Renzi è indubbiamente un cazzaro, sono memorabili le sue
affermazioni:
- - sul come non sarebbe giusto arrivare al potere
(no alla nomina d’ufficio, SI alla certificazione popolare … poi ha fatto il
contrario),
- - sulle critiche al governo piddino Letta e sulle
altrettanto rassicurazioni sul futuro dello stesso (#lettastaisereno) poi
puntualmente smentite dalla pugnalata di Brutiana memoria e dalla fredda
stretta di mano tra i due al passaggio delle consegne;
- - sulle famose slide (una riforma al mese) sin qui
rimaste solo promesse mediatiche.
Renzi
è personaggio televisivo bravo ed esperto, onnipresente in tutte le reti,
sempre intervistato piuttosto che citato. Ha il favore di quasi tutti i media
che lo dipingono come uomo capace, decisionista e con simpatico autoritarismo.
Renzi
è molto amato dal popolo di destra perché rappresenta la continuazione del loro
idolo Berlusconi, ne rivedono le caratteristiche, il fascino e pure le sparate
vincenti (nuovi posti di lavoro, andate in ferie sereni…).
Renzi
però è amato anche dagli elettori di sinistra che sino a ieri dicevano di “odiare”
personaggi così caratterizzati, di odiare l’uomo solo al comando, di essere
schifati dalla tv serva, di essere schifati dalla politica spettacolo.
Allora
sorge un dubbio amletico:
la
differenza la fa solo il potere? … ovvero
“ESSERE
O NON ESSERE … AL POTERE … QUESTA E’ IL
PROBLEMA ….”
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