presenza nell’aria è associata, insieme a quella di diversi inquinanti gassosi
(ossidi d’azoto, ozono e sostanze organiche volatili) all’incremento del
traffico veicolare.
Le polveri
sottili e ultrasottili sono un inquinante ubiquitario e risultano distribuite
in modo uniforme nelle aree urbane. Hanno anche una notevole capacità di
penetrare negli ambienti chiusi. Oltre che per dimensione le particelle
differiscono per origine e natura. La composizione chimica del particolato
ambientale è molto variabile, a seconda delle sorgenti di emissione, ed è
particolarmente importante nel determinare gli effetti sulla salute di questo
inquinante. Il particolato atmosferico si origina da processi di diverso tipo: a)
processi di frammentazione e b) di combustione, che emettono
direttamente in atmosfera particelle, che sono perciò dette “primarie”; c) processi
chimici di conversione che genera particelle, dette “secondarie”, mediante
reazioni chimiche fra composti gassosi. Le particelle più grandi sono originate
in genere per frammentazione del suolo e per usura di pneumatici e freni degli
autoveicoli, la loro composizione chimica è quella del materiale di partenza e
in genere le loro dimensioni sono superiori a 1 um. I processi di combustione
generano particelle costituite da un nucleo carbonioso sulla cui superficie
sono adsorbite varie sostanze incombuste o prodotti di reazioni ad alta
temperatura. Tra queste vi sono solfati, nitrati, metalli, composti organici
come idrocarburi e loro derivati. Le dimensioni di tali particelle variano in
un ampio intervallo di dimensioni, da pochi millesimi ad alcune decine di
micrometri. Per quanto riguarda le emissioni veicolari, il
particolato nelle emissioni diesel è costituito principalmente di carbonio
elementare su cui sono adsorbiti sostanze organiche e tracce di composti
metallici, mentre quello emesso dai motori a benzina è composto principalmente
da composti inorganici, anche metallici, e da una ridotta frazione organica. Le
particelle secondarie sono generate per lo più da trasformazione chimica degli
ossidi di zolfo e di azoto presenti nell’atmosfera, che danno rispettivamente
solfati e nitrati. Tali prodotti possono formare nuove particelle molto piccole
(diametro inferiore a 0,1 m) o condensarsi su particelle
preesistenti facendole aumentare di dimensioni. Il PM10 comprende quindi sia
particelle primarie, derivanti da processi di frammentazione e combustione, sia
particelle secondarie (nitrati e solfati). Vi sono inoltre particelle di
origine geologica che possono portare anche endotossine, e particelle di
origine biologica (p.es. spore o pollini) con i relativi allergeni.
Interazioni
del particolato atmosferico con l’organismo umano
Il polmone è
la più estesa superficie del nostro corpo a diretto contatto con l’aria
ambientale, ed è quindi la più esposta agli inquinanti gassosi e corpuscolati
presenti in essa; da nove a tredici milioni di metri cubi d’aria vengono ventilati
giornalmente su una superficie di circa cento metri quadrati. Varie
considerazioni di ordine fisiologico e tossicologico fanno ritenere che le
polveri sottili ed ultrasottili rappresentino l’inquinante atmosferico più
rilevante dal punto di vista biologico, poiché le loro dimensioni permettono
loro di essere respirate e di penetrare fino al polmone profondo. Le particelle
costituenti il particolato atmosferico infatti possono penetrare più o meno
profondamente nell’albero respiratorio a seconda delle loro dimensioni. Quelle
di diametro più grande vengono allontanate grazie all’efficienza del filtro
nasale e della clearance mucociliare delle vie respiratorie. Della frazione
PM10, le particelle di diametro superiore ai 2,5 m si fermano
nella laringe, nella trachea e nei grossi bronchi, quelle di diametro inferiore
a 2,5 m arrivano nei bronchioli terminali e negli alveoli polmonari. La
massima deposizione alveolare avviene per le particelle comprese tra 2,5 e 2 m, mentre quelle più piccole tendono a rimanere sospese e vengono
in parte riemesse all’esterno con l’aria espirata. Nel polmone sono attivi
diversi meccanismi di difesa umorale, costituita da sostanze presenti nel muco
(transferrina, lattoferrina, lisozima, frazioni del complemento, immunoglobuline)
e di difesa cellulare aspecifica, attiva soprattutto a livello alveolare e
svolta principalmente dai macrofagi, che attaccano le sostanze estranee, le
processano e richiamano e attivano le cellule dell’infiammazione. La
patologia respiratoria da ambiente si verifica quindi quando l’esposizione
dell’apparato respiratorio supera le sue intrinseche capacità di difesa, e lo
coinvolge a diversi livelli, secondo la capacità degli inquinanti di penetrare
nell’albero respiratorio e di interagire con i suoi costituenti. Nel caso del
particolato, a determinare queste capacità contribuiscono le dimensioni, ma
anche la natura e la composizione chimica delle particelle.
Tossicità del
particolato
Diversi studi
di tossicità, sia in vitro che in vivo, documentano i diversi
effetti tossici associati all’esposizione di sistemi biologici a particolato di
varia natura, ma comunque derivante da emissioni presenti nell’aria urbana, o
simile a queste per caratteristiche chimico-fisiche. Effetti di natura
proinfiammatoria e cancerogena.
Effetti
dell’inquinamento da polveri sulla salute umana: evidenze epidemiologiche.
Recentemente
sono state pubblicate diverse rassegne degli studi epidemiologici condotti in
diversi Paesi sugli effetti che l’inquinamento da polveri può esercitare sulla
salute umana. Da tali rassegne risulta che un grande numero di studi
epidemiologici ha descritto i potenziali effetti sulla salute dell’inquinamento
da polveri, sia nell’adulto che nel bambino.
Effetti acuti
La maggior
parte degli studi epidemiologici che prendono in considerazione gli effetti
delle polveri sono studi di esposizione acuta, che valutano l’associazione tra
i livelli degli inquinanti nell’aria e variazioni a breve termine registrate in
determinati parametri sanitari. I parametri considerati variano da uno studio
all’altro e comprendono il livello di mortalità (totale o distinguendo per le
diverse cause), il numero di ricoveri ospedalieri, la prevalenza dei sintomi e
delle malattie respiratorie e/o cardiovascolari, la prevalenza delle alterazioni
della funzionalità polmonare. Per quanto riguarda l’associazione tra
inquinamento da polveri e ricoveri ospedalieri o altri tipi di intervento
sanitario (visite al pronto soccorso, visite ambulatoriali, ecc.) nella maggior
parte dei casi si è osservata un’associazione per i ricoveri per cause
respiratorie. In particolare sono state rilevate anche associazioni tra
inquinamento da polveri e visite di pronto soccorso per asma, malattia
polmonare
cronica ostruttiva (COD) e altri disturbi respiratori. Più recentemente si sono
osservate associazioni tra tale inquinante e i ricoveri per malattie
cardiovascolari. Numerosi studi hanno valutato l’associazione tra sintomi
respiratori e/o funzionalità polmonare e livelli di inquinamento giornalieri.
Mentre i sintomi relativi alle vie respiratorie superiori sembrano non essere
correlati con l’inquinamento da polveri, se non in misura lieve e spesso non
statisticamente significativa, risultano invece maggiormente e
significativamente correlati i sintomi delle vie respiratorie inferiori e la
presenza di tosse, così come l’aggravamento della patologia asmatica (maggior
frequenza degli attacchi d’asma o del ricorso all’uso di
broncodilatatori).
Le alterazioni dei parametri relativi alla funzionalità polmonare sono spesso
usate come indicatori oggettivi e potenzialmente sensibili della risposta acuta
all’inquinamento dell’aria. In generale, diminuzioni della funzionalità
polmonare lievi, ma spesso statisticamente significative, sono risultate
associate con concentrazioni elevate di particolato, in studi su ampie
popolazioni di bambini e/o adulti, e sono stati osservati effetti ritardati
anche dopo 7 giorni dalla registrazione dei picchi di inquinamento.
Effetti
cronici
Gli studi di
esposizione cronica hanno il fine di valutare o gli effetti di esposizioni a
livelli di inquinanti da bassi a moderati ma per lunghi periodi, o gli effetti
cumulativi di esposizioni ripetute a livelli elevati di inquinanti. E’ stata
comunque riscontrata una correlazione positiva tra i tassi di mortalità nella
popolazione osservata e l’inquinamento atmosferico, con una associazione
particolarmente forte con le polveri sottili o contenenti solfato. Gli studi
longitudinali invece, dove ampi gruppi di persone esposte sono state seguite
per lunghi periodi di tempo negli USA (da 7 a 16 anni) risultano più
attendibili, per il fatto che sono stati eseguiti adeguati controlli sulle
differenze individuali riguardo ad altri fattori di rischio (età, sesso, fumo
di sigaretta, livello di istruzione, indice di massa corporea ed altri). Da
questi studi risulta l’esistenza di un’associazione molto significativa tra le
concentrazioni medie di articolato (polveri fini e solfati) e la mortalità per
cause cardiopolmonari, che comprendono sia le morti per cause respiratorie che
quelle per cause cardiovascolari. Inoltre, in uno studio condotto negli USA
sulla mortalità infantile nei 2 mesi successivi alla nascita, è stata rilevata
un’associazione tra l’esposizione a particolato e la mortalità, sia
considerando tutte le cause di morte, sia considerando le sole cause
respiratorie o la sindrome di morte improvvisa. All’ esposizione prolungata ad
inquinamento da polveri risultano inoltre associati disturbi e malattie
respiratorie, come tosse cronica, bronchite ed anche, in misura minore ma in
modo spesso statisticamente significativo, la diminuzione della funzionalità
polmonare, sia negli adulti che nei bambini. Diversi studi hanno valutato i
possibili effetti dell’inquinamento da polveri sulla prevalenza dell’asma, ma con
risultati diversi. Vengono riportate associazioni tra la residenza presso
strade ad intenso traffico veicolare e l’aumento delle diagnosi d’asma nei
Paesi Bassi, tra l’inquinamento da “fumi neri” e gli interventi medici per
disturbi correlati all’asma nei bambini a Parigi; a Londra invece è stata
riportata l’associazione tra PM10 e frequenza delle consultazioni mediche per
asma negli adulti mentre nei bambini queste sono associate con l’aumento dei
livelli di NO2, CO e SO2, suggerendo una diversa suscettibilità tra le due età
. Il rischio di cancro polmonare legato all’inquinamento da polveri presenta
numerosi aspetti controversi. Il ruolo preciso dei fattori ambientali nella
genesi del cancro al polmone è infatti difficile da valutare, anche per il
contributo confondente di altri fattori, come il fumo di sigaretta e le
esposizioni professionali, responsabili della maggior parte dei tumori del
tratto respiratorio. Tuttavia,
l’osservazione che nelle aree urbane il rischio relativo di cancro è maggiore
(fino al 50% in più) che nelle aree rurali ha evidenziato l’esistenza di un
“fattore urbano”, cui contribuiscono probabilmente l’inquinamento atmosferico,
ma anche altri fattori di rischio (maggiore abitudine al fumo e più frequenti
esposizioni professionali). Gli studi epidemiologici noti suggeriscono comunque
che il rischio di tumore al polmone attribuibile all’inquinamento atmosferico
sia di un eccesso del 5-20% nelle aree urbane a più elevato inquinamento.
Inquinamento
da polveri e rischi per la salute del bambino
Caratteristiche
che rendono il bambino più suscettibile agli effetti dell’inquinamento
I bambini
sono particolarmente vulnerabili rispetto a vari agenti ambientali, inclusi gli
inquinanti atmosferici. La loro maggiore suscettibilità deriva principalmente
dalle particolari caratteristiche biologiche che caratterizzano le varie fasi
dello sviluppo, dal concepimento all’adolescenza, ma anche una gran varietà di
fattori sociali è in grado di influenzare la loro esposizione ad agenti
inquinanti ed i conseguenti effetti sulla salute. In generale, si riconoscono
diversi fattori biologici coinvolti nella aumentata vulnerabilità dei bambini.
I processi di crescita sono più rapidi (sia a livello cellulare sia nello
sviluppo e maturazione dell’organismo) e possono facilmente essere alterati
dall’esposizione a sostanze tossiche. Nel bambino, soprattutto nei primi mesi
successivi alla nascita, i processi metabolici che partecipano alla
detossificazione ed escrezione delle sostanze estranee sono immaturi e quindi meno
efficienti. I bambini sono soggetti, rispetto agli adulti, a una maggiore
esposizione, per unità di massa corporea, ad agenti tossici ambientali: bevono
più acqua, assumono maggiori quantità di cibo e respirano una maggiore quantità
d’aria rispetto agli adulti. Per esempio la quantità d’aria inspirata da un
bambino in condizioni di riposo è doppia di quella di un adulto. Inoltre non
bisogna trascurare il fatto che i bambini hanno un periodo di vita più lungo
davanti a sé, ed hanno quindi più tempo per sviluppare malattie croniche che
impiegano anche parecchi decenni prima di manifestarsi, e che possono essere
innescate da esposizioni ambientali che si verificano nei primi anni di vita, o
possono essere determinate da un’esposizione cronica. Un esempio di malattia
con un lungo periodo di latenza è rappresentato dalla leucemia indotta
dall’esposizione a benzene. Alle varie fasi dello sviluppo infantile
corrispondono diversi tipi di esposizione e di rischio legato all’inquinamento
atmosferico. Alla nascita le vie respiratorie diventano una possibile via di
assorbimento di sostanze tossiche ambientali attraverso il sistema linfatico
polmonare. Infatti il fluido polmonare fetale viene rapidamente riassorbito
attraverso questa via di depurazione, che è quindi integra. Anche gli
inquinanti presenti nell’aria ambientale possono accedere al sistema linfatico
attraverso l'epitelio polmonare, e quindi essere assorbiti nel neonato
attraverso tale via. Nei primi anni di vita i bambini hanno una frequenza
respiratoria (30/40 respirazioni/minuto nel neonato, 25 a 1 anno, 20 a 6 anni)
maggiore degli adulti (15-18 respirazioni/minuto), che ne aumenta l’esposizione
a inquinanti inalabili. La bassa statura aumenta la probabilità di inalare
sostanze tossiche presenti nella polvere o negli strati d’aria più vicini al
suolo. Il grado di esposizione agli inquinanti dell’aria dipende inoltre
dall’ubicazione dell’abitazione e dal tempo trascorso in ambienti posti in zone
particolarmente contaminate. Ulteriori esposizioni si hanno durante gli
spostamenti in aree urbane, sia all’esterno che all’interno di autoveicoli. Non
bisogna poi dimenticare che la qualità dell’ari a ambientale esterna
contribuisce a determinare anche la qualità dell’aria interna alle abitazioni
(ambiente indoor): anche il tempo di soggiorno in ambienti chiusi all’interno
delle città, che tende ad essere sempre più lungo per la riduzione di aree
verdi e adibite al gioco, porta ad una aumentata esposizione del bambino ai
contaminanti presenti nell’aria urbana.
Effetti
dannosi legati alla prossimità a strade con traffico intenso.
Negli ultimi
decenni stiamo assistendo al passaggio dal classico inquinamento atmosferico
urbano legato alla combustione di carbone e altri combustibili fossili, in cui
predominavano SO2 e fumi neri, ad un inquinamento costituito da miscele di
inquinanti in cui predominano emissioni legate al traffico veicolare
(soprattutto ossidi d’azoto, polveri fini, ozono e sostanze organiche
volatili). Questo cambiamento ha un effetto sul tipo di impatto che
l’inquinamento ha sull’organismo umano, in particolare su quello dei bambini.
Mentre in passato, in relazione all’aumento dell’inquinamento atmosferico, si
riscontrava soprattutto un aumento della prevalenza di tosse e bronchite in età
pediatrica, recentemente si osserva un aumento della prevalenza dei sibili
respiratori e dell’asma, anche se per quest’ultima è più incerto il legame con
gli inquinanti dell’aria.
L’associazione
del rischio per la salute dei bambini e la presenza nell’ambiente di vita di un
intenso traffico veicolare è ancora da approfondire, ma è stata riportata da
diversi studi. Nello studio italiano SIDRIA, che ha svolto
un’indagine tra i bambini di alcune città italiane frequentanti le scuole
elementari, è stato osservato che la prossimità dell’abitazione ad una strada
con intenso traffico pesante risulta uno dei principali fattori che aumentano
il rischio di manifestare sintomi asmatici e, soprattutto, bronchitici (tosse
con catarro). L’entità dell’effetto dipende dal tipo di veicoli che transitano
prevalentemente sulla strada: il maggior rischio appare legato al passaggio di
camion rispetto agli autobus, probabilmente perché il passaggio di camion è
indice di traffico veicolare molto intenso. Gli effetti si confermano, anche se
in misura minore, nei ragazzi delle scuole medie. Si è inoltre riscontrata
un’associazione tra il traffico pesante da camion e l’aumento di casi di
bronchite (+11%), polmonite (+23%) e bronchiolite (+41%) nei primi 2 anni di
vita (Gruppo collaborativo SIDRIA, 1996).
Effetti del
PM10 sulla salute del bambino
Vari studi
svolti in diversi Paesi, europei ed extraeuropei, mettono in luce l’esistenza
di una correlazione tra i livelli degli inquinanti presenti nell’aria, e in
particolare del PM10, con una serie di effetti, acuti, subacuti e cronici sulla
salute dei bambini.
Asma e
malattie allergiche.
L’aumento
della prevalenza dell’asma in età pediatrica nei paesi industrializzati è un
dato che emerge da numerosi studi. Negli ultimi decenni in Europa questo aumento
è stato rilevato da ricerche che hanno utilizzato la stessa metodologia, e sono
stati ripetuti a distanza di un certo periodo di tempo. Questa patologia,
insieme alle malattie allergiche, è una delle principali cause di malattia
cronica nell’età infantile, e costituisce un importante problema di sanità
pubblica, dati gli alti tassi di prevalenza e la notevole morbilità, che porta
ad un largo ricorso ai farmaci e ai servizi sanitari in molti paesi europei.
Non c’è dubbio che lo sviluppo dell’asma e delle malattie allergiche abbia una
forte componente genetica, ma è molto probabile che l’azione sull’organismo di
vari fattori ambientali nelle prime fasi della vita giochi un ruolo importante.
Possibile
ruolo del PM10 nell’aggravamento dell’asma
Sono stati
proposti diversi meccanismi che possono contribuire alla risposta asmatica e
che possono essere amplificati dall’esposi zione a particolato. Questi
meccanismi includono: la capacità di provocare una risposta infiammatoria e
conseguentemente un danno tissutale; aumento del trasporto degli antigeni verso
le cellule immunitarie e conseguente aumento delle malattie immunomediate;
stimolazione neurogenica con aumento della contrazione della muscolatura liscia
e infiammazione delle vie aeree; stimolazione diretta della produzione di
mediatori lipidici e di muco che portano rispettivamente a restringimento e
ostruzione delle vie aeree. Nei bambini asmatici, oltre ad una maggiore
variabilità nella funzionalità respiratoria, si manifestano aumento di sibili
respiratori, dispnea e disturbi agli occhi, ma non aumenti di tosse, produzione
di muco o disturbi a naso e gola: questa osservazione fa supporre che le
polveri abbiano un effetto infiammatorio piuttosto che un’azione irritante
acuta.
Conclusioni
Diversi studi epidemiologici hanno confermato
l'esistenza di una correlazione tra presenza di polveri fini e patologie
dell'apparato respiratorio e cardiovascolare.
I dati della tabella sottostante infatti indicano il numero di casi di morte o di malattia che sono attribuibili a concentrazioni di PM10 10 superiori a 30 microgrammi per metro cubo (valore al di sotto del limite previsto dalla attuale normativa). La tabella è tratta uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) “L’impatto sulla salute del PM10 e dell’ozono in 13 città italiane” OMS 2006 e i valori sono riferiti all’anno 1998 in 8 città italiane La tabella quindi ci dice che circa 3500 persone nel 98 nelle città italiane considerate si sarebbero potute salvare se la concentrazione nell’aria del PM10 fosse stata inferiore (e circa 30.000 bambini non avrebbero avuto attacchi di asma….).
I dati della tabella sottostante infatti indicano il numero di casi di morte o di malattia che sono attribuibili a concentrazioni di PM10 10 superiori a 30 microgrammi per metro cubo (valore al di sotto del limite previsto dalla attuale normativa). La tabella è tratta uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) “L’impatto sulla salute del PM10 e dell’ozono in 13 città italiane” OMS 2006 e i valori sono riferiti all’anno 1998 in 8 città italiane La tabella quindi ci dice che circa 3500 persone nel 98 nelle città italiane considerate si sarebbero potute salvare se la concentrazione nell’aria del PM10 fosse stata inferiore (e circa 30.000 bambini non avrebbero avuto attacchi di asma….).
Numerosi
studi epidemiologici forniscono quindi evidenze che, in associazione
all’inquinamento dell’aria da polveri fini e ultrafini, si verificano effetti
dannosi per la salute umana, e in particolare dei bambini. Tali effetti sono di
maggiore entità in soggetti che presentano alcuni fattori di predisposizione.
Inoltre, i risultati di vari studi sperimentali concorrono ad evidenziare il
ruolo che alcuni componenti del PM10 possono avere nell’indurre una risposta infiammatoria,
che sembra essere alla base di diverse patologie respiratorie, acute e
croniche, compresa l’asma in età pediatrica.
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